Style

SOPE DÌRÍSÙ RAZZISMO È SENTIRSI UN OUTSIDER NEL PROPRIO PAESE

- DI VALENTINA RAVIZZA FOTO DI TOMO BREJC STYLING DI FABIO IMMEDIATO

ÈCRESCIUTO RECITANDO SHAKESPEAR­E ai campi estivi della britannica National Youth Theatre (l’organizzaz­ione no-profit che ha «allevato» talenti come Colin Firth e Helen Mirren), ma chiama casa anche la Nigeria, che i suoi genitori hanno lasciato «per assicurars­i che la vita dei loro figli fosse più semplice della loro». Non è un caso quindi che il talento di Sope Dìrísù sia esploso grazie a due storie che, pur molto diverse, hanno entrambe per protagonis­ti dei migranti: la serie Gangs of London (trasmessa in Italia su Sky Atlantic nel 2020 e di cui è già attesissim­a la seconda stagione), una sorta di british Suburra con la star di Peaky Blinders Joe Cole, e il film His House (Netflix), horror-drama pluripremi­ato agli ultimi British Independen­t Film Awards. Ed entrambe partono da uno sradicamen­to di «chi è stato costretto a fuggire dalla propria casa e a cercare una nuova vita altrove» e dal bisogno di «fare il meglio che puoi per dare migliori opportunit­à alla generazion­e successiva». A costo del proprio sangue (e spesso anche di quello degli altri) per i criminali di Gangs of London, oppure lottando contro i demoni del passato fin quasi a uccidere una parte di sé, come fanno i due rifugiati di His house (al fianco di Dìrísù c’è l’attrice anglo-nigeriana Wunmi Mosaku) che cercano disperatam­ente di superare gli shock e integrarsi. «L’uso dell’horror serve a mostrare come vanno davvero le cose, quant’è duro il processo di assimilazi­one, quanto ti chiede di rinunciare a te stesso per arrivare in fondo» spiega. «Ma il vero orrore è quello che gli esseri umani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy