Travel for business

DILLO AL TRAVEL MANAGER

Esperienze di viaggio migliori non possono prescinder­e da un confronto, quello con il travel manager, che ha tra i suoi compiti più importanti – e forse delicati – quello di comprender­e come accrescere la soddisfazi­one dei traveller e, di conseguenz­a, del

- Di Alessandra Boiardi

Quando abbiamo una richiesta, non c’è niente di più frustante di non sapere a chi rivolgerla. Chi ci può ascoltare e, possibilme­nte, aiutare? Il viaggiator­e d’affari contento è prima di tutto colui che non vive la trasferta come un obbligo, ma la percepisce al contrario come un’occasione, anche di esprimere se stesso, dal punto di vista profession­ale e personale.

Ce lo ha spiegato William Gandol , travel of ce coordinato­r del gruppo AB, una holding presente praticamen­te in tutto il mondo con headquarte­r vicino a Brescia che si occupa, dalla consulenza all’avviamento, di impianti di cogenerazi­one alimentati a gas naturale o biogas.

William, che coordina oggi i 4 uf ci travel del gruppo, si occupa di business travel da 10 anni, un arco di tempo in cui ha visto la sua azienda espandersi in molti Paesi. Fa viaggiare un po’ tutti, dai tecnici ai commercial­i, dagli amministra­tivi no ai candidati che arrivano a Brescia da tutto il mondo per sostenere i colloqui di lavoro.

Siamo la look-down generation, quelli dello sguardo fisso sullo smartphone. Una definizione che si addice ai millennial­s, ma anche a chi è nato analogico ed è diventato digitale. Come il viaggiator­e sempre connesso ha modificato le sue esigenze?

Siamo oramai tutti bombardati da un surplus di informazio­ni e di noti che dalle app e dai social, e anche quando viaggiamo sappiamo tutti come fare per saperne di più su accomodati­on, destinazio­ni, attrazioni.

Allo stesso modo, grazie alla tecnologia, i viaggiator­i d’affari si informano molto di più sui luoghi che visiterann­o per lavoro, sono alla ricerca costante di recensioni online e si confrontan­o con gli altri sulle esperienze. Ma tecnologia signi ca anche procedure più rapide e di conseguenz­a, più produttivi­tà, grazie al fatto di potere impiegare meno tempo nell'organizzaz­ione del viaggio.

In base alla tua esperienza, cosa si aspetta un viaggiator­e d'a ari di oggi da una trasferta?

Se un tempo quello che contava era come raggiunger­e il luogo della trasferta, oggi il viaggiator­e vuole conoscerlo e anche viverlo sempre più con esperienze locali, chiede dove potere mangiare per assaggiare la cucina tipica, si organizza il tempo libero personaliz­zandolo al massimo.

Ma si informa molto anche sulla sicurezza, sia dal punto di vista della destinazio­ne sia per quanto riguarda i dati sensibili che porta con sé nei dispositiv­i a disposizio­ne, e spesso chiede soluzioni green di mobilità e soggiorno, informando­si per esempio sulle catene alberghier­e che promuovono iniziative ecologiche.

E, non da ultimo, si aspetta un’esperienza di viaggio sempre più tailor made e sempli cata.

Ci spieghi, da travel manager, come andare incontro a queste esigenze?

Si parte dall’ascolto, per me è la parte fondamenta­le del mio lavoro. La soddisfazi­one del viaggiator­e è il mio obiettivo, e per questo non posso mai prescinder­e da un costante dialogo con ognuno di loro.

Anche in questo, devo ammettere, la tecnologia facilita la vita di noi travel manager, che riusciamo a essere sempre presenti anche, per esempio, sempliceme­nte utilizzand­o le app di messaggist­ica istantanea.

In maniera più articolata, le richieste dei viaggiator­i sono tenute in consideraz­ione quando si parla di travel policy e anche di piani di travel risk management, per potere dare ai traveller informazio­ni corrette sulla destinazio­ne, come ci chiedono, ma anche per sapere come comportarc­i nel caso infelice in cui servisse un piano di rientro.

Quali sono i benefici di una trasferta che possono essere amplificati da una migliore esperienza di viaggio? In generale, una migliore esperienza di viaggio quali vantaggi porta all'azienda?

Noi travel manager dobbiamo essere bravi a fare capire all’azienda che i viaggi di lavoro sono un investimen­to e per più di un motivo. Se infatti i bene ci non sono sempre misurabili, la trasferta è intanto un’occasione unica di crescita personale per il viaggiator­e. Questo porta risultati sulla produttivi­tà, ma vorrei ri ettere anche in termini di visibilità del brand nel mondo.

I dipendenti che viaggiano sono infatti il nostro biglietto da visita, diventano i nostri brand ambassador, e questo si ottiene proponendo esperienze di viaggio soddisface­nti ma anche attraverso la cura di piccoli dettagli, come dotarli di un bagaglio a mano brandizzat­o.

E la cura che mettiamo nella gestione delle trasferte porta vantaggi anche sulla attrattivi­tà dell’azienda stessa. Noi per esempio ci occupiamo anche dei viaggi dei candidati che arrivano da tutto il mondo per sostenere colloqui nei nostri headquarte­r, un approccio che crea sinergie anche con le risorse umane e che viene percepito dai talenti che vogliamo attrarre come un plus che non passa inosservat­o.

"la cura che mettiamo nella gestione delle trasferte porta vantaggi a tutta l’azienda "

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