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«Recito il mio ringraziam­ento al destino per essere vivo»

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Kgb». Infatti, in Unione Sovietica Brodsky era stato definito una sorta di «parassita della società». Baryshniko­v però non si spaventa. Alla fine la spunta anche grazie al suo carattere deciso. Come appare nel film del 1985 di Taylor Hackford White nights (più noto in Italia come Il sole a mezzanotte): vi interpreta un ballerino russo fuggito negli States che per un incidente aereo si ritrova in Unione Sovietica. Benché lo stesso ballerino lo definisca «un prodotto di Hollywood e di fantasia, anche se certe situazioni sono vicine alla mia vita», la pellicola mette in luce il suo vissuto e gli anni di costrizion­e in Russia. Quella da cui era già fuggito pure Nureyev, chiedendo asilo politico a Parigi.

Scelte di libertà che, una volta incontrati in Occidente i due artisti avranno forse condiviso. Invece, spiega Baryshniko­v, «io e Rudolf non abbiamo mai affrontato quell’argomento. L’unione Sovietica del 1974 che mi lasciavo alle spalle era ben diversa rispetto al 1961. Cambiata non necessaria­mente in meglio. Un nuovo film sulla giovinezza di Nureyev, The white crow di Ralph Fiennes, realizzato con grande poesia, risulta un puntuale ritratto dell’urss di allora».

QUATTRO FIGLI avuti da due relazioni, la prima con l’attrice Jessica Lange e la seconda con la ballerina Lisa Rinehart; Mikhail Baryshniko­v è un divo acclamato su tutti i palcosceni­ci, compresa la tv dove in Sex and the city era al fianco di Sarah Jessica Parker di cui (nella serie) diventa il compagno (un artista russo).

Ora è il momento di festeggiar­e 70 anni, e di farlo in scena dialogando con il suo miglior amico. D’altra parte «in scena ho trascorso 60 anni della mia vita. Ogni mia esperienza è stata un privilegio. Amo vivere in teatro. Provare l’emozione di quel profondo respiro che prendi prima di salire in palcosceni­co. Sai che stai per varcare una dimensione sconosciut­a e ciò che accadrà è un punto di domanda. Esperienze che hanno segnato la mia vita. Il poema di Brosky che mi ha dedicato e che recito in scena è il ringraziam­ento al destino per essere vivo. Non avrei mai pensato a un’esistenza così longeva. Di essere oggi in scena a recitare. La vita mi ha dato magnifiche opportunit­à. E io ho sempre cercato di usarle saggiament­e. Per questo mi ritengo davvero un uomo super fortunato».

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