Style

Tv non comandi più

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PER TV,

LA OTTOBRE è il primo mese dell’anno. Un po’ come succedeva con la scuola, salvo che ormai dalla tv generalist­a non c’è più nulla da apprendere. Solo da sperare: che cambi qualcosa, che i talk siano meno rissosi, che la fction non si occupi solo di santi.

Nel presentare nuovi prodotti, Tim Cook, il gran capo di Apple, ha detto: «La tv è vecchia, il futuro sono le app». La nuova tv non è più il caro, vecchio televisore ma, in questo caso, una scatoletta nera che serve a vedere flm sullo store della Mela, ma anche su Youtube, Netfix e su altri servizi di streaming.

Per anni le nostre abitudini casalinghe sono state regolate dal palinsesto (la sequenza di tutto ciò che viene trasmesso in tv, ma anche una grande scacchiera su cui ogni canale gioca la propria partita). Persino la cena veniva a coincidere con il tg, giusto per condivider­e le notizie della giornata a tavola. Per anni il nostro rapporto con la tv è stato regolato da una specie di orario dei treni: a volte impreciso, a volte ballerino, ma pur sempre orario. Se mancavi l’appuntamen­to il programma era perduto, diffcile riprenderl­o. Adesso le cose stanno cambiando, in maniera radicale. Con le tecnologie digitali, ognuno si costruisce il palinsesto che vuole. Molta tv si vede in modalità streaming e le abitudini di consumo si sono personaliz­zate: ogni membro di una famiglia decide di vedere il programma che più gli aggrada, magari seduto a letto con in mano un tablet.

Il palinsesto «sincronizz­ato» della tv generalist­a possedeva (possiede) una grande forza. Aveva (ha) un impatto unitario sul pubblico e, insieme, si offriva (si offre) come atto creativo. Faceva di ogni spettacolo un evento, su cui anche la stampa e gli altri media potevano imbastire una critica o un dibattito. È così che in tutti questi anni la tv generalist­a ha dettato l’agenda agli altri media. La situazione ora è più complicata ma molto più ricca, specie da quando la digitalizz­azione ha creato il fenomeno della convergenz­a e le reti, come le piattaform­e e le offerte, si sono moltiplica­te. Viviamo in un periodo di transizion­e, dove tv generalist­a e tv tematica rappresent­ano ancora due universi antitetici e contrappos­ti: una rivolta al soddisfaci­mento del consumo di massa, l’altra dei bisogni individual­i. Ancora per poco.

Non stiamo più aspettando un nuovo prodotto, le novità di stagione, stiamo aspettando Netfix, una piattaform­a americana che in tutto il mondo conta milioni di abbonati. La novità non sta nei programmi ma nelle modalità di diffusione dei medesimi. Che, essendo a pagamento, dovranno inevitabil­mente fare i conti con un’aspettativ­a di qualità.

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