DILLO AL TRAVEL MANAGER
Esperienze di viaggio migliori non possono prescindere da un confronto, quello con il travel manager, che ha tra i suoi compiti più importanti – e forse delicati – quello di comprendere come accrescere la soddisfazione dei traveller e, di conseguenza, del
Quando abbiamo una richiesta, non c’è niente di più frustante di non sapere a chi rivolgerla. Chi ci può ascoltare e, possibilmente, aiutare? Il viaggiatore d’affari contento è prima di tutto colui che non vive la trasferta come un obbligo, ma la percepisce al contrario come un’occasione, anche di esprimere se stesso, dal punto di vista professionale e personale.
Ce lo ha spiegato William Gandol , travel of ce coordinator del gruppo AB, una holding presente praticamente in tutto il mondo con headquarter vicino a Brescia che si occupa, dalla consulenza all’avviamento, di impianti di cogenerazione alimentati a gas naturale o biogas.
William, che coordina oggi i 4 uf ci travel del gruppo, si occupa di business travel da 10 anni, un arco di tempo in cui ha visto la sua azienda espandersi in molti Paesi. Fa viaggiare un po’ tutti, dai tecnici ai commerciali, dagli amministrativi no ai candidati che arrivano a Brescia da tutto il mondo per sostenere i colloqui di lavoro.
Siamo la look-down generation, quelli dello sguardo fisso sullo smartphone. Una definizione che si addice ai millennials, ma anche a chi è nato analogico ed è diventato digitale. Come il viaggiatore sempre connesso ha modificato le sue esigenze?
Siamo oramai tutti bombardati da un surplus di informazioni e di noti che dalle app e dai social, e anche quando viaggiamo sappiamo tutti come fare per saperne di più su accomodation, destinazioni, attrazioni.
Allo stesso modo, grazie alla tecnologia, i viaggiatori d’affari si informano molto di più sui luoghi che visiteranno per lavoro, sono alla ricerca costante di recensioni online e si confrontano con gli altri sulle esperienze. Ma tecnologia signi ca anche procedure più rapide e di conseguenza, più produttività, grazie al fatto di potere impiegare meno tempo nell'organizzazione del viaggio.
In base alla tua esperienza, cosa si aspetta un viaggiatore d'a ari di oggi da una trasferta?
Se un tempo quello che contava era come raggiungere il luogo della trasferta, oggi il viaggiatore vuole conoscerlo e anche viverlo sempre più con esperienze locali, chiede dove potere mangiare per assaggiare la cucina tipica, si organizza il tempo libero personalizzandolo al massimo.
Ma si informa molto anche sulla sicurezza, sia dal punto di vista della destinazione sia per quanto riguarda i dati sensibili che porta con sé nei dispositivi a disposizione, e spesso chiede soluzioni green di mobilità e soggiorno, informandosi per esempio sulle catene alberghiere che promuovono iniziative ecologiche.
E, non da ultimo, si aspetta un’esperienza di viaggio sempre più tailor made e sempli cata.
Ci spieghi, da travel manager, come andare incontro a queste esigenze?
Si parte dall’ascolto, per me è la parte fondamentale del mio lavoro. La soddisfazione del viaggiatore è il mio obiettivo, e per questo non posso mai prescindere da un costante dialogo con ognuno di loro.
Anche in questo, devo ammettere, la tecnologia facilita la vita di noi travel manager, che riusciamo a essere sempre presenti anche, per esempio, semplicemente utilizzando le app di messaggistica istantanea.
In maniera più articolata, le richieste dei viaggiatori sono tenute in considerazione quando si parla di travel policy e anche di piani di travel risk management, per potere dare ai traveller informazioni corrette sulla destinazione, come ci chiedono, ma anche per sapere come comportarci nel caso infelice in cui servisse un piano di rientro.
Quali sono i benefici di una trasferta che possono essere amplificati da una migliore esperienza di viaggio? In generale, una migliore esperienza di viaggio quali vantaggi porta all'azienda?
Noi travel manager dobbiamo essere bravi a fare capire all’azienda che i viaggi di lavoro sono un investimento e per più di un motivo. Se infatti i bene ci non sono sempre misurabili, la trasferta è intanto un’occasione unica di crescita personale per il viaggiatore. Questo porta risultati sulla produttività, ma vorrei ri ettere anche in termini di visibilità del brand nel mondo.
I dipendenti che viaggiano sono infatti il nostro biglietto da visita, diventano i nostri brand ambassador, e questo si ottiene proponendo esperienze di viaggio soddisfacenti ma anche attraverso la cura di piccoli dettagli, come dotarli di un bagaglio a mano brandizzato.
E la cura che mettiamo nella gestione delle trasferte porta vantaggi anche sulla attrattività dell’azienda stessa. Noi per esempio ci occupiamo anche dei viaggi dei candidati che arrivano da tutto il mondo per sostenere colloqui nei nostri headquarter, un approccio che crea sinergie anche con le risorse umane e che viene percepito dai talenti che vogliamo attrarre come un plus che non passa inosservato.
"la cura che mettiamo nella gestione delle trasferte porta vantaggi a tutta l’azienda "