Style

Musica. Vieni a scaldarti con Beck

COLLABORAT­ORI DI LUSSO. SUONI SUPER VAPOROSI. BALLATE SAPIENTI E ASTUTE. ECCO «HYPERSPACE», ALBUM PER L’INVERNO.

- Di Pier Andrea Canei

INCREDIBIL­MENTE sono passati 25 anni da Loser, sardonico e contagioso inno folk/rap al perdente in ognuno di noi, pezzo iniziatore dello stile Lo-Fi (equivalent­e sonoro del vintage, anche se elettronic­o) tra loop di chitarrina country e beat rubati all’hip hop. Da allora, con alti e bassi ottovolant­e, il biondino Beck (california­no, classe 1970) è sempre rimasto lì, come esempio top di cantautore americano capace di mixare i generi senza banalità, segugio curioso di tutto e fissato su niente.

A DUE ANNI dal suo ultimo album (Colors, vincitore del Grammy 2017 come miglior album Alternativ­e Music, qualsiasi cosa voglia dire), ecco allora il nuovo disco, Hyperspace. Sette pezzi su 11 sono composti e prodotti insieme al fenomeno Pharrell Williams che negli ultimi anni ha messo il poliedrico zampino di autore/produttore/performer in megahit a ripetizion­e (irripetibi­le la sua tripletta del 2013: Get Lucky, con i francesi Daft Punk, Blurred Lines, controvers­o pezzone di Robin

Thicke, e Happy, il suo felice tormentone). Un’inedita coppia creativa appena partita e che già pare collaudati­ssima: l’album suona come una colonna sonora per viaggi in self-driving car su strade panoramich­e soft. A base di romantico postmodern­ismo «vaporwave» nei morbidi suoni delle tastierine reduci dalla dance anni Ottanta.

SORNIONE, SCAFATO, spesso Beck fila di puro mestiere: il singolo Uneventful days fin dal titolo è musica solubile, perfetta con i cereali alla mattina; Saw lighting ha una vena blues non dissimile dalla celebrata Loser. Si vagheggian­o amori ma in assenza di gravità o struggimen­to, e perfino un superospit­e come Chris

Martin dei Coldplay s’infila senza grandi fanfare: è sua la voce aggregata su Stratosphe­re, ballata trasognata. E poi arriva una piccola meraviglia come Star, in cui fa tutto Beck, basso voce e tastierine, e dimostra che va bene tutto, vapori e produttori alla moda, ma canzoni così bisogna intanto saperle scrivere.

DA 25 ANNI «CAMALEONTE CULTURALE» DELLA POP STILE LO-FI

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Turrell, foto di Mikai Karl.
Ottimo album da godersi in macchina. Come già suggerisce la copertina di Hyperspace: grafica di Jimmy Turrell, foto di Mikai Karl.

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