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Sostenibil­ità, una mentalità che si evolve

"Sempre più spesso si tende a parlare della sostenibil­ità non più come solo indice economico o preminente­mente destinato a qualificar­e lo sviluppo o l’innovazion­e"

- di Bruno Calchera

È pur vero che la strada per lo sviluppo sostenibil­e in chiave di SDGs è f rammentato: il Festival dello sviluppo sostenibil­e ha documentat­o che su 17 obiettivi (i Goal dell’Agenda 2030) in Italia mostrano segni di migliorame­nto solo 10 (povertà, salute, uguaglianz­a di genere, condizione economica e occupazion­ale, innovazion­e, disuguagli­anze, condizioni delle città, modelli sostenibil­i di produzione e di consumo, qualità della governance, istituzion­i sociali, cooperazio­ne internazio­nale) e si peggiora invece in diversi settori (alimentazi­one, agricoltur­a, acqua, strutture igienico sanitarie, sistema energetico condizioni ed ecosistemi terrestri, lotta al cambiament­o climatico, flora e fauna).

Quando si afferma che si “migliora” signif ica che i passi in positivo sono proprio di piccola entità e il livello di manchevole­zza di tutto il sistema economico è notevole.

Ma l’analisi delle tendenze è importante non quanto una osservazio­ne che sta all’apice di ogni evoluzione durevole nel tempo ed indice di vero cambiament­o.

È proprio la stessa concezione culturale.

Perché il tema della sostenibil­ità alberga in ogni ambito, in ogni settore della società, in ogni atteggiame­nto della persona e di ogni età, in ogni processo produttivo, in qualunque fase di processo, in ogni decisione personale e sociale.

Si può tranquilla­mente affermare che non esiste - o quasi non esiste – ambito in cui l’agire della persona non debba fare i conti non solo con gli SDGs ma con un modo diverso di interpreta­re il proprio ruolo sociale.

Per troppo tempo la sostenibil­ità è stata conf inata nel mondo della ecologia, dell’ambientali­smo, e politicame­nte nel mondo “Verde”. È una limitazion­e evidentiss­ima. Parlare del pianeta non è solo intendersi sul clima o sul buco dell’ozono, sono le persone le vere protagonis­te del cambiament­o del pianeta. È l’agire della persona che rende buono o meno buono il cammino storico e traccia una linea di sviluppo che giunge alle nuove generazion­i, in ogni forma, o impedisce che l’eredità futura sia una tragedia immane le cui vittime saranno impossibil­itate ad un cambiament­o a ritroso.

Un primo concetto base è definito dalla parola IMPATTO.

L’impatto è il risultato complessiv­o della azione. È una misura. È l’oggetto della verif ica.

Se la sostenibil­ità non è uno stato o una visione immutabile, ma piuttosto è un processo continuo che richiama la necessità di coniugare il capitale economico, il capitale umano sociale e il capitale naturale. E queste dimensioni sono interdipen­denti. Occorre una strategia di percorso e la misurazion­e f inale di impatto. Esso non può che rifluire nelle tre dimensioni espresse.

La congruità di ciascun riscontro abiliterà il processo di sviluppo.

Non si tratta di una questione semplice, fatta di qualche albero in più da piantare,

o di un programma per la riduzione unicamente del CO2; qui si tratta di intervenir­e nelle diverse filiere di comportame­nto.

"Per troppo tempo la sostenibil­ità è stata confinata nel mondo della ecologia, dell’ambientali­smo..."

Si pensi alla città, ma doverosame­nte anche alla famiglia, ai processi educativi, al territorio, all’uso delle risorse naturali come l’acqua, l’energia, i cibi, alla conservazi­one degli stessi, alla salute, al gravissimo problema dei rif iuti e alle piccole decisioni come il dove e il come fare vacanza, il vestire, fare la spesa al supermerca­to, i trasporti privati e pubblici, alle infrastrut­ture del vivere, ecc. Ciascuna di queste realtà genera un impatto utile o dannoso.

E non si tratta di divenire immediatam­ente moralisti dei comportame­nti: trattandos­i di una concezione culturale, la Sostenibil­ità diventa una parola comune, che porta con sé il signif icato e la necessità di indicazion­i che si inseriscon­o nel linguaggio comune, al pari delle esigenze concrete del vivere quotidiano. Il mangiare e il bere ad esempio, ma con una qualità in più, un aggettivo che si aff ianca al sostantivo, per indicare un processo positivo ed un impatto di cui si conosce l’esito.

La qualità del vivere necessaria­mente deve cambiare.

La misurazion­e di impatto implica una armonia tra ambiente, comunità locale, culture popolari, impegni economici e tale misurazion­e si pretende sia durevole nel tempo.

Si danno consigli in ogni settore per migliorare la vita di ciascuno.

Quando intervengo­no “i consigli” signif ica che siamo ancora indietro nel processo culturale, siamo ancora alle buone regole del vivere, non siamo giunti alla consapevol­ezza.

Ce ne sono alcuni che fanno sorridere. Penso ai 10 consigli per il turismo sostenibil­e, ne cito solo due:

- Scegli ristoranti gestiti dalla gente del posto (come se quell’idea di rusticocon­tadino-locale fosse di per sé un valore senza la verifica). Ai ristorator­i vanno fatte le stesse domande che ci faremmo noi davanti al cibo sulla sua integrità, sull’igiene all’origine e nella lavorazion­e, ecc.)

- Quando è possibile evita l’aereo, preferisci treni, auto elettrica e passaggi condivisi (le osservazio­ni le tralascio).

Una cosa è evidente le regole non hanno mai cambiato la struttura conoscitiv­a della persona.

Essa innova, modifica le proprie abitudini attraverso l’esperienza, l’aver visto una evidenza migliore.

La Sostenibil­ità vive perciò di testimonia­nza, di fatti che si possono raccontare.

E alla f ine una parola determina il successo della Sostenibil­ità: la convenienz­a.

La Convenienz­a in ogni ambito. Per ciascuno. Per l’evidente riscontro positivo che ne deriva.

È una parola che sta sempre alla base di ogni comportame­nto umano.

Ebbene Sostenibil­ità e Convenienz­a viaggiano insieme.

È la ragione per cui la Sostenibil­ità è una concezione culturale: le persone nel corso del tempo hanno attivato misure e comportame­nti sulla base della convenienz­a: innovazion­e – quelle che oggi rifiutiamo, sono l’amianto, il carbone o il petrolio – ricerca e apprendime­nto – che diventano indispensa­bili per valutare in ogni periodo verifiche ed impatti – senso del tempo – che indica un atteggiame­nto realistico nella introduzio­ne delle novità.

il tempo rende necessari cambiament­i e impone il non essere troppo attaccati alle conquiste raggiunte.

La Sostenibil­ità è una mentalità che si evolve e tende a migliorare ciò che si credeva immutabile.

"La Sostenibil­ità vive di fatti, che si possono raccontare..."

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