Editoriale
Il viaggio sostenibile è diventato negli ultimi dieci anni un fenomeno che è passato dall’essere alla moda a una s da concreta. Ma quando si parla di sostenibilità pensiamo solo alla s da ecologica, per cercare di realizzare viaggi a basso impatto ecologico. Certo, sappiamo oggi che i viaggi in aereo, ad esempio, sono responsabili del 10% di tutte le emissioni di gas serra del nostro pianeta. Ma sappiamo poi quali sono le pratiche corrette per abbattere la CO2? Siamo davvero sostenuti nelle scelte d’acquisto di viaggi ecologici? E le aziende hanno chiaro come realizzare una Green Travel Policy?
Penso che, sebbene si faccia tanto parlare di questi temi, passare dalla consapevolezza alle azioni concrete ci sia ancora molta strada da fare.
E che cosa sappiamo di sostenibilità sulle persone? Scopriamo che quando si parla di viaggi “sostenibili” ci dimentichiamo che i servizi di trasporto pubblico sono ancora spesso inadeguati per chi non riesce a provvedere in modo autonomo anche alla semplice tratta della mobilità casa – lavoro. E che sono molte le aziende che oggi non hanno ancora nominato il Mobility Manager, oltre a non aver dimostrato concreta sensibilità a questi temi, a queste persone. L’oggettiva dif coltà di saper realizzare “viaggi sostenibili” non sta solo nell’assenza di risorse, mezzi e strumenti per costruire una trasferta che risponda a principi green e sociali, ma anche nella carenza di investimenti per la condivisione di una cultura sostenibile, per migliorare la qualità della vita di tutti noi.
Il ruolo del viaggio nella nostra vita sta cambiando, cerchiamo di fare in modo che il nostro pianeta possa continuare a sostenerci, dimostrando la stessa sensibilità anche agli aspetti sociali.
Solo così potremo dire di saper viaggiare sostenibilmente.