Ben Goldscheider
«Il corno, strumento eroico: prima mi ha guarito, e poi fatto trionfare»
A« SEI ANNI mi fu diagnosticata la bronchiectasia, una malattia polmonare, e i miei, entrambi strumentisti ad arco a Londra, scelsero di farmi studiare il corno. Fu così che iniziai a respirare meglio, e guarire. Per un periodo dovevo andare all’ospedale ogni tre settimane, e i miei polmoni funzionavano al 50 per cento. Adesso son sei anni che non ci vado, e vivo bene».
Salvato dal corno, strumento che pare una tromba da caccia o da battaglia, usato con grande effetto da alcuni compositori (come Pyotr Tchaikovsky) Ben Goldscheider, 20enne inglese, ne è oggi tra i più acclamati interpreti.
«A 12 anni già vivevo per la musica, il calcio alla scuola dei Tottenham Hotspurs, e il tennis in cui gareggio a livello nazionale. Ora studio a Berlino, all’accademia di Daniel Barenboim, con il quale ho anche suonato; è una città di meravigliose opportunità musicali. La Brexit? Come musicista itinerante, spero non mi limiti».
«Il corno in Sgt. Pepper’s dei Beatles è l’unico esempio noto dell’uso di questo strumento nella musica pop. E forse è bene che lo rimanga. Per me è il sound di Bruckner, Mahler, Strauss: eroico, unificante, bellissimo. Voglio interpretarne tutta l’attualità, e sto coinvolgendo vari compositori»
«Mi appassionano filosofia e letteratura. Di Friedrich Nietzsche mi piace il concetto del superuomo: con la forza interiore possiamo trascendere le difficoltà quotidiane. Mi ha aiutato a sviluppare la resilienza. Noi musicisti siamo precari a vita, bastano due-tre concerti andati male, e la carriera può vacillare...».