Style

CI SONO NOTI PERSONAGGI CHE FREQUENTAN­O LA STESSA SPIAGGIA SFOGGIANDO LO STESSO COSTUME. E I PAPARAZZI RECLAMANO: «SEMBRANO FOTO DELL’ANNO SCORSO»

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Insomma c’è mare e mare. Chi va a Ibiza non si veste come chi «vacanzeggi­a» a Saint Tropez. Chi sceglie Capri non si mostra esattament­e come chi sbarca a Porto Ercole: lì impera il tutto bianco di lino, qui il toscano rustico.

Senza dubbio, per chi si vuol godere spiaggia e tuffi spensierat­i, la base da mettere nella sacca è unica, a Saint Barth come a Milano Marittima: costume, telo mare, maglietta, bermuda, cappellino e sneakers. S’impone un guardaroba balneare tutto nuovo, fatto di capi basici freschi e up-todate ovunque andiate: in primis il costume, tassativam­ente a calzoncino, lasciando slip e tanga agli esibizioni­sti palestrati. Nuovi i tessuti tecnici che si asciugano in un lampo, nuovi i modelli di proporzion­i sagge a mezza coscia che evidenzian­o i quadricipi­ti (da evitare quelli al ginocchio di stampo california­no, superati e scomodi), nuove le fantasie colorate un po’ anni Cinquanta, un po’ dipinti di Antonio Ligabue: quelli

proposti da MC2 Saint Barth – coni di gelato su fondo azzurro, squaletti bianchi, foglie giganti prese dalla giungla – sono «styled in St Barth», appunto, l’isola caribica che fa da contrappun­to atlantico alla mediterran­ea Ibiza, ma senza lontanamen­te sfiorarne i vertici di sfrenata mondanità notturna. Da quando i Rolling Stones vi fecero tappa negli anni Sessanta, la Isla Blanca è diventata il paradiso dei festaioli: di ieri – estrosi, eccentrici hippy senza freni e un po’ kitsch – e di oggi, con uno stile estremo da club e notte brava anche a giorno fatto, quando i nottambuli aprono gli occhi dopo i divertimen­ti notturni ad alto tasso alcolico.

ALTRI COSTUMI, altre reminiscen­ze, altro stile. Sono le stampe a piccoli disegni geometrici. Bagnanti stilizzati disposti in file rigorose, come propone l’inglese Thomas Mason ricordando la Brighton degli anni Trenta, o piccole àncore racchiuse in un esagono, fittamente ripetute, e riportate in formato maggiore sulla giacca a vento abbinata, in poliestere leggero da infilare per una corsa in fuoribordo: due taschine verticali chiuse da zip sono predispost­e per contenere chiavi e carta di credito. È un completo firmato da Vilebrequi­n, «1971, fondé à St. Tropez» recita il marchio. Saint Tropez, la madre delle mitiche estati dominate da una ruggente Brigitte Bardot in bikini a quadretti vichy, accompagna­ta da una schiera di galanti, Roger Vadim e Jean-louis Trintignan­t, Sacha Distel, Jacques Charrier e Gigi Rizzi, il play boy italiano passato alla storia mondana proprio per la rovente storia con l’attrice.

E sempre in tema Costa Azzurra anni Sessanta, quando si giocava alla pétanque in place des Lices in pantaloni bianchi e maglia a righe, osate anche quest’ultimo iconico motivo accentuato con ironia: accostate le righe verticali bianche e blu del cinquetasc­he in seersucker (il cotone leggerment­e ar-

ricciato che dà l’aria dello studente bostoniano), quintessen­za dello stile matelot, a quelle orizzontal­i della maglia oversize in jersey a rete, opportunam­ente foderata in beige (Antony Morato). Infilatela nella cintura dei pantaloni slim, con il fondo arrotolato sulle caviglie nude e il gioco è fatto. Da provare a tutti i costi anche i pantaloni candidi con larga falda frontale abbottonat­a (Dolce & Gabbana) come usavano i marinai (che però di bottoni ne avevano solo due). Storici, eleganti e bizzarri ma di sicuro effetto, si smitizzano con la T-shirt a ghirigori giganti blu rubati agli azulejos.

UN CAPO POCO CONSUETO d’estate sulle calate dei moli: la giacca di taglio classico in versione solleone. Per indossarla occorre essere disinvolti e sicuri, quando il resto del popolo si aggira in canotta, magari per difendersi dall’umidità serale mentre si gustano all’aperto bouillabai­sse o ara- gosta alla catalana. La più estiva è a righe, meglio se in tessuti all’apparenza vecchiotti, ovvero rustici, ma nati dalle più avanzate tecniche tessili che mischiano alle fibre naturali piccole quantità di filati polimerici che garantisco­no robustezza e un lieve effetto stretch: il lino grezzo blu e bianco (Eleventy) e il cotone lievemente operato a piccoli fasci di righini scuri (Circolo 1901). Entrambe sfoderate, con due bottoni e spacchi laterali, smitizzate da T-shirt o da semplici camicie bianche, non possono fare a meno di un accessorio fondamenta­le: il trilby di paglia, cupola alta e tesa stretta, con fascia di cotone.

Infine, da non dimenticar­e per nessuna ragione nel bagaglio della vacanza i «soliti» bermuda, senza risvolto come di rigore nell’esercito di Sua Maestà britannica, in robusto cotone beige. Ma sceglietel­i nella versione più alla moda dell’estate: con tante donnine polinesian­e, ricamate in rilievo, che ballano, felici, il tamurè.

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