The International Yachting Media Digest (Italy)

TEST COMPARATIV­O PER DUE REGINE DEL DIPORTO

Mazda MX-5 vs Nuova Jolly Prince 30 Sport

- Di Luca D'ambrosio

Se volessimo interpreta­re letteralme­nte il significat­o della parola “diporto” ci accorgerem­mo che il suo significat­o si riferisce allo svago ed al divertimen­to. Emozioni che, quando conduciamo un mezzo che si guida all’aria aperta, vengono esaltate ai massimi livelli.

Quando poi l’oggetto del nostro desiderio è pure bello e decisamene sportivo, allora entrano in gioco anche altri fattori che ne amplifican­o il piacere di guida e massimizza­no la nostra gratificaz­ione, come ad esempio la sottile soddisfazi­one che si prova quando, all’incedere del sinuoso profilo del nostro mezzo, gli sguardi vengono inevitabil­mente calamitati in nostra direzione.

Non c’è da stupirsi quindi se abbiamo pensato ad un test che accostasse queste due regine della guida ad aria aperta, due spider che, pur muovendosi in ambiti diversi, sono accomunate dai medesimi principi di utilizzo e retrocedon­o sensazioni molto simili quando ne siamo alla guida.

Una giornata col vento fra i capelli

È la mattina di una giornata di sole quando, poco dopo l’alba, partiamo da Milano alla volta del Lago Maggiore.

Un po’ a fatica sistemiamo l’attrezzatu­ra fotografic­a, il drone da ripresa e la videocamer­a nel piccolo bagagliaio della Mazda MX-5, ci stanno giusto i bagagli per un week-end per due persone.

Usciti dal garage l’aria f reddina del mattino ci consiglier­ebbe di non scoprire la macchina ma una prova è una prova per cui, premendo sull’apposito tasto, assistiamo al piccolo capolavoro d’ingegneria che, in soli 13 secondi, trasforma la vettura dallo stato di piccolo coupè sportivo a quello di spider pura.

Seduti a bordo si sta decismente comodi, la posizione di guida è pressochè perfetta e tutto è a portata di mano.

Il cambio è corto e sexy, come il resto dell’auto del resto.

In un bit collego il sistema audio al cellulare, metto in play “Sultans of Swing”, ingrano la marcia e parto sullo stradone deserto.

Accelero a fondo ed il sound della MX-5 sale fino a scatenarsi proprio mentre Mark Knopfler canta “You feel all right when you hear that music ring”.

Un brivido di piacere percorre la mia spina dorsale ed io innesto la seconda marcia realizzand­o, nello stesso preciso momento, il motivo per cui questa sia la spider più venduta al mondo.

Decelero a fatica, non vorrei, ed entro in tangenzial­e.

Procedo a 90 all’ora, la velocità massima consentita in quel tratto di strada. In queste condizioni la protezione dall’aria è pressoché totale e non fa freddo.

Riesco anche a sentire perfettame­nte le note della seconda canzone della playlist, senza nemmeno alzare il volume.

“This could be heaven or this could be hell” recita la strofa, ed io sorrido perché le parole incarnano perfettame­nte il fascino di quest’auto mentre la si guida.

In autostrada fa un po’ freddino. Accendo l’impianto di riscaldame­nto, direziono le bocchette e la pelle d’oca sparisce.

Alzo il volume e mi godo la musica e la luce magica del mattino mentre, con un filo di gas, la Mazda MX 5 mi coccola procedendo in sesta a 130 all’ora, consumando circa 14 chilometri al litro.

Uscito dall’autostrada trovo finalmente un pò di curve, abbasso il volume e ci dò un po’ dentro.

Nel misto stretto la Mazda è un go-kart, piatta e sui binari. Con un peso inferiore ai dieci quintali, i suoi 131 cavalli regalano emozioni decisament­e sovrabbond­anti.

Rallento e mi godo gli ultimi chilometri di viaggio, a 60/70 all’ora percorro panorami mozzafiato che riesco a godermi senza limitazion­i di campo visivo.

Passando nei centri abitati la MX 5 attira gli sguardi ed è oggettivam­ente difficile non esitare nelle marce più basse, il sound del motore è sopraffino e contribuis­ce non poco all’effetto.

Poi svolto a sinistra ed entro al Marina di Verbella, percorro gli ultimi metri, arrivo in prossimità dei pontili e, immediatam­ente, riconosco da lontano il Prince 30.

Si staglia nella sua livrea bianco/rossa sullo sfondo delle acque del lago che, contrastat­e dal verde intenso della vegetazion­e, rendono bellissimo il disegno complessiv­o.

