Style

Cover. La musica che gira intorno

Bella ciao diventa una hit europea, Anna e Marco di Dalla la riscoperta italiana di ora. Segni dei tempi: tra rockstar, rapper e talenti televisivi è tutta una corsa a rifare le solite canzoni di sempre

- Di Paolo Madeddu - disegni di Alessandro Baronciani

PPER FARE INCONTRARE generazion­i diverse, anche in questi tempi di grandi diatribe social, si può ancora contare sulla tv (oltre ai pranzi di nozze, naturalmen­te). È lì per esempio che le cover, ossia le canzoni reinterpre­tate, fanno da ponte sonoro tra giovani e adulti. Nei decenni passati erano per lo più brani contempora­nei da far conoscere a un pubblico che ignorava l’originale (da Senza luce dei Dik Dik che traduceva A white shade of pale dei Procol Harum a Gloria di Laura Branigan che esportava Umberto Tozzi). Oggi si rivolgono sia a chi ascoltava a suo tempo la canzone originale sia a chi la scopre per la prima volta, per quanto adattata al gusto corrente. È stata la tv a lanciare la dance-hit europea del 2018, con una serie spagnola (La casa di carta) e una canzone italiana: Bella ciao, che è andata al primo posto in Germania (remix del dj Hugel), in Francia (interpreti: Naestro con Maitre Gims) e in diversi Paesi latini nella versione dell’attore Manu Pilas. Un successo che ha contagiato Tom Waits e Marc Ribot, a loro volta cimentatis­i con una traduzione inglese. In Italia nessuno s’è azzardato: forse non era tanto aria.

Un altro esempio è Stranger things, la cui colonna sonora ha agganciato i teenager e i loro genitori: il culmine dell’ultima stagione è stata una Never ending story (brano di Limahl per La storia infinita, 1984) cantata da due dei giovanissi­mi protagonis­ti, Gaten Matarazzo e Gabriella Pizzolo. Tra l’altro è un altro brano di origine italiana: la musica è di Giorgio Moroder. Per inciso, nella serie ricorre in momenti decisivi la versione di Peter Gabriel di Heroes di David Bowie. Risultato: l’omaggio dell’ex frontman dei Genesis al collega scomparso si ritrova nei suoi cinque brani più ascoltati in assoluto su Spotify superando la popolarità di molte sue hit (anticipand­o il trend, Gabriel aveva già coinvolto altre rockstar in due album di cover reciproche intitolati Scratch my back e And I’ll scratch yours, vale a dire «grattami la schiena» e «io poi la gratto a te»).

Se una volta le reinterpre­tazioni potevano essere hit occasional­i (vedi i Delta V nel 1998, con la loro versione trip hop di Se telefonand­o, da Mina) oggi Amici e X Factor (e Sanremo, con serata ad hoc) ridefinisc­ono i gusti della nazione a suon di cover. I talent hanno (re)introdotto nel mainstream brani come Hallelujah (Leonard Cohen), The sound of silence (Simon & Garfunkel), Mad world (Tears For Fears). Tutte già oggetto di cover precedenti: rispettiva­mente di Jeff Buckley, Disturbed, Gary Jules. E che, prima di approdare ai talent d’Italia, erano state collaudate in quelli stranieri. Tra i pezzi che

È nei talent show che si celebra l’eterno ritorno del pop con pezzi di Mina o Rino Gaetano rifatti da voci di oggi. Un incontro tra padri e figli, orchestrat­o per il salotto tv

ritornano ciclicamen­te tra audizioni e finali ci sono anche Sally di Vasco Rossi (che per qualcuno è di Fiorella Mannoia) e La voce del silenzio di Dionne Warwick, o di Mina, o di Francesco Renga, o di Andrea Bocelli (è tra i brani italiani più coverizzat­i di sempre). In grande spolvero Anna e Marco di Lucio Dalla (dall’omonimo grande album del 1979 che compie 40 anni, vedi illustrazi­oni): Marco Mengoni e Calcutta l’hanno rifatta insieme nello show di Fiorello, Levante e Brunori Sas su RaiDue a Maledetti amici miei. Anche la prima vittoria di un rapper a X Factor, Anastasio, è passata dalle cover (da lui stravolte, peraltro) di due iperclassi­ci: Generale di Francesco De Gregori e Another brick in the wall dei Pink Floyd. La reinterpre­tazione certe volte si limita al titolo: Purple rain di Achille Lauro e Gemitaiz,

Il cielo nella stanza di Salmo o Dipinto di blu di Fabri Fibra, hanno poco a che fare con gli originali ma è difficile non esserne incuriosit­i.

E si remixa passato e presente come non mai: Bruce Springstee­n su un palco neozelande­se omaggia la rivelazion­e locale Lorde con Royals, mentre gli Imagine Dragons fanno conoscere ai giovani la sua Dancing in the dark. Infine, ecco le cover postume: la compianta Whitney Houston con Higher love di Steve Winwood, rarità del 1990, è finita seconda nelle chart Uk (nel remix 2019 del norvegese Kygo). E per il nuovo cofanetto di Rino Gaetano spunta A mano a mano, che interpretò poco prima di morire. Firmata Riccardo Cocciante.

 ??  ?? Disegno/ «cover» della foto di copertina
di Lucio Dalla, l'album del 1979.
Disegno/ «cover» della foto di copertina di Lucio Dalla, l'album del 1979.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy