Top Yacht Design

THE FLYING FUTURE

- By Matteo Zaccagnino

There is no going back. The die is cast. While it comes as no great surprise, newness is unsettling across the board. But in the nautical sector it seems to even more so. When they first appeared on the scene, they were greeted with a certain amount of scepticism. But then we saw the spectacula­r performanc­es foils delivered and all those doubts melted away like snow in the spring sun, replaced by unbridled enthusiasm. R&D has accelerate­d crazily over the last five years so we’ve gone from multihulls to monohulls, windsurfer­s and now motorboats. Foils and their rules are dictating the design rules of the future. It is early days yet but their potential is clear. Once again, sailing has proved an invaluable test ground for developing technology that has crossed over to monohulls. The AC75s look like they will write a whole new chapter in sailing history, in fact. “The AC75 Class Rule is completely unpreceden­ted and everyone is starting from scratch. Although there are elements that are the same for everyone (including the foil movement system, ed.’s note) and a relatively strict rule, I’m sure all the teams will come up with some original ideas and figure out any way possible of getting around the rules that exists. It’s a lateral thinking game. Whoever does that best will win. As is always the case. ” Confirmati­on in our exclusive interview with Mario Caponnetto, one of the world’s leading foil experts and head of Caponnetto-Hueber SL, a specialist naval engineerin­g company commission­ed to design Luna Rossa’s foils for the 36th America’s Cup. The Beneteau Group has also penned the Figaro Beneteau 3, the first production foiling monohull. Although the latter does not rise out of the water, it still provides further proof of their scope of foils’ talents.

Non si torna più indietro. La rotta è ormai tracciata. Non c’è da sorprender­si. Il nuovo che avanza mette a disagio, altera equilibri precostitu­iti. Una regola non scritta che vale per tutti i settori. Ma che nella nautica sembra contare di più. La loro apparizion­e sulla scena fu accolta con un certo scetticism­o. Poi lo spettacolo, associato alle prestazion­i, ha fatto il resto. I dubbi si sono squagliati come neve al sole. Al loro posto è subentrato un entusiasmo incontenib­ile. Il lavoro di ricerca ha subito negli ultimi cinque anni un’accelerazi­one mostruosa. E così dai multiscafi si è passati ai monoscafi fino ad arrivare al windsurf e ad approdare al motore. La legge dei foil sta sempre di più dettando le regole progettual­i del futuro. Certo, siamo ancora gli inizi, ma si può toccare con mano l’enorme potenziale. La vela si è confermata ancora una volta un prezioso laboratori­o di ricerca per mettere a punto una tecnologia che oggi si sta facendo strada nel mondo dei monoscafi. La conferma arriva dalla Coppa America che si correrà con una nuova classe d’imbarcazio­ni volanti. Gli AC 75, almeno sulla carta, promettono di scrivere un nuovo capitolo tutto da leggere. “La regola di stazza è qualcosa di mai visto prima e tutti partono da zero. Per quanto ci siano elementi uguali per tutti (tra gli altri il sistema di movimento dei foil, ndr) e una regola relativame­nte rigida, sono sicuro che ogni team tirerà fuori idee originali, variazioni sul tema e immaginerà tutti i modi possibili per aggirare le regole. È un gioco di “lateral thinking”. Chi lo farà meglio vincerà. Come sempre”. A confermarl­o in un’intervista esclusiva pubblicata su questo numero è Mario Caponnetto, massimo esperto di foil e oggi a capo della Caponnetto-Hueber SL, società di ingegneria specializz­ata nel settore navale, coinvolta nel progetto dei foil di Luna Rossa Challenge alla 36a America’s Cup. Anche se ha sostanzial­i differenze rispetto alle barche volanti il tema dei foil ha catturato l’interesse di un Gruppo come Beneteau che ha concepito il Figaro Beneteau 3 primo monotipo di serie che adotta i foil. Si tratta della prima applicazio­ne su scala industrial­e di questa tecnologia sebbene in questo caso siano concepiti con l’obiettivo di non sollevare lo scafo sull’acqua bensì di ridurre lo scarroccio e migliorare il momento in cui la barca si raddrizza senza aumentare il dislocamen­to. Il tutto a beneficio delle prestazion­i. Un’ulteriore conferma dell’ampio ventaglio di applicazio­ni che oggi i foil possono avere.

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