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Dominik Paris. Lo sciatore che arriva sempre primo

- Di Giacomo Fasola - foto di Pietro Baroni

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NELLA CARRIERA di Dominik Paris ci sono un prima e un dopo. E in mezzo ci sono le mucche. «A 18 anni non riuscivo più a ottenere i risultati che volevo. Uscivo troppo per divertirmi, non mi allenavo bene e in gara non rendevo. Decisi di darmi un’ultima possibilit­à ma sapevo di dover cambiare qualcosa. D’accordo con papà pensai di passare l’estate in quota lavorando in una malga: eravamo io, altri due ragazzi e 120 mucche. Ogni notte mi svegliavo alle 3,30, alle 8 avevo finito e potevo allenarmi un po’, poi alle tre del pomeriggio riattaccav­o. E alle dieci di sera ero già a letto. Una vita dura ma bella, in mezzo alla natura. Quei mesi trascorsi in montagna mi hanno fatto maturare tanto: quando sono tornato in pista ero un altro».

Nato 30 anni fa a Merano (Bz) ma originario di Santa Valburga, dove vive con la sua compagna e il figlio Niko, Paris è un ragazzone dai modi spicci. Lo incontriam­o al Passo dello Stelvio dove si sta allenando con la Nazionale. Tira un vento gelido ma lui giura che il suo maglioncin­o è più che sufficient­e: «Metto i pantaloni corti fino a fine ottobre» dice. Sul polpaccio ha un tatuaggio che vale come una carta d’identità: nel disegno compaiono il suo segno zodiacale (un ariete), il suo lavoro (un paio di sci) e la sua passione (una chitarra elettrica). Dominik canta in un gruppo heavy metal, i Rise of Voltage, con cui la scorsa estate si è esibito in qualche concerto in giro per l’Italia.

Lo sciatore che viene dall’ultimo paese della Val d’Ultimo si è abituato ad arrivare primo. Nel corso di un’annata incredibil­e che gli ha regalato sette successi in Coppa del Mondo e l’oro ai Mondiali di Åre nel SuperGigan­te, Paris è diventato il terzo italiano più vincente di sempre: sopra di lui rimangono solo i mostri sacri Alberto Tomba e Gustav Thoeni. Il prossimo 30 novembre, con la Discesa libera di Lake Louise in Canada, per i velocisti comincerà una nuova stagione. Ma prima di buttarcisi a capofitto riavvolgia­mo il nastro e ripercorri­amo gli ultimi mesi.

Dominik, sfatiamo un mito. La stagione non inizia adesso... Vero: se vuoi essere pronto in inverno devi lavorare bene in estate. Gli allenament­i estivi sono quelli che mi pensano di più ma i sacrifici preferisco farli prima piuttosto che dopo.

Come si prepara quando è lontano dalle piste? Da aprile a luglio mi alleno nei boschi della Val d’Ultimo: cinque o sei ore al giorno fra palestra, resistenza e bici. In agosto metto gli scarponi e comincio a sciare sul ghiacciaio. Poi un mese di allenament­o in Argentina.

Lo scorso anno ha sorpreso tutti. Come si ricomincia dopo una stagione così? L’importante sarà partire bene: se nelle gare iniziali riesci a stare con i primi, anche senza vincere, significa che ci sei.

Un fisico possente come il suo impiega più tempo a carburare. Dipende dal lavoro che hai fatto e da quello che hanno fatto gli altri. Si parte sempre a fari spenti e le gare americane non sono adatte alle mie caratteris­tiche: se fa molto freddo la neve è lenta, aggressiva, e io faccio più fatica.

Gli appuntamen­ti segnati con il circoletto rosso sul calendario sono altri. Per esempio la Discesa libera di Bormio, il 28 dicembre. Sulla Pista Stelvio ho vinto la mia prima gara in Coppa del Mondo, nel 2012, e da quel giorno mi è girata spesso bene (altri due successi in Discesa e uno in SuperG, ndr).

E poi c’è Kitzbühel: 24 gennaio 2020 il SuperG, il giorno dopo la Discesa. Una pista completa, molto tecnica, dove si scende velocissim­o e conta molto anche la tattica. È il tracciato che chiede di più allo sciatore e quello dove mi diverto di più.

Che rapporto ha con la paura? La paura non c’è. C’è il rispetto, quello sì: ed è fondamenta­le perché altrimenti rischi di farti male. Se hai paura non ti diverti e tiri il freno. Quando comincerò ad averne, significa che sarà arrivato il momento di smettere.

Dicono che dopo il primo figlio diminuisca la voglia di rischiare. Lei però dopo la nascita di Niko non ha fatto altro che vincere… Mi ha dato più tranquilli­tà, più equilibrio. Mi prendo più tempo per fare le cose.

Lo scorso 14 aprile ha compiuto 30 anni. La stessa età di Marcel Hirscher, l’austriaco che ha vinto le ultime otto Coppe del Mondo e che a settembre ha annunciato il ritiro. Se lo aspettava? Un po’ sì: Hirscher ha fatto tanto ed è difficile gestire per molto tempo un lavoro così intenso. Se non aveva più motivazion­i ha fatto bene a mollare.

Lei che traguardo si è dato? Il grande obiettivo sono i Giochi olimpici invernali di Pechino del 2022. Poi vedremo.

Nell’ultima Coppa del Mondo si è classifica­to quarto. Senza Hirscher può puntare alla vittoria? Difficile: noi velocisti facciamo meno gare rispetto agli slalomisti e ai gigantisti come Henrik Kristoffer­sen e Alexis Pinturault. Il francese, poi, va forte anche in SuperG.

Ha qualche amico fra i colleghi? Fra noi velocisti c’è un bel clima, scherziamo sempre. Nelle discipline tecniche l’ambiente è più teso.

Se dopo quell’estate insieme alle mucche non fosse andata bene con le gare, oggi cosa farebbe? Il malgaro, il muratore oppure il cuoco. Cucinare mi piace e un anno l’ho fatto anche per i compagni di ritiro. Con il cibo però devo stare attento: mangio la metà degli altri, altrimenti salgo subito di peso…

Sulla sua vita dopo lo sci, invece, ci riflette mai? Ogni tanto ci penso ma non mi vengono idee. E allora smetto di pensarci.

«SUGLI SCI LA PAURA NON ESISTE. C’È IL RISPETTO, QUELLO SÌ: ED È FONDAMENTA­LE PERCHÉ ALTRIMENTI RISCHI DI FARTI MOLTO MALE»

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l’oro ai Mondiali.
Paris, 30 anni, vive a Santa Valburga (Bz). Specialist­a di Discesa libera e SuperGigan­te, nel 2018-19 ha vinto otto gare compreso l’oro ai Mondiali.
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Dominik Paris ha vinto 16 gare di Coppa del mondo in carriera. Meglio di lui, fra gli italiani, solo Tomba (50 successi) e Thoeni (24).
 ??  ?? Dominik Paris posa dietro a un’Audi Q8. La Casa dei quattro anelli è partner della Federazion­e italiana sport invernali dal 2007.
Dominik Paris posa dietro a un’Audi Q8. La Casa dei quattro anelli è partner della Federazion­e italiana sport invernali dal 2007.

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