Isabella
, che emozione ritrovarti dopo tutti questi anni! Abbiamo trascorso un’estate insieme tanto tempo fa, mi ricordo anche dei tuoi genitori...».
Strano ma vero: è il testo di una lettera, non di un messaggio su Facebook e neppure su Instagram, di una lettera vera (con l’unica differenza che è arrivata via mail).
«Ho percepito il titolo del tuo ultimo editoriale (Telefonami tra 20 anni, pubblicato su Style gennaio-febbraio 2020) come un segnale di un ricordo lontano legato al tempo che passa, ma che il tempo non cancella. Un caro saluto, Isabella».
Grazie a Style ho ritrovato un affetto lontano, di quando ero poco più che un bambino.
Sì, a quel tempo Isabella e io lo eravamo, e come tutti i bambini avevamo poca libertà di agire, ma tanta libertà di andare ovunque con l’immaginazione, di essere quello che volevamo, di amare chiunque e qualunque cosa volessimo amare. È strano pensare che crescendo, assumendo maggiore LIBERTÀ di fare e di scegliere, spesso diminuisca la libertà di essere e di conseguenza la propria autenticità, la propria essenza. Quel faticoso passaggio all’età adulta è molte volte accompagnato dalla paura di esprimere se stessi e di venire giudicati dagli altri: diffidenza o prudenza frenano lo slancio.
Se mi metto nei panni di Isabella posso immaginare che abbia esitato prima di premere il tasto invio. Forse quella prudenza si era ripresentata. Mi piace pensare che l’Isabella adulta abbia ritrovato e assecondato quella libertà dell’Isabella bambina, che da qualche parte, più o meno malcelata, sopravvive dentro ciascuno di noi. (alessandro.calascibetta@rcs.it)