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Ispirazion­i esotiche

Nella foresta pluviale di Bali un «campo» da esplorator­i dell’ottocento.

- di Micaela Zucconi

NEL CUORE DI BALI, nella zona di Ubud, lontano dalle coste e dagli itinerari più turistici, si può ancora immaginare l’isola indonesian­a come la videro i primi europei sbarcati nell’ottocento. Con lo stesso spirito di avventura l’architetto e hotel designer americano Bill Bensley ha realizzato qui un resort. Un campo tendato sugli alberi, dalle caratteris­tiche però molto speciali. Da un lato il ricordo delle architettu­re balinesi rurali più pure, costruite in materiali naturali, lontane dalle influenze hindu e buddhiste, dall’altro quello di un accampamen­to coloniale, con le tende funzionali. «Per il ristorante principale ci siamo ispirati alla struttura del classico fienile locale – lumbung – ma realizzato in tela oltre che in legno» spiega Bensley. «È però il lavoro degli artigiani locali, alcuni specializz­ati nell’antica arte della pittura Kamasan, a infondere ovunque lo spirito dell’isola».

Un’oasi di quiete: non ci sono telefoni né tablet. Anche la coscienza è tranquilla: nessun albero è stato tagliato per realizzare Capella Ubud (Capella è il nome della stella più brillante della costellazi­one dell’auriga, già una dichiarazi­oni d’intenti). «La mia sfida sostenibil­e più grande è mantenere la foresta intatta» spiega l’architetto, di base a Bangkok, che ha forgiato il suo senso dell’esotismo nel corso di lunghi viaggi in Asia. «Ma per rendere unico il luogo sono essenziali alcuni ingredient­i: una storia inedita, un design originale, un’immersione autentica nella vita balinese» aggiunge. E le 22 tende (più due lodge) riflettono questa filosofia. Arrampicat­e tra gli alberi e raggiungib­ili con scalette e passerelle, presentano ognuna arredi diversi, con oggetti di antiquaria­to, ispirati ai primi esplorator­i olandesi. Ecco la tenda del cartografo, del naturalist­a e così via.

Annidati nella zona più bucolica di Bali, tra giungla e campi di riso, si ascolta lo scorrere del fiume, ci si abbandona ai rituali ispirati alle fasi lunari, si visita il vicino villaggio rurale di Keliki o il Subak Irrigation System, sito Unesco dal 2012, antico sistema di gestione delle acque, tra canali, templi hindu e corollario di cerimonie.

ATMOSFERE CHE RICHIAMANO ACCAMPAMEN­TI COLONIALI: LEGNI, PIETRE LOCALI, TESSUTI I MATERIALI BASE

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Il resort (capellaubu­d.com) si rifà a un campo coloniale, uno di quelli che usavano gli esplorator­i europei arrivati qui per conquistar­e le terre o per creare legami commercial­i. Il lusso è arrivato secoli dopo.

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