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I parchi delle meraviglie

ALLONTANAR­SI POCHI CHILOMETRI DALLE CITTÀ PER TROVARE OASI ALL’OMBRA DI RESIDENZE NOBILIARI. DA VILLA ARCONATI VICINO MILANO AL GIARDINO DI VALSANZIBI­O NEL PADOVANO: CON EFFETTI SALUTARI PER LO SPIRITO E PERSINO PER IL SISTEMA IMMUNITARI­O.

- di Valentina Ravizza

IGIAPPONES­I INSEGNANO: immergersi nella natura non solo fa bene allo spirito, ma ha anche effetti quantifica­bili sulla nostra salute. Una camminata di due ore nei boschi per due giorni consecutiv­i, per dire, aumenta del 50 per cento l’attività dei linfociti LK, quei globuli bianchi che contribuis­cono a combattere le infezioni e addirittur­a il cancro. Loro la chiamano «shinrin-yoku», immergersi nella foresta, ma non è necessario fare chilometri per raggiunger­e un bosco millenario. Può bastare anche un giardino all’italiana punteggiat­o di sculture classiche in pietra racchiuse in freschi «teatri», carpinate e un bellissimo parterre alla francese: così Villa Arconati, «monumento di verzura» del patriziato lombardo, è diventata la nuova meta del forest bathing semi-cittadino di migliaia di milanesi ogni anno. La tenuta di campagna acquistata nel Seicento da Galeazzo Arconati, che ne ha trasformat­o il parco ispirandos­i al Codice Atlantico di Leonardo, è tornata infatti a vivere grazie alla Fondazione Augusto Rancilio che l’ha riportata al suo antico splendore in un’ottica moderna e sostenibil­e (il servizio #Menstyle/1 nelle pagine seguenti è stato ospitato qui). Ed è così che oggi questa settecente­sca «villa di delizia» nel cuore del Parco delle Groane, a una decina di chilometri da Milano, non solo è aperta al pubblico (tutte le domeniche fino al 21 ottobre, villaarcon­ati-far.it), ma si anima anche di varie iniziative open air: dal brunch all’happy hour, dalla merenda a base di «delizia Arconati», la torta al

cioccolato e limone realizzata in onore degli antichi padroni di casa, agli chic-nic sull’erba. Gran finale di stagione a ottobre con La commedia segreta degli Arconati, una visita guidata che diventa viaggio nel tempo in compagnia dei personaggi che lungo i secoli hanno vissuto in questo luogo.

E SE VILLA ARCONATI è stata celebrata dall’incisore del Settecento Marc’antonio Dal Re come la piccola Versailles lombarda, Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani di Galzignano Terme, in provincia di Padova, è la Versailles italiana. Non tanto per la residenza nobiliare in sé (è aperto al pubblico solo il casino di caccia dell’ottocento Ca’ Martinengo), quanto per il suo Giardino monumental­e di Valsanzibi­o (valsanzibi­ogiardino.it) un percorso botanico che simboleggi­a l’ascesa dell’uomo verso la perfezione. Attraverso il Portale di Diana, si sale alla fontana dell’estasi, per poi perdersi tra le tentazioni del Labirinto, riflettere sull’immanenza all’isola dei conigli e sulla fugacità della vita di fronte al Monumento al tempo. E a proposito di tentazioni, vale la pena partecipar­e a uno dei picnic gourmet nel verde, magari sorseggian­do il nuovo signature cocktail Barbarigo, per poi, al tramonto, immergersi in una passeggiat­a rigenerant­e, durante la quale si possono abbracciar­e alcuni alberi secolari per assorbirne l’energia vitale.

IL PARCO PUBBLICO più bello d’italia però pare sia quello di Villa Revedin Bolasco (parcobolas­co.it) a Castelfran­co Veneto (Treviso), il più votato nel 2018 tra oltre un migliaio di candidati sul sito ilparcopiu­bello.it. Si tratta di un giardino romantico all’inglese in cui si alternano prati, specchi d’acqua, collinette e gruppi arborei, cornato dalla cavalleriz­za, un’arena per equitazion­e circondata da 52 statue. A curare gli oltre mille alberi di 65 specie diverse, più di 30 dei quali hanno un età compresa fra i 75 e i 125 anni, sono i botanici dell’università di Padova, che conducono visite guidate gratuite su prenotazio­ne il sabato e la domenica. Per la categoria dei parchi privati ha vinto invece Villa Torrigiani a Camigliano, nel lucchese, il cui Giardino di Flora (aperto tutti i giorni fino alla seconda domenica di novembre) ancora oggi offre uno dei panorami naturalist­ici secentesch­i più affascinan­ti d’italia, tra grotte, passaggi segreti e giochi d’acqua, progettati dal paesaggist­a di Versailles Andrée Lenotre. Il plus? La ricca collezione di antiche camelie.

La versione cittadina dello shinrin-yoku, l’immersione antistress nel verde, si pratica in romantici giardini patrizi, tra statue classiche e fontane

 ??  ?? Il viale d’accesso a Villa Barbarigo (sopra). A sinistra: il Padiglione di Diana (sopra) nel Giardino monumental­e di Valsanzibi­o; sotto, la serra di Villa Revedin Bolasco, curata dai botanici dell’università di Padova.
Il viale d’accesso a Villa Barbarigo (sopra). A sinistra: il Padiglione di Diana (sopra) nel Giardino monumental­e di Valsanzibi­o; sotto, la serra di Villa Revedin Bolasco, curata dai botanici dell’università di Padova.

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