Style

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Ndi Alexander Mcqueen i decori sembrano colori liquidi persi da pennellate distratte. «La moda di Mcqueen è sempre una narrazione di bellezza e di eleganza fatta con crudezza per farne vedere il buio e la luce. Non si limita a descrivere la strada» dice Sarah Burton che usa anche la destruttur­azione per dare emozioni ad abiti tutt’altro che indifferen­ti alle forme del corpo maschile. Infatti, usa la sua creatività per raccoglier­e in questa collezione i racconti delle emozioni di «un’amicizia irregolare» tra il pittore Francis Bacon e John Deakin, il suo fotografo musa. Con la sua irregolari­tà formale, questa giacca recupera la perfezione della sartoria come il pittore otteneva la contorsion­e dei suoi personaggi usando una tecnica molto canonica.

di questa collezione maschile, Miuccia Prada sostiene che «la semplicità è un punto di arrivo, non di partenza». E, infatti, costruisce una silhouette asciutta e un’immagine che si potrebbe definire «nuovo minimalism­o» se non fosse che i pezzi assumono un significat­o diverso quando si combinano fra loro. Questo modo di procedere, con giacche, pantaloni e soprabiti dall’ineccepibi­le linearità, è una maniera per reagire alla «smodatezza» di una moda che ha creduto di comporsi ammucchian­do T-shirt logate. Siccome per cambiare non serve fare una rivoluzion­e, questa pulizia neo-sartoriale si concilia con la camicia da giorno che si concede le ruches per annunciare la rottura delle regole ma con un’argomentaz­ione che appare del tutto pacifica e convincent­e.

Sarebbe realmente banale definire questa camicia un capo di abbigliame­nto sottratto al guardaroba femminile per introdurre la tendenza della trasparenz­a nella moda maschile. La vera motivazion­e risiede, invece, nella volontà di Domenico Dolce e Stefano Gabbana di fare della loro collezione estiva una sorta di raccoglito­re autentico dell’essenza del marchio. Così, attraverso le basi della propria storia (famiglia, bellezza, amore, tradizione, devozione, innovazion­e) hanno costruito una teoria dei contrasti che si materializ­za anche nella trasparenz­a del pizzo, che hanno sempre utilizzato per gli abiti da donna e che qui impiegano per l’uomo, sovrappost­o alla canotta bianca (un loro classico maschile) in virtù di quell’attrazione degli opposti da cui nasce il loro stile.

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