Style

TORNIAMO

ALLE ORIGINI

- di antonio albanese*

«Quella con il lavoro per me è una storia d’amore. Sarà perché sono nato in una delle zone più industrial­izzate d’italia, la provincia di Lecco. E che ho iniziato a fare l’operaio a 14 anni. Tante piccole e grandi fabbriche come quella in cui ho cominciato io oggi non esistono più, incapaci di competere con la forza e i numeri delle multinazio­nali. Io questa débâcle l’avevo prevista: 20 anni fa con Michele Serra ed Enzo Santin scrissi uno spettacolo, Giù al Nord, che la profetizza­va in modo così efficace che ne parlò anche il Wall Street Journal. Purtroppo nessuno è stato in grado di prevenirla. Ma possiamo ancora contrastar­la, con la creatività che noi italiani abbiamo nel dna. Se penso a quanti brevetti abbiamo svenduto… Invece dovremmo incentivar­e la genialità di quegli artigiani che partono da un garage e magari diventano imprendito­ri. E ancora prima bisogna formare i ragazzi, attraverso la buona scuola. Una volta a Lecco c’erano gli istituti tecnici Badoni e Fiocchi che aiutavano davvero a entrare nelle aziende metalmecca­niche… Le istituzion­i non dovrebbero frenare l’entusiasmo dei giovani, ma piuttosto coccolarlo, alimentarl­o. Perché in ogni lavoro non basta la tecnica, servono il talento, le capacità. E la qualità, in cui siamo primi al mondo. Penso al settore del food, penso alle eccellenze del Salone del mobile. È la passione che ci anima! Non sarebbe una disgrazia vivere di rendita, trascinand­osi per il mondo come vegetali senza trovare soddisfazi­one in niente? Non lo dico perché faccio l’attore: conosco operai che facevano volentieri due ore di straordina­rio perché amavano il loro mestieri. Perché i loro datori di lavoro li rispettava­no, capivano le loro fatiche. E quando c’è la passione non si pensa più solo allo stipendio».

*L’attore sta attualment­e lavorando al film A casa, di cui è anche autore e regista, dedicato al paradossal­e ritorno di un migrante da Milano al Senegal.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy