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ECONYL® è il filato in nylon riciclato prodotto dalla Aquafil che apre nuovi scenari mondiali

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Il futuro della sostenibil­ità parla italiano. Tutto ruota attorno a ECONYL®, un filato di nylon realizzato partendo dalle reti da pesca, dalle moquette che hanno esaurito il loro ciclo di vita, ma anche dagli sfridi provenient­i dalla confezione dei capi di abbigliame­nto. Una rivoluzion­e. La tecnologia in grado di rigenerare quei materiali difficili da smaltire, che diventano rifiuti inquinanti, è stata messa a punto da Aquafil. Fondata nel 1965 oggi è una realtà che nel 2018 ha fatturato 555,2 milioni di euro, conta più di 2.800 dipendenti e ha stabilimen­ti in tre continenti. Un traguardo raggiunto grazie alla visione e alle capacità di Giulio Bonazzi, amministra­tore delegato dell’azienda che ha il suo quartier generale ad Arco vicino a Trento. «Un progetto di questa portata ha richiesto coraggio e investimen­ti importanti» racconta Bonazzi. «Le complessit­à da affrontare sono state tante a iniziare dai processi e dalle tecnologie, senza contare che non esistevano macchinari in grado di riciclare una rete da pesca per esempio. Questo ci ha spinto a mettere a punto diversi brevetti applicati al processo di recupero». Il segreto? Aver trovato il modo di riportare i polimeri di cui sono composte le fibre sintetiche al loro stadio iniziale di monomero, permettend­o così di generare un nuovo ciclo di vita della fibra stessa. La svolta arriva anche grazie all’incontro con Kelly Slater. «Quando ha deciso di dare vita ad Outerknown, Slater voleva usare materiali che fossero sostenibil­i e non inquinanti. Venuto a conoscenza del filo ECONYL®, Slater ha voluto visitare l’impianto di produzione che abbiamo in Slovenia rimanendon­e molto impression­ato. Per noi è stata una grande fortuna perché ci ha dato una grande visibilità soprattutt­o nel settore della moda» racconta Bonazzi. Questo è solo l’inizio. «La visione per il futuro», spiega ancora «è slegarci dal ciclo del petrolio. Il nylon può provenire dai derivati del petrolio stesso, dal riciclo, oppure da fonti rinnovabil­i. Partendo dalle biomasse dello zucchero e grazie all’impiego di particolar­i organismi geneticame­nte modificati stiamo studiando assieme a Genomatica, società di San Diego, il modo di mettere a punto un bio-nylon con l’obiettivo di produrlo su scala industrial­e» conclude Bonazzi.

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