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Cinema. Tornare a casa

IL VIAGGIO A RITROSO DI UN’EMIGRATA AMERICANA NELLA CINA DELL’INFANZIA. PER (NON) DIRE ADDIO ALLA NONNA.

- Di Valentina Ravizza

«NON ABBIAMO TUTTI UNA VISIONE ROMANTICA DEL PASSATO?»

«COME FAREMMO di tutto per salvare una persona che amiamo da una macchina che sta per investirla, non vedo perché non dovremmo essere disposti a mentire pur di evitarle un dolore emotivo». Anche quando questo significa non dire all’amata nonna che le restano poche settimane di vita a causa di un cancro ai polmoni e piuttosto organizzar­e in fretta e furia un matrimonio perché tutta la famiglia possa tornare in Cina a salutarla senza insospetti­rla, come racconta la regista Lulu Wang in Una bugia buona (al cinema dal 1° gennaio 2020), una storia vera che Wang ha scritto per «raccontare il viaggio emotivo che io stessa ho affrontato».

È anche una lezione sul senso di comunità cinese? Sì, la famiglia di Nai Nai (la nonna, ndr) si prende sulle spalle il peso della sua malattia, sia che si tratti di occuparsi delle visite mediche, sia della gestione del dolore emotivo. Anche se è vero che nella Cina di oggi certe cose stanno cambiando e la società è sempre più individual­ista come quella occidental­e. La Cina è oggi quella terra di opportunit­à che era una volta l’America? Ho sentito diversi cinesi dirlo, ma non so quanto sia vero, io per esempio non penso che avrei avuto la carriera che ho se non fossi emigrata. Però non so nemmeno se sia mai esistita la Cina dei miei ricordi, dopotutto ognuno di noi quando ripensa alla sua infanzia non ne ha una versione più romantica della realtà?

Il film è pervaso proprio da quel senso di perdita che caratteriz­za gli emigrati che tornano in patria e non la riconoscon­o più. Per me il simbolo di questa nostalgia è il giardino della casa dei nonni dove d’estate andavo a caccia di libellule. Rappresent­a l’infanzia che non ho mai avuto, o meglio che avevo e ho perso emigrando con i miei genitori negli Usa. Quando sono tornata in Cina da adulta quel luogo del mio cuore era stato distrutto.

Se le chiedesser­o quale dei due Paesi considera casa? Quando ero più giovane mi sono spesso sentita fuori luogo in America. Ero emarginata perché diversa. Oggi invece sento di rappresent­are davvero il sogno americano che si può realizzare indipenden­temente da origini e aspetto. Anche se non bisogna, come fanno certi cinesi, immaginare l’America come la soluzione a tutti i problemi. Luoghi diversi sono perfetti per persone diverse, non si può definire oggettivam­ente un posto migliore di un altro.

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cinema dal 1° gennaio 2020), con, al centro,
l’attrice protagonis­ta
(e rapper) Awkwafina, che impersona la regista Lulu Wang.
Il cast di Una bugia buona (al cinema dal 1° gennaio 2020), con, al centro, l’attrice protagonis­ta (e rapper) Awkwafina, che impersona la regista Lulu Wang.

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