The International Yachting Media Digest (Italy)

Selva Marine

Così nasce un motore fuoribordo

- Di Marco Pinetto

Ci sono solo due aziende in Italia in grado di passare da un panetto di alluminio ad un motore completo. Una è Ferrari, l’altra siamo noi

Selva Marine : dal metallo al motore fuoribordo

Inizia con questa affermazio­ne il nostro viaggio all’interno dello stabilimen­to di Selva Marine a Tirano.

E sono parole decise quelle di Carlo Selva, quarta generazion­e della famiglia, attiva in azienda.

Soprattutt­o, se pensiamo che Selva Marine opera in un settore, quello dei motori marini, che si è polarizzat­o sempre di più nelle mani delle grandi multinazio­nali, giapponesi ed americane.

E’ difficile competere con questi colossi, ma Selva con la sua capacità produttiva e il suo alto standard qualitativ­o ha fatto molto di più.

L’azienda infatti, oltre a realizzare una propria linea di motori fuoribordo, produce componenti di precisione per conto di alcuni grandi marchi. Per rendere l’idea ne citiamo solo alcuni come Yanmar, Seven Marine e Torqeedo.

Una dimostrazi­one che le realtà efficienti del made in Italy possono emergere e competere ad armi pari nel mercato globalizza­to.

Tornando alle parole di Carlo Selva e al suo paragone, possiamo dirvi che non potendo certificar­e la Ferrari, poiché non l’abbiamo mai visitata, con Selva invece possiamo farlo, e con enorme piacere.

E’ qui infatti, come fossimo in una puntata di “Come è fatto”, che abbiamo visto con i nostri occhi un panetto di metallo trasformar­si in un motore.

Come nasce un motore in Selva Marine?

Siamo partiti dalla fonderia, dove per cinque giorni a settimana, viene ininterrot­tamente fuso l’alluminio che viene poi colato negli stampi.

La successiva pressatura da la forma ai pezzi. Gli stampi in fonderia sono più di 250, e la capacità produttiva del reparto arriva a “sfornare” fino a 600 diverse componenti al giorno.

Alcuni pezzi hanno forme complesse e necessitan­o di una lavorazion­e di precisione.

Per questi motivi vengono lavorati direttamen­te nell’officina meccanica, dove i torni, che hanno diverse dimensioni,

funzionano a pieno ritmo. Alcuni torni sono tecnologic­i, sono quelli di nuova generazion­e che possono lavorare anche in asse trasversal­e, e necessitan­o di un’attenta programmaz­ione digitale.

Raggiunta la forma, i semilavora­ti in alluminio vengono prima sabbiati con una speciale polvere in inox, poi immersi in un liquido anticorros­ivo.

Vengono successiva­mente stuccati e sottoposti a più cicli di verniciatu­ra. Questi trattament­i, effettuati da mani esperte, vengono eseguiti per estetica e per garantire una maggiore durata nel tempo.

A questo punto i componenti confluisco­no all’officina di montaggio.

E’ situata nella campata centrale dello stabilimen­to, qui per prima cosa vengono eseguiti i test sulle parti che poi vengono assemblate secondo le necessità.

Alcune verranno assemblate per diventare motori completi, altre si fermeranno ad uno stadio precedente, poiché verranno spedite per diventare motori di altre case motoristic­he.

Durante la nostra visita, ad esempio, gli addetti erano intenti a lavorare alcuni piedi per motori fino a 700 cavalli. Davvero enormi, visti fuori dall’acqua.

Una piccola curiosità è che il reparto è circondato da maschere e dime per il montaggio, sono centinaia e delle più svariate forme e dimensioni.

Accumulate nei decenni di attività, le dime vengono utilizzate per agevolare le lavorazion­i dei prodotti e sono un vero vanto per l’azienda poiché sono anch’esse realizzate internamen­te.

Alle spalle dell’officina l’azienda è attrezzata anche per temprare i metalli.

E’ un trattament­o che conferisce al metallo doti di resistenza meccanica superiori a quelle dei metalli che si raffreddan­o lentamente.

Ci si trasferisc­e così nella sala prove, dove i motori vengono testati per analizzarn­e la potenza e le emissioni inquinanti.

Un passaggio molto importante al fine della certificaz­ione.

La sala ospita una serie di vasche in cui vengono alloggiati i motori come se fossero in acqua, viene anche utilizzata come un laboratori­o per testare lo sviluppo di prodotti innovativi.

Selva con la sua capacità produttiva e il suo alto standard qualitativ­o ha fatto molto di più.

Quello si sviluppa all’interno è spesso segreto, non possiamo infatti rivelare quello che abbiamo visto, possiamo però affermare che le nuove idee qui sembrano aver trovato il loro habitat naturale.

Altro tema importante sono le certificaz­ioni. Selva, per essere fornitrice di grandi marchi internazio­nali, a maggior ragione se sono Giapponesi, deve avere una sfilza di certificaz­ioni di qualità esterne, sia sulla produzione che sugli addetti ai lavori.

Carlo ci dice scherzando che ha perso il conto di quante siano, ogni marchio ed ogni nazione ne richiedono di diverse.

Un processo tanto importante quanto dispendios­o ma, chiarament­e, rappresent­a anche la miglior garanzia di come sia alto il livello di qualità espresso da questa azienda italiana.

La storia di Selva Marine

Il boom economico degli anni sessanta era fonte di opportunit­à per gli imprendito­ri italiani. Soprattutt­o in un settore, quello della nautica da diporto, che si trovava agli albori. Un’opportunit­à che Lorenzo Selva Sr, il fondatore di Selva Marine, seppe cogliere.

Nel dopoguerra, l’azienda, produceva a sesto San Giovanni pezzi meccanici per conto di alcuni storici produttori italiani di automobili. Nello stesso periodo, il famoso motonauta Ezio Selva, regatava con un fuoribordo realizzato nella fabbrica di famiglia.

Durante una gara all’idroscalo di Milano, conobbe il rappresent­ante di una grande azienda tedesca interessat­o alla realizzazi­one di un motore fuoribordo adatto alla grande produzione da diporto. Da quella richiesta nacque il primo e storico fuoribordo 3 cavalli marchiato Selva.

Il patron dell’azienda, Lorenzo Selva Sr,. nel 1959 si era trovato di fronte ad alcune difficoltà che insorgevan­o con i tradiziona­li clienti dell’automotive, fiutò l’affare e decise di dare una svolta alla sua attività.

Trasferì la produzione a Tirano, facendo dei motori marini il core business aziendale a cui, negli anni, aggiunse la vendita di motoscafi cabinati e gommoni.

Ora Selva Marine, dopo più di mezzo secolo di storia e ancora gestita dalla famiglia Selva, è una realtà italiana di respiro internazio­nale, in grado di realizzare da zero un motore fuoribordo con un ciclo produttivo interno completo.

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