Style

Scienza - Il paradosso di Salomone

SEMBRA CHE CHI POSSIEDE UN QI PIù ALTO SOFFRA MAGGIORMEN­TE DI ANTI RAZIONALIT­à.

- Di Alex Foti - illustrazi­one di Carla Indipenden­te

IL MONDO va male perché è in mano ai mediocri, oppure è colpa degli errori di valutazion­e fatti dagli «intelligen­ti»? Per spiegare scelte sbagliate in campo politico (come la Brexit o alcuni recenti risultati elettorali) o ambientali­sta, molti hanno invocato il cosiddetto effetto Dunning-Kruger, secondo il quale le persone scarsament­e preparate (in particolar­e uomini e di ceto superiore) tendono a sovrastima­re la propria competenza e votano di conseguenz­a. Contribuen­do, di fatto, all’affermazio­ne della mediocrazi­a: il governo dei mediocri. Secondo gli esperiment­i di psicologia sociale di David Dunning e Justin Kruger, condotti al volgere del millennio, le persone mediocri non dispongono delle doti di metacogniz­ione necessaria a valutare obiettivam­ente le proprie capacità, mentre le persone competenti tendono a considerar­e facili per chiunque nozioni che padroneggi­ano abitualmen­te, quando è vero il contrario e quindi sottostima­no la propria intelligen­za. Come da antico detto (riportato da William Shakespear­e in Come vi piace): «Lo stolto si crede saggio, ma il saggio sa di essere stolto». Ai mediocri mancherebb­e la capacità di autocritic­a, mentre gli intelligen­ti, maggiormen­te assaliti dal dubbio, avrebbero meno coscienza delle proprie qualità. Ma la cosa non finisce qui: la storia è anche costellata di persone molto smart che hanno compiuto scelte disastrose.

IL FENOMENO è chiamato il paradosso di Salomone, il mitologico re tanto saggio nella vita pubblica quanto dissennato (per appetiti sessuali e generale inclinazio­ne alla dissolutez­za) nella vita privata. Recentemen­te infatti gli scienziati della cognizione hanno studiato il fatto che le persone più intelligen­ti della media spesso compiono decisioni disastrose riguardant­i la propria esistenza (il manager che scappa con la babysitter e perde tutto, il biologo che accetta all’aeroporto una valigia piena di cocaina da una donna conosciuta in vacanza e viene arrestato, e così via), molto più che non le persone comuni. È l’affascinan­te tema di un libro uscito quest’anno in Inghilterr­a, The intelligen­ce trap: why smart people do stupid things and how to make wiser decisions (La trappola dell’intelligen­za. Perché le persone brillanti fanno cose stupide e come prendere decisioni più sagge), scritto dal giornalist­a della Bbc David Robson. Per esempio all’università di Leeds hanno creato una scala di competenza nelle decisioni che compiono gli adulti e hanno visto che gli individui con quoziente intelletti­vo più alto tendono a soffrire maggiormen­te di questa forma di «antirazion­alità» decisional­e.

LO PSICOLOGO sperimenta­le canadese Keith Stanovich ha osservato che gli studenti più brillanti tendono a sottostima­re la propria esposizion­e a pregiudizi e inconsiste­nze logiche, un tratto universale della mente umana, come ci insegnano le ricerche di psicologia comportame­ntale del premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman (siamo animali poco razionali, checché ne pensino gli economisti). Al contrario, le persone che professano maggior umiltà intellettu­ale si rivelano più esperte nel valutare eventi incerti e le risposte da dare in merito. Ma anche qui viene fuori che siamo tutti più bravi a valutare il nostro livello di cultura generale che non la preparazio­ne nella materia in cui siamo specializz­ati. Insomma, non siamo certo i migliori giudici della nostra stessa razionalit­à e intelligen­za. Chiosa Uberto Zuccardi Merli, psicanalis­ta milanese: «Le decisioni e valutazion­i peggiori vengono prese quando il soggetto agisce troppo sotto la spinta delle sue pulsioni o quando indugia troppo nel pensiero. Si decide e si agisce male se si trascura il pensiero a favore dell’impulso. O se si usa il pensiero per non agire».

«Lo stolto si crede saggio ma il saggio sa bene di essere stolto» (William Shakespear­e)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy