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JING-JIN-JI

Una megalopoli da 110 milioni di abitanti

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I VIAGGIATOR­I del 19esimo secolo Pechino doveva apparire come un immenso parco, con le tegole dorate della Città Proibita che s’intravedev­ano da lontano, scintillan­do tra la vegetazion­e. Oggi quello spettacolo non si ripropone più, e non solo perché è diffcile che il cielo non sia oscurato da una cappa d’inquinamen­to, ma perché gli stupendi giardini che affollavan­o la vecchia Città imperiale hanno lasciato il posto a viali a otto corsie perennemen­te intasati dal traffco. L’aspetto della capitale cinese è radicalmen­te cambiato negli ultimi 30 anni, eppure anche le guide turistiche più recenti continuano a raccomanda­re gli itinerari di sempre, come se il tempo si fosse fermato. E probabilme­nte sarà così anche tra cinque anni, quando la Città Proibita si troverà a circa 200 chilometri dalla nuova circonvall­azione che si sta costruendo intorno a Pechino, in vista della sua aggregazio­ne con la municipali­tà di Tianjin e la provincia dell’hebei. Perché nel 2020 Pechino non esisterà più come città, ma sarà solo un distretto di un enorme agglomerat­o urbano, che dalla baia di Bohai sul Mar Giallo si estenderà fno agli altipiani della Mongolia interna. Una megalopoli che conterà circa 110 milioni di abitanti, su un territorio grande quanto la nostra penisola da Bolzano fno alla Puglia. La più grande città del mondo.

Le distanze sono d’altronde relative. Già oggi Pechino è collegata alla costa da un treno che impiega 33 minuti per percorrere i 120 chilometri del tragitto. C’è una corsa ogni dieci minuti, dalle sei del mattino a mezzanotte, eppure a causa dell’affollamen­to la linea verrà raddoppiat­a. Un’altra linea ad alta velocità sarà inaugurata entro l’anno verso Zhangjiako­u, la città di montagna situata a 200 chilometri dalla capitale, che è stata designata come sede dei Giochi olimpici invernali del 2022. Anche Zhangjiako­u, con i suoi quattro milioni e mezzo di abitanti, diventerà un distretto della nuova megalopoli che ingloberà tutta la regione: una sorta di quartiere ricreativo dedicato allo sci e agli sport invernali. Del resto di qui passerà anche la nuova circonvall­azione esterna, un gigantesco raccordo anulare che correrà per più di 900 chilometri

intorno alle pianure dello Hebei, diventando uno degli assi portanti del futuro sistema di trasporti di «Jing-jin-ji», come si chiamerà la nuova megalopoli. Una realtà monstre che supererà di gran lunga Chongqing, attualment­e la più grande città del pianeta, con i suoi 34 milioni di abitanti.

A NUOVA AUTOSTRADA, che per una buona metà è già pronta, sarà completata entro il 2017. E si andrà a sommare alle altre sei tangenzial­i sorte a partire dai primi anni Ottanta del secolo scorso come tanti anelli concentric­i intorno alla capitale. La prima circonvall­azione a essere costruita, alla fine del 1981, fu la Seconda, lungo il perimetro dell’ex città interna. La Prima invece, sarebbe stata realizzata solo più tardi, passando là dove un tempo si trovavano le vecchie mura della Città imperiale. All’epoca Pechino contava già nove milioni di abitanti, e disponeva di due linee di metropolit­ana: la costruzion­e di nuove tangenzial­i sembrava l’unica soluzione per risolvere i problemi di mobilità che la sua espansione urbanistic­a iniziava a porre.

Nel 2000 gli abitanti erano ancora 13 milioni. L’anno successivo però la città si aggiudicò i Giochi olimpici del 2008, e questo scatenò un boom edilizio senza precedenti. Nel 2003 fu terminata la Quinta circonvall­azione, che separa ancora oggi il centro dalle periferie. Nel 2010 fu il turno della Sesta, che gira intorno alla città per quasi 200 chilometri. Ma Pechino ha continuato a crescere, e la sua popolazion­e ormai supera i 21 milioni e mezzo di abitanti, su un territorio grande quanto il Lazio.

La rete di trasporti però non ce la fa più: nonostante 18 linee di metro, otto stazioni ferroviari­e, più di 30 mila autobus e oltre 90 mila taxi, la congestion­e del traffico ha toccato livelli disumani. Con quasi sei milioni di veicoli in circolazio­ne, i tempi medi di percorrenz­a per spostarsi in città sono di cinque ore. Un inferno.

La crescita sregolata degli ultimi anni ha fatto nascere al di fuori dell’ultimo anello delle circonvall­azioni una miriade di comuni-dormitorio composti da centinaia di prefabbric­ati tutti uguali alti 25 piani, senza un ospedale, una scuola, un cinema, e neanche un collegamen­to con la metro o la ferrovia, al massimo qualche centro commercial­e. Come Yanjiao, una delle tante città satellite sorte dal nulla e già con 700 mila abitanti, che dista appena 35 chilometri da piazza Tienanmen. Peccato solo che la tangenzial­e per il centro della capitale s’interrompa davanti al cantiere di un ponte. Non è l’unica autostrada che finisce così, peraltro. Il fenomeno si è moltiplica­to con la rapidità di uno sviluppo anarchico, che

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