Caroline Lohmann
«Vivo le luci dell’opera dall’ombra dell’orchestra. E sono felice»
I« N CASA ERAVAMO TRE fratelli, e ognuno di noi doveva imparare uno strumento: mia madre, insegnante di musica per bambini, lanciò una gara a chi fischiava più forte. Vinsi io, a man bassa, e lei disse: ok, allora tu studierai il flauto». Anche senza essere una superstar, la carriera di un solista «freelance» può essere ricca di soddisfazioni, presenze internazionali, repertorio variegato; come nel caso di questa flautista dei due mondi, dagli occhi azzurri e dal sangue latino. «Sono una tedesca di quinta generazione di ritorno: nata in Brasile, vivo ora a Mannheim (vicino a Francoforte). Ho studiato musica prima nel mio Paese, poi in Svizzera a La Chaux-defonds, e a Zurigo, dove ho lavorato per due anni all’opera; per poi passare alla São Paulo Symphony. Il lavoro l’ho trovato a Verbier; l’amore pure, tre anni fa; alla fine ho deciso di tornare in Europa» «Facevamo l’ensemble da camera in famiglia; a 14 anni ebbi l’occasione di entrare in un’orchestra vera. Decisi che avrei dato il massimo. A volte è la musica che decide per te, e suonare un concerto nell’orchestra mi diede un senso di completezza tale che pensai: voglio fare questo nella vita».
«In Brasile abbiamo grandi tradizioni musicali, e da adolescente suonavo di tutto: samba, bossa, qualsiasi cosa. Ma quello che mi dà la musica classica è speciale. Al mio primo concerto a Verbier, nell’orchestra diretta da Daniel Harding eseguimmo la Seconda di Brahms e ancora adesso ce l’ho in testa tutta, dalla prima all’ultima nota».
«Ossessione per lo strumento? Sono sposata, e ho un bambino... E una vita normale, oltre la musica. In Germania si respira musica classica... Nel mio repertorio spiccano Mahler, Strauss Mozart. E in primo luogo adoro l’opera... racchiude tutto, poesia musica scenografia, e certi costumi... Ma da orchestrale, mi piace conoscere i colleghi, sorridere con loro, e poi stare seduta nel golfo mistico e, avvolta nell’ombra, contribuire al funzionamento di questa grande macchina».