KARL BLOSSFELDT.
Ingrandiva le immagini (Bottle Brush dal volume Karl Blossfeld. The complete published work, Taschen).
il confine tra fotografia e video nell’era di Instagram?) ritrae, con una luce alla Caravaggio, diversi tipi di frutta lasciati ad ammuffire per mesi, insieme a una penna Bic che resta perfetta a se stessa. Del resto è stato Marcel Duchamp a dirci che ogni oggetto ha dentro la possibilità di diventare opera portando con sé un concetto. Così come Man Ray affermava «ciò che non posso dipingere fotografo e ciò che non posso fotografare dipingo».
Eppure, nonostante l’eterno ping pong tra reale e finzione, Man Ray ha prodotto innumerevoli oggetti inanimati per le sue fotografie. Forse non la pensava allo stesso modo Irving Penn, uno dei massimi maestri dello still life, che dal reale non si mai è mosso dimostrando che la fotografia può «aumentare» ciò che ci circonda. Seguendo la tradizione di Jean-Baptiste-Siméon Chardin e altri pittori di nature morte, Penn ha concentrato il suo sguardo raffinato su oggetti insignificanti come rifiuti urbani, ossa e mozziconi di sigarette, suscitando le stesse emozioni accese dalla sua ritrattistica e dalla fotografia di moda. E la storia potrebbe continuare, passando attraverso gli scatti di cibo di Martin Parr, dal Wolfgang Tillmans dei mazzi di chiavi o con il Chema Madoz delle nature morte surrealiste in bianco e nero, per restare nel terreno della contemporaneità.