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Dal digitale alla sharing economy
L’esperienza digitale rende i viaggiatori più autonomi e indipendenti, e allo stesso tempo più orientati verso soluzioni semplici e essibili per tutto il programma di viaggio. Questo si traduce soprattutto nel desiderio da parte del viaggiatore di una sempre maggiore personalizzazione dell’esperienza, a partire dal modo in cui reperisce le informazioni di viaggio, prenota e organizza la trasferta.
Per questo il traveller di oggi chiede più indipendenza nell’organizzazione del suo viaggio, che riesce a ottenere facilmente grazie a quello che la tecnologia gli mette a disposizione, a partire da app e tool digitali per le prenotazioni, ma anche per quanto riguarda la possibilità di ottenere – prima e durante il viaggio – tutte le informazioni che gli sono utili sul suo soggiorno, incluse le opzioni per il suo tempo libero.
Il viaggiatore connesso è anche quello che si mette facilmente in contatto con gli altri viaggiatori, perché le esperienze sono sempre più condivise e le valutazioni degli altri, che il traveller può reperire facilmente online, in uenzano le sue scelte.
In questo si af da anche ai social, canali che utilizza alla ricerca di informazioni e confronti, ma anche per contattare gli interlocutori del suo viaggio, un’indicazione preziosa per compagnie aeree, catene alberghiere e servizi che possono sfruttare la loro presenza social per offrire un customer ef cace, fornendo risposte puntuali e precise.E a proposito di condivisione, decisamente disruptive è stato l’effetto della sharing economy sul modo di intendere la trasferta di lavoro, da come i viaggiatori si spostano a dove aleggiano. Secondo la ricerca di Acte e Amex, quasi l’80% dei travel manager aziendali ha registrato un aumento nella scelta di opzioni di viaggio in car sharing, mentre una ricerca di GBTA in partnership con Air Plus International ha evidenziato come l’89% dei travel program di oggi ammettono l’utilizzo di questo tipo di soluzioni ampliando la possibilità, per il viaggiatore, di personalizzare maggiormente il proprio viaggio.
Persino i corporate loyalty program vanno in questa direzione, quella cioè della personalizzazione, accogliendo il desiderio dei traveller che, come riporta una recente survey di Forbes, dichiarano di “sentirsi più delizzati da quei brand che comprendono le loro priorità e conoscono le loro preferenze”.