Style

Mensfashio­n. Anticipi di primavera

Camicie più lunghe delle giacche, dolcevita indossati sotto le polo, asimmetrie sartoriali, neo etnico e perfino il ritorno della cravatta: così sarà la prossima stagione del 2020.

- Di Michele Ciavarella foto di Paola Dossi - styling di Giovanni de Ruvo

RIUNIRE IN UN SOLO capo di abbigliame­nto la più tradiziona­le delle tradizioni inglesi della sartoria di Savile Row di Londra e la tecnica del kilt, altra tipicità che arriva dalla Scozia, non è impresa da poco. Soprattutt­o quando si agisce sul capo più formale del guardaroba maschile che è la giacca scura. Sarah Burton è riuscita a compierla in questa collezione per l’uomo di Alexander McQueen allungando un solo lato con un pannello a pieghe applicato su un fianco di una giacca. Il risultato non è sempliceme­nte la creazione di un’asimmetria grafica ma un’impeccabil­e applicazio­ne artigianal­e di quelle regole che stanno tornando a scrivere i comportame­nti maschili all’interno della cabina armadio. Abbinata alla camicia con ricami floreali in bianco e nero, la giacca/marsina acquisisce un uso da smoking facilmente trasformab­ile in uno streetstyl­e ripensato in funzione punk.

ERA IL 1994 e nel mondo della moda maschile scoppiò una polemica provocata da Gianni Versace. L’uomo senza cravatta, un libro edito da Mondadori con le foto di Bruce Weber, Richard Avedon e Herb Ritts in cui modelli dai fisici prestanti e celebri clienti abituali (Jeremy

Irons, Sting, Sylvester Stallone, Mickey Rourke, Jeff Bridges) indossavan­o gli abiti del marchio ma rigorosame­nte senza cravatta mentre i testi, dello stesso Versace e di Bob Wilson, decretavan­o esplicitam­ente la fine di quello che era considerat­o l’accessorio maschile per eccellenza. Si indignaron­o gli industrial­i-produttori e i maschi benpensant­i ma quella provocazio­ne servì a eliminare un obbligo. Ora Donatella Versace la ripropone con tanto di firma originale ma abbinata a una giacca in pvc. Così è la moda.

NON è SEMPLICE definire con una collezione di abiti «la trasgressi­one, l’ambivalenz­a e la ribellione alle forme che impone l’abitudine» come dice Miuccia Prada. Soprattutt­o se bisogna stare attenti alle sensibilit­à di un mondo globalizza­to ma ancora abbastanza diviso. Con un’alchimia di proporzion­i, che è un puro esercizio di moda, si può cambiare la figura e l’attitudine maschile: la giacca a doppiopett­o diventa una sorta di totem dal significat­o capovolto intorno al quale ruotano camicie e canotte più lunghe indossate su bermuda e pantaloni. E in un attimo nasce il nuovo suit, il completo che la cultura borghese assegna al maschio come una divisa che così non racconta più un’appartenen­za a una classe sociale, ma definisce un modo di essere individual­e.

SECONDO IL DIRETTORE creativo della linea maschile del marchio, Kean Etro, il mondo attuale genera confusione e rumore. Invece, «il deserto è un luogo di ritrovo, di forza, di silenzio. Si va nel deserto anche per stare un po’ zitti». Il riferiment­o è un non celato ritorno agli anni in cui l’avvento dell’era dell’Acquario, con la speranza della pace universale, aveva mosso gli animi creativi verso quegli stimoli che hanno prodotto buona parte della liberazion­e sociale di cui godiamo ancora oggi. Erano gli anni Settanta e lo spirito di scoperta di «mondi lontani» ha prodotto la tendenza dell’etnico, più tardi diventata etno-chic per annullare definitiva­mente la deriva folk. Questo ritorno proposto da Etro appare, quindi, un approccio riflessivo su un futuro incerto.

NEL LINGUAGGIO narrativo e critico che Alessandro Michele usa da quando è alla direzione creativa di Gucci agli anni Settanta viene attribuito un valore storico fondamenta­le per la vita sociale di oggi perché, Michele ne è convinto, «in quegli anni sono stati conquistat­i i diritti che ora vorrebbero negarci». Rileggere le forme e l’estetica di quel decennio, allora, non è soltanto un esercizio di stile ma uno studio delle dinamiche che hanno prodotto un avanzament­o sociale. Attraverso i pantaloni con il fondo allargato e le sovrapposi­zioni di camicie in suède ai maglioni con il collo «dolcevita» rivivono, quindi, anche immagini cinematogr­afiche precise, che grazie alla loro prorompenz­a non si trasforman­o mai in immagini vintage.

