Style

Fuori a cena. Segreto bergesiano

Un fondo di cottura deglassato per un brasato ancora più saporito.

- Di Allan Bay

FORSE il miglior brasato al vino rosso mangiato in un ristorante fu, alcuni anni fa, quello del San Domenico di Imola (foto sopra). Il motivo, al di là degli ingredient­i, sta in una piccola grande attenzione dello chef Massimilia­no Mascia: dopo aver ben rosolato la carne senza nulla aggiungere, infatti, la leva e versa il vino, Sangiovese, non dealcolato; poi passa a deglassarl­o: ovvero facendo sobbollire il vino gratta con una spatola il fondo della casseruola per staccare le saporitiss­ime crosticine; infine rimette la carne, aggiunge le verdure e porta a cottura. Un piatto virtualmen­te perfetto.

Quando il San Domenico fu aperto nel 1970, l’allora patron Gianluigi Morini riuscì in un’impresa impossibil­e: convincere Nino Bergese il più grande cuoco di allora a dare una mano allo chef Valentino Marcattili­i. I tre insieme scalarono le vette della grandezza. E il successo continua ancora oggi che in cucina regna Massimilia­no Mascia, nipote di Valentino. La cucina è «bergesiana», vale a dire eclettica, ma sempre partendo dal magistero di Bergese e da quello dei suoi vati Auguste Escoffier e Henri-Paul Pellaprat. I piatti sono ricchi, solidi, meraviglio­samente pensati e ben eseguiti. Giustament­e la proposta cresce e si evolve, avendo come riferiment­o l’affinament­o di nuove preparazio­ni sempre nel rispetto del venerato maestro.

San Domenico, via Gaspare Sacchi 1, Imola (Bologna) tel. 0542 29000, sandomenic­o.it, prezzo medio: 150 euro.

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Un Pinot nero
equilibrat­o ed elegante tipo
il Brusafer di Cavit (18 euro), i cui vigneti crescono alle
pendici del Monte Baldo.
IL VINO Un Pinot nero equilibrat­o ed elegante tipo il Brusafer di Cavit (18 euro), i cui vigneti crescono alle pendici del Monte Baldo.

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