Anni ‘70: il decennio delle contraddizioni
«MADE IN ITALY» È IL RACCONTO DELLA NASCITA DELLA MODA ITALIANA E DEL GIORNALISMO DI SETTORE. TRA MOVIMENTI STUDENTESCHI E SCONTRI ARMATI.
I SETTANTA sono stati gli anni di piombo, sì, ma anche il decennio che ha cambiato la storia della moda in Italia. La serie tv Made in Italy rivive quel periodo d’oro sfogliando le «figurine» degli stilisti dell’epoca: Walter Albini e Mariuccia Mandelli Krizia, Ottavio Missoni e Raffaella Curiel, Elio Fiorucci Giorgio Armani e Gianfranco Ferré.
Le loro storie sono riviste con gli occhi di Irene Mastrangelo, un’aspirante giornalista che entra nella redazione della rivista di moda Appeal. Nel ruolo della protagonista c’è l’esordiente Greta Ferro, 22enne molisana di cui – è una scommessa facile – nei prossimi anni sentiremo molto parlare.
Com’è stato calarsi nel personaggio di Irene?
Ho avuto un momento di panico quando ho scoperto di essere la protagonista, perché all’inizio non l’avevo capito… Per il resto è stato abbastanza facile perché io e Irene ci assomigliamo, siamo tutte e due molto spontanee. L’aspetto impressionante, e un po’ inquietante, è che tante cose che accadono a Irene in Made in Italy poi sono successe anche a me.
Ogni puntata della serie si concentra su uno degli stilisti italiani che ha caratterizzato gli anni Settanta. Quale l’ha colpita di più? A livello personale Krizia. E poi Walter Albini: la sua storia è meno conosciuta ma ha rappresentato una figura fondamentale per la moda dell’epoca e non solo.
Si può dire che Made in Italy sia la versione italiana de Il diavolo veste Prada? A me quel film
di Baron come «un mix di astrazione e semplicità stranamente accoppiati con un perpetuo desiderio di scioccare o almeno sorprendere». Di pagina in pagina, senza ordine cronologico, Fabien Baron Works più che un autoritratto è un esercizio di metodo che rivela quel sottile filo rosso che unisce le copertine iconiche della rivista Interview (fondata da Andy Warhol nel 1969 e poi diretta da Baron negli ultimi tre anni), alla Madonna di Sex Book, il libro del 1992 con le fotografie di Steven Meisel, alle bellissime e inedite immagini di paesaggio selezionate dal suo archivio personale. Il tutto senza nostalgia. Perché come ha confidato Baron: «Ho la tendenza a non voler mai guardare indietro».