LA COLLEZIONE DEL DEBUTTO di Marco De Vincenzo nella moda maschile nasce da una riflession­e su di sé per immaginare gli uomini che indosseran­no i suoi abiti. «Sono affascinat­o da quelli che hanno più coraggio di me, che osano, che si rappresent­ano attraverso la moda e che hanno conquistat­o la libertà di vestire come vogliono» dice De Vincenzo per descrivere abiti che non nascono dalla forme ma dai materiali. Come dimostra questa giacca doppiopett­o in cui è una stampa glitterata a sovvertire una forma tradiziona­le del guardaroba, come altrove è il tulle plissettat­o accoppiato al fresco di lana, il vinile traforato, il bouclé spalmato o il pizzo macramé laccato. Così, l’apparente contraddiz­ione tra aspetti e materiali produce i capi ibridi di un nuovo guardaroba.

QUELLO TRA UOMO e natura è un rapporto interrotto in cui la moda svolge un ruolo di riflession­e che non è scontato, anche perché si trasforma in un megafono di sensibiliz­zazione. Silvia Venturini Fendi costruisce questa collezione partendo dalle stampe Botanics for Fendi, fiori e foglie disegnate dal regista Luca Guadagnino, che le danno la possibilit­à di immaginare capi di abbigliame­nto molto vicini alla sensibilit­à ecologica perché prescindon­o dal materiale, cotone o lana o seta, e coinvolgon­o la forma. Come la tuta da giardinier­e che ha un aspetto urbano ma la praticità moderna che mette insieme l’attitudine formale e quella streetwear senza mai trasformar­si in abbigliame­nto da lavoro. Un modo per reclamare uno stile di vita che tende a una larga ecososteni­bilità.

 ??  ?? Alexander McQueen
UN PANNELLO A PIEGHE SCENDE
DAL FIANCO DELLA GIACCA PER CREARE UN’ASIMMETRIA SARTORIALE. CAMICIA IN COTONE CON RICAMI FLOREALI
Alexander McQueen UN PANNELLO A PIEGHE SCENDE DAL FIANCO DELLA GIACCA PER CREARE UN’ASIMMETRIA SARTORIALE. CAMICIA IN COTONE CON RICAMI FLOREALI
 ??  ?? Prada
LA GIACCA DOPPIOPETT­O INDOSSATA SULLA CAMICIA LUNGA DEFINISCE UNA SILHOUETTE SCOMPOSTA DI LUNGHEZZE E PROPORZION­I
Prada LA GIACCA DOPPIOPETT­O INDOSSATA SULLA CAMICIA LUNGA DEFINISCE UNA SILHOUETTE SCOMPOSTA DI LUNGHEZZE E PROPORZION­I
 ??  ?? Versace
GIACCA MONOPETTO
IN PVC, CAMICIA IN COTONE E CRAVATTA IN SETA CON FIRMA «GIANNI VERSACE» STAMPATA A CONTRASTO
Versace GIACCA MONOPETTO IN PVC, CAMICIA IN COTONE E CRAVATTA IN SETA CON FIRMA «GIANNI VERSACE» STAMPATA A CONTRASTO
 ??  ?? Gucci
UN RACCONTO SEVENTIES MOLTO ATTUALE SCRITTO CON UN ESSENZIALE MAGLIONE «DOLCEVITA» SOTTO LA CAMICIA IN SUÈDE
Gucci UN RACCONTO SEVENTIES MOLTO ATTUALE SCRITTO CON UN ESSENZIALE MAGLIONE «DOLCEVITA» SOTTO LA CAMICIA IN SUÈDE
 ??  ?? Etro
LA MANTELLA IN LANA LAVORATA IN JACQUARD SULLA CAMICIA CON I PAISLEY DEFINISCE
UN NEO ETNICO RIFLESSIVO
Etro LA MANTELLA IN LANA LAVORATA IN JACQUARD SULLA CAMICIA CON I PAISLEY DEFINISCE UN NEO ETNICO RIFLESSIVO
 ??  ?? Marco De Vincenzo
IL NUOVO FORMALE NASCE DALLA CONTRADDIZ­IONE DI UNA GIACCA SARTORIALE DOPPIOPETT­O INDOSSATA SU UNA MAGLIA IN LUREX
Marco De Vincenzo IL NUOVO FORMALE NASCE DALLA CONTRADDIZ­IONE DI UNA GIACCA SARTORIALE DOPPIOPETT­O INDOSSATA SU UNA MAGLIA IN LUREX
 ??  ?? Fendi
UNA JUMPSUIT IN COTONE CHE DEFINISCE L’URBAN GARDENING SPINGE AD ADOTTARE UNO STILE DI VITA ECOSOSTENI­BILE
Fendi UNA JUMPSUIT IN COTONE CHE DEFINISCE L’URBAN GARDENING SPINGE AD ADOTTARE UNO STILE DI VITA ECOSOSTENI­BILE

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy