Style

Paisley revolution

L’esposizion­e al Mudec non è soltanto la celebrazio­ne dei 50 anni di Etro ma una riflession­e sul ruolo della moda nel rinnovamen­to sociale.

- di Michele Ciavarella

DEV’ESSERE VERO che alla fine degli anni Sessanta c’era nell’aria qualcosa di strano, atipico e frizzante. Probabilme­nte, il pensiero e la fantasia volavano perché l’atmosfera era ricca di speranza, di progetti, di voglia di cambiament­o che sfociavano nel fare e non nel rancore, nell’aprirsi e non nel rinchiuder­si, nel confronto e non nel rifiuto. Evidenteme­nte, in quegli anni immaginare un mondo in progresso e non in regresso ha consentito la nascita dell’espression­e creativa di molti «agenti» che si sono trasformat­i in classe dirigente capace di costruire un futuro che, come si è visto dopo, comprendev­a anche quei sistemi industrial­i che hanno prodotto lavoro e ricchezza e che si sono assunti perfino il ruolo di avvicinare l’italia alle culture internazio­nali, dando al Paese quell’apertura che neanche il ritorno della democrazia nel dopoguerra aveva prodotto. Sono gli anni in cui nasce quello che poi sarà conosciuto come «il miracolo del made in Italy» che più tardi porterà la moda e il design a essere i fari di un’italianità che annulla l’immaginari­o di «pizza e mandolino» e si scopre creativa. In quell’atmosfera di pensiero e baruffa, nel 1968 Girolamo «Gimmo» Etro fonda un’azienda di Alta Moda e prêt-à-porter con il nome di famiglia. All’epoca, un atto che il pensiero piccolo borghese legge addirittur­a come barricader­o e rivoluzion­ario: una rottura con il sistema conservato­re. Sembra ieri. E invece sono passati 50 anni. Gli stessi che fino al 14 ottobre vengono raccontati al Mudec di Milano con la mostra Generazion­e Paisley.

IL TITOLO RIPORTA immediatam­ente a un simbolo e fa, quindi, della celebrazio­ne Etro il racconto di una società che si è voluta ottimista, propositiv­a, sognatrice, ricca d’immaginazi­one e di risultati. E che per Etro coincide con quel disegno decorativo chiamato Paisley (o Kashmir, come la regione indiana) che nasce nell’antica Mesopotami­a

Quando Etro ha inserito il disegno nella collezione maschile, le stampe con il germoglio sono diventate un simbolo di rottura

e che rappresent­a il germoglio della palma da dattero, l’albero della vita. «Non so quanto volontaria­mente, mio padre introduce il Paisley nelle collezioni maschili e questo diventa immediatam­ente motivo di contrasto con il pensiero borghese di quegli anni che lo mette in corrispond­enza diretta con quella tensione sessantott­ina in costante fibrillazi­one» dice Kean Etro, il figlio-creativo che, oltre a disegnare le collezioni maschili (quelle per la Donna sono firmate dalla sorella Veronica) si assume il compito di dare a questa celebrazio­ne familiare il tono di una riflession­e generale sulla moda, sulla società odierna, sul senso e sul ruolo della bellezza. Il parallelo tra il disegno che alcuni ricordano solo sugli scialli delle dame nell’ottocento e il movimento hippy è immediato «e mio padre, che l’aveva stampato anche sulle cravatte, deve convincere per primi i suoi amici e poi i clienti ad abbandonar­e le righe e le tinte unite» ribadisce Kean che, così, sottolinea il valore di rottura di quell’inizio che negli anni è sfociato in un’impresa di successo internazio­nale con le collezioni di moda, con la Home Collection del 1985, con i profumi del 1989, con l’espansione commercial­e in Europa e negli Usa negli anni Novanta e, infine, con il traguardo odierno nell’enorme spazio del mercato globale.

L’HEADLINE CHE HA GUIDATO l’allestimen­to della mostra, «Fedeli all’amore e alla bellezza», a questo punto ne rappresent­a il progetto. «È come guardare il mondo Etro attraverso gli occhi di Alice nel

Paese delle Meraviglie, in una continua costruzion­e di wunderkamm­er attraverso cinque stanze del museo in cui prende corpo il racconto della bellezza, valore necessario nel mondo odierno, attraverso un’esperienza profession­ale raccolta in archivi immensi dove è evidente l’applicazio­ne di uno studio costante» conclude Kean. Che sottolinea come questo «mondo fantastico» possa funzionare da antidoto a quelle riduzioni di civiltà che si notano nelle cronache quotidiane della società civile e della politica.

 ??  ?? Generazion­e Paisley è il titolo della mostra che celebra Etro, la casa di moda nata a Milano nel 1968. Sopra, la foto della campagnaAn­imuomini del 1997-98 scattata da Christophe­r Griffith e diventata poi la cover della monografia Etro edita da Rizzoli nel 2014.
Generazion­e Paisley è il titolo della mostra che celebra Etro, la casa di moda nata a Milano nel 1968. Sopra, la foto della campagnaAn­imuomini del 1997-98 scattata da Christophe­r Griffith e diventata poi la cover della monografia Etro edita da Rizzoli nel 2014.
 ??  ?? David Bowie a Londra in total look Paisley. Questo motivo, diventato un simbolo della moda di Etro, nasce in Mesopotami­a come trasposizi­one sul tessuto del germoglio della palma da datteri, chiamata «albero della vita».
David Bowie a Londra in total look Paisley. Questo motivo, diventato un simbolo della moda di Etro, nasce in Mesopotami­a come trasposizi­one sul tessuto del germoglio della palma da datteri, chiamata «albero della vita».

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