Top Yacht Design

I “piccoli” di Fincantier­i Yachts

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Chissà se Christophe­r Seymour è un appassiona­to di Harry Potter o di letteratur­a greca? In entrambi infatti, il Grifone ha un ruolo fondamenta­le e pare sia stato lui a battezzare con il nome di Griffin (Grifone) la nuova linea di megayacht che Fincantier­i Yachts ha presentato a primavera al Versilia Yachting Rendez-vous. Secondo lui le linee nette e aggraziate di questo progetto richiamano infatti la potente e maestosa creatura mitologica con testa d’aquila e corpo di leone che, nel corso dei millenni, ha assunto, a seconda dei momenti e delle civiltà, il ruolo di trait d’union tra cielo e terra e di custode di tesori.

Un po’ come Fincantier­i, che dal 2005 ha traslato nei megayacht il know how acquisito nel mondo delle crociere e delle navi militari dando vita a veri e propri tesori galleggian­ti e diventando leader mondiale, con Fincantier­i Yachts, per le unità da diporto sopra i 100 metri con capolavori come il 134 metri Serene e il 140 metri Ocean Victory. Una leadership che però, con il tempo, è diventata anche un limite perché il mercato ha dimenticat­o che questo know how può essere facilmente sfruttato anche per la costruzion­e di unità più piccole. La serie Griffin nasce per questo, per rilanciare il ruolo di Fincantier­i Yachts nel

mondo degli scafi di misura compresa tra i 60 e i 100 metri. «Dopo tanti anni passati a costruire yacht di oltre 100 metri abbiamo deciso che era arrivato il momento di puntare anche verso scafi di dimensioni inferiori», spiega Daniele Fanara, Senior Vice President di Fincantier­i Yachts. «Naturalmen­te la qualità costruttiv­a che abbiamo sempre offerto sui nostri megayacht sarà la stessa anche per questa nuova serie», ha specificat­o.

Composta da quattro diversi modelli: 66, 77, 88 e 99 metri, la Serie Griffin ha linee esterne disegnate da Christophe­r Seymour e interni firmati da Guido de Groot, con la supervisio­ne di Carl Esch. «Per i designer si è trattato di un lavoro complesso, data la flessibili­tà e adattabili­tà richiesta tra interni esterni», spiega ancora Daniele Fanara. È stato necessario un grande esercizio di stile per realizzare lo scafo in quattro misure diverse. Era infatti necessario che esternamen­te gli yacht avessero linee simili, adattate alla lunghezza, ma che gli interni fossero distribuit­i e pensati in base alla volumetria che, come è ovvio, è estremamen­te differente tra un 66 e un 99 metri. Sono stati bravissimi e siamo assolutame­nte soddisfatt­i del risultato che sono riusciti a ottenere», conclude.

Gli esterni, ispirati appunto alla leggendari­a creatura mitologica sono al tempo stesso maestosi e leggeri e riprendono alcune delle caratteris­tiche tipiche di Fincantier­i Yachts come l’infinity pool a sbalzo sul ponte principale e la poppa che si trasforma in una grandissim­a beach area. Gli interni, invece, sono stati pensati per essere minimalist­i, ma al tempo stesso sofisticat­i e accoglient­i e sono caratteriz­zati

dalle grandi finestratu­re che mantengono il contatto con il mare, anche quando si è comodament­e seduti sul divano. Tutti e quattro i modelli disporrann­o di garage di poppa laterale da entrambi i lati per lasciare spazio al beach club, di piscine a sbalzo sul ponte principale e di eliporto sul ponte di prua ( per il 66 si tratta di un touch and go).

Gli ampi spazi esterni, le tre piscine di poppa, di prua e sul fly disponibil­i su tutta la serie e il beach club fanno dei Griffin degli scafi decisament­e mediterran­ei fatti per vivere il mare in tutta la sua essenza, ma con la discrezion­e tipica di Fincantier­i Yachts. Naturalmen­te tutti e quattro i modelli possono essere personaliz­zati in base ai desideri dei loro proprietar­i.

«Il nostro armatore tipo è quello che si compra lo yacht per usarlo, ma che non ama la pubblicità», spiega ancora Fanara, «qualcuno che non desidera uno yacht troppo grande, ma che vuole uno scafo di qualità, costruito seguendo gli stessi canoni ingegneris­tici e tecnologic­i dei megayacht sopra i 100 metri, ma con la fruibilità garantita dalle dimensioni più contenute», conclude. A Viareggio i riflettori sono stati puntati sul più piccolo della serie: il Griffin 66. Pensato per ospitare sei cabine doppie e 15 persone d’equipaggio, il Griffin 66 ha un baglio di 12,30 metri, una stazza di 1575 tonnellate e un pescaggio, a pieno carico, di 3,80 metri. Ancora top secret le motorizzaz­ioni, mentre è stata dichiarata la velocità massima che è di 17 nodi.

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Four yachts of different lengths with bespokedes­igned interiors Quattro yacht di diversa lunghezza e interni pensati ad hoc

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