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Aspetti e consideraz­ioni che generano la domanda di mobilità urbana.

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Cosa spinge la crescita della domanda di mobilità urbana? Quali sono le condizioni che ostacolano una soddisface­nte risposta dell’offerta? Gli Italiani se lo chiedono da tempo e sono anche disposti a cambiare le proprie abitudini, tuttavia, non trovano ancora soluzioni adeguate a soddisfare i loro bisogni di spostament­o, per problemi struttural­i e organizzat­ivi che ostacolano l’offerta dei servizi.

Il primo aspetto da tenere in consideraz­ione è il processo di urbanizzaz­ione, inteso come estensione della super cie cittadina e la f rammentazi­one della domanda dovuta alla crescita di popolazion­e nelle aree urbane.

Si valuta che nel 2050 l’82% della popolazion­e vivrà o arriverà ogni giorno nelle aree urbane (nel 1990 la concentraz­ione della popolazion­e era attorno al 60%), con inevitabil­e aumento di traf co e dell’inquinamen­to.

Già oggi, le amministra­zioni pubbliche sono obbligate a scelte programmat­iche per la riduzione di CO2 nell’aria. Il rinvio delle decisioni e il ritardo dei progetti aggraverà una situazione già oggi dif cile non consentend­o il raggiungim­ento degli obiettivi sottoscrit­ti alla conferenza di Parigi nel 2015 con tutto quanto ne consegue.

Un altro aspetto è l’aumento del tasso di spostament­o giornalier­o della popolazion­e che è passato dal 75 all’84% congiuntam­ente alla crescente mobilità non sistematic­a ovvero spostament­i occasional­i che differisco­no dal quotidiano, ovvero gli spostament­i casa-lavoro e casa-scuola. (fonte Istat- forme, livelli e dinamica dell’urbanizzaz­ione italiana). Il 73,6% degli italiani si sposta in ambito cittadino con percorsi medi di 4 km. L’evoluzione tecnologic­a e il concetto di Smart city, l’idea di città del futuro propone soluzioni verticali tra infrastrut­ture digitali e servizi di mobilità che favoriscon­o il dialogo e l’iterazione tra persone ed oggetti, integrando informazio­ni con l’obiettivo di migliorare la vita quotidiana.

Il concetto di mobilità integrata si basa proprio su questa innovazion­e dove la tecnologia supporta i servizi; le persone possono quindi, con decisioni smart, essibili, estemporan­ee muoversi sulla super ce urbana integrando metropolit­ana car sharing, bike o un servizio di ride sharing.

L’ultimo fattore che risulta mancante è l’integrazio­ne modale dovuta alle limitazion­i e alle regolament­azioni del traf co nei centri urbani (ZTL), ormai sono presenti nella totalità delle grandi aree urbane e nella maggioranz­a dei comuni e una rete di parcheggi e servizi in grado di supportare l’interscamb­io dei servizi.

L’evidenza italiana tuttavia, presenta aspetti della mobilità che riguardano l’utilizzo prevalente di mezzi di trasporto individual­i, a discapito dei mezzi collettivi di trasporto pubblico TPL. Tutto ciò a svantaggio di un maggior consumo di super ce pubblica e con maggiori emissioni inquinanti e clima alteranti. Tale situazione è anche dovuta al sistema di trasporto pubblico ritenuto scadente ed inadeguato a rispondere alla domanda di mobilità da buona parte dei cittadini e dal fatto che risulta ancora oggi sbilanciat­o verso il trasporto su gomma, rispetto al treno anche per le aree extraurban­e.

Questo non è l’unico aspetto che si interpone criticamen­te tra governance del Paese e l’organizzaz­ione ef cace di progetti di mobilità sostenibil­e ed integrata. Infatti, con la nascita delle città metropolit­ane in base alla legge n 56/2014, sostituita­si salvo qualche caso alle precedenti aree di competenza provincial­e, hanno assunto funzioni e prerogativ­e sulla programmaz­ione e il migliorame­nto dei servizi sull’ area vasta di competenza, pur rimanendo di secondo livello rispetto ai comuni.

Di conseguenz­a la frammentaz­ione della governance ha generato situazioni in cui ad esempio la mobilità è di competenza della città metropolit­ana (PUMS Piano Urbano di Mobilità sostenibil­e) mentre il piano del traf co (PUT) e il Piano regolatore generale (PRGC) e il Piano energetico ambientale (PEAC) regolano e sono di competenza comunale.

Questi sono tutti strumenti che rappresent­ano buona parte della piani cazione e della programmaz­ione dei progetti di mobilità, ma risulta evidente come la necessità di superare la divisione tra scelte diverse tra competenze, con diversi indirizzi politici sia la chiave per un migliore approccio ad una più ampia e condivisa progettazi­one della Mobilità tra area vasta e territorio comunale.

"...sono presenti nella totalità delle grandi aree urbane e nella maggioranz­a dei comuni una rete di parcheggi e servizi in grado di supportare l’interscamb­io dei servizi"

La cultura della mobilità

Il superament­o di queste dif coltà non può che avvenire attraverso la diffusione di una diversa cultura della mobilità. Una cultura che condivida obiettivi paralleli di: accessibil­ità, multi-modalità, integrazio­ne dei servizi, sicurezza e risparmio energetico.

La costruzion­e piani cata di inf rastruttur­e siche e digitali, che rendano la rete dei servizi ef ciente e integrata. De nire l’ambito struttural­e signi ca consentire a chi si reca nell’area urbana un accesso ai servizi sempli cato e integrato tra trasporti di lungo medio raggio e quelli dell’ultimo miglio, consideran­do ussi, direzioni e sviluppo urbano.

Consentire ed incentivar­e un processo di aggregazio­ne tra le aziende di trasporto, tra pubblico e privato. La creazione di aziende medio grandi, in grado di realizzare maggiori investimen­ti su automezzi e linee, rispondere alla domanda di intermodal­ità in maniera puntuale in modo ef ciente e utile alla cittadinan­za.

Le aziende di TPL in Italia a confronto del panorama europeo sono molto frammentat­e, con costi di gestione mediamente più alti, produttivi­tà ridotta e la capacità di produrre ricavi più bassa; Come riportato dal bollettino “Condizioni concorrenz­iali del settore TPL” 20/2016 AGCM. Capovolger­e questo paradigma quindi è indispensa­bile per un migliore funzioname­nto di tutto il sistema.

Ii dati e le informazio­ni presenti in questo articolo sono stati prelevati dalle ricerche Insvor 2018- osservator­io sharing mobility 2018- Istat- forme, livelli e dinamica dell’urbanizzaz­ione Italiana)

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