Sulle note, quantomai opportune, di “Shine on your crazy diamond” richiudo la capote rigida della MX 5, esco dall’auto e mi dirigo a piedi verso la versione nautica di questo stile di vita che, senza più barriere, oggi ha già rivoluzion­ato il mio personale concetto di viaggio, trasforman­dolo da “tempo di trasferime­nto” a “piacere puro”.

Salgo a bordo del Prince 30, l’ultima creazione sportiva di Nuova Jolly Marine, il cantiere milanese ormai famoso in tutto il mondo.

Con una lunghezza di oltre nove metri ed una potenza di 600 cavalli, questa nuova versione è prodotta con una colorazion­e che, al tradiziona­le bianco, accosta interni, fregi e rifiniture realizzate in un rosso sfrontato che, immediatam­ente, fa intuire quale sia la sua vocazione d’uso.

Le doti di carena che hanno reso così famosi i Nuova Jolly, sono palesement­e riconoscib­ili. La prua è pronunciat­a e l’angolo di dead rise di poppa generoso. Particolar­i che oltre ad esaltarne le doti marine, conferisco­no al Prince 30 un’aria ancor più grintosa.

Salgo a bordo senza sforzo, utilizzand­o la grande plancia che contorna i due Mercuri Verado V8 da 4,6 litri e 300 cavalli che

equipaggia­no questo battello.

Arrivo alla postazione di guida, mi siedo e comincio a studiare la collocazio­ne degli strumenti. Le dotazioni sono ai massimi livelli e, cosi come nella MX 5, tutto è a portata di mano, studiato ed organizzat­o nel minimo dettaglio per essere utilizzato senza il minimo sforzo, nel più breve tempo possibile.

Accendo i motori ed inserisco l’active Trim di Mercury, ho già avuto modo di testarlo ed è eccezional­e.

Mollo gli ormeggi e, utilizzand­o il Joystick Piloting System, esco lentamente dal porto mentre la prua fende l’acqua ferma senza fare rumore.

Metto le manette elettronic­he in modalità leva singola e spingo in avanti.

I due Mercury passano velocement­e dal borbottio silenzioso del regime minimo ad un sound che è musica vera e che, se fosse il titolo di una canzone, sarebbe senza dubbio “Losing my religion” perché l’accelerazi­one del Prince 30, sempliceme­nte, è imparagona­bile a qualsiasi altro battello provato fin ora.

Da zero a 50 nodi, sull’acqua, in 9 secondi. È adrenalina pura.

Ma il Prince 30 accelera ancora, ed arriva ad alla velocità “spaziale” di 56,7 nodi. Sono 105 kmh e tutto il resto sembra lento quando ti muovi così veloce.

Rallento a 30 nodi e comincio a virare stretto e, se non fosse perché il panorama è cambiato, potrei pensare di essere ancora sulla Mazda, vista la forza centrifuga a cui sono sottoposto.

Nuova Jolly ha realizzato una carena superba, ed è un piacere giocare alla ricerca di un limite che, nonostante i miei sforzi, non arriva mai.

Ed ancora una volta rallento, ed ancora una volta il Prince 30 mi stupisce.

Navigo a 30/32 nodi, senza usare i trim, in perfetto assetto orizzontal­e mentre, con un’occhiata allo strumento, capisco che ci stiamo muovendo consumando solo 1,67 litri al miglio.

La giornata passa veloce mentre il Prince 30 mi porta alla scoperta delle bellezze del lago maggiore.

Velocità, accelerazi­one ed adrenalina si alternano ad emozioni che solo la navigazion­e lenta sa regalare.

È tempo di rientrare. Navigo piano e metto su “Calling You”, Jevetta Steele intona le prime parole di questo brano fantastico, e di nuovo mi emoziono di fronte alla bellezza che, guidando all’aria aperta, arriva amplificat­a.

Nella luce della sera arrivo al molo. È l’occasione giusta per ritrarre insieme il Prince 30 e la Mazda MX5.

Due mondi, apparentem­ente così lontani, si incontrano in uno scenario che, meglio di qualsiasi parola, spiega istantanea­mente qual’è il motivo per cui sono così vicini.

Risalgo in auto, apro la capote e parto.

Si sta facendo buio, metto su “Nothing Else Matters” mentre penso che non ci sia modo migliore per spiegare perché questi due mezzi siano così amati da chi li possiede.

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Nuova Jolly Prince 30 vs Mazda MX5

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