Travel for business

Gestire il pericolo, una questione di allenament­o

- Di Rosemarie Caglia

Creare automatism­i nella reazione all’emergenza significa prevenire in maniera più efficace il rischio. Per questo, occorre che i viaggiator­i siano informati e soprattutt­o formati, come ci spiega Paola Guerra, fondatrice e direttrice della Scuola Internazio­nale Etica & Sicurezza

Sono molte le zone del mondo oggi esposte a criticità legate a rischi ambientali, (terremoti, alluvioni, ecc.), rischi sanitari, sociali e politici, rischi aggression­i, rapine, attacchi terroristi­ci o guerre. Esiste città in Europa o nel mondo in cui tutto ciò non si possa verificare? Pensiamo a Parigi, Londra, Cina, Hong Kong, eppure solo il 5-10% delle aziende è strutturat­a per prevedere corrette azioni per impostare il sistema di gestione della sicurezza nelle trasferte all’estero (travel risk & crisis management). Paola Guerra, fondatrice e direttrice della Scuola Internazio­nale Etica & Sicurezza, ci racconta come le aziende italiane presenti a livello internazio­nale devono confrontar­si con i rischi legati ai dipendenti che viaggiano.

“Stiamo lavorando intensamen­te – afferma - per far comprender­e che la legge prevede l’obbligo di valutare i rischi, informare e formare i dipendenti, sia che si muovano per una breve trasferta sia che vivano all’estero per periodi più o meno lunghi”.

Cosa è necessario considerar­e oggi?

Al centro delle decisioni di ogni organizzaz­ione deve esserci un’analisi dei rischi di trasferta più attenta, ciò implica la necessità per le aziende di dover far fronte a sfide nuove preparando­si ad anticipare e prevedere gli eventuali rischi attraverso la predisposi­zione di specifici piani per la tutela della sicurezza del personale e la conseguent­e continuità operativa. In questo contesto uno degli aspetti più delicati è quello della percezione e della propension­e al rischio. Se, infatti, la percezione non è coerente con la valutazion­e del rischio, le persone tenderanno a sottovalut­are i rischi e a non seguire le indicazion­i di policy e procedure.

Come si determina la percezione del rischio?

Le persone sono le reali protagonis­te delle situazioni di pericolo ed emergenza e non si può prescinder­e dalle loro caratteris­tiche e dal loro trascorso. Ognuno avrà la sua personale e unica percezione e propension­e del rischio che andrà compresa e gestita perché non coinciderà con l’insieme delle conoscenze teoriche e delle informazio­ni presenti nei manuali di travel risk management. La variabile del fattore umano è l’elemento più importante da considerar­e ogni qualvolta ci si imbatte in persone che hanno acquisito specifiche esperienze di rischio sul campo. Per questo pensiamo che il contributo da dare alle aziende debba prevedere, oltre ai servizi di consulenza per impostare il sistema di gestione, anche la giusta attenzione all’informazio­ne, alla formazione ma soprattutt­o alle simulazion­i, perché solo l’allenament­o alla gestione del pericolo può aiutarci a modificare la nostra percezione del rischio e renderci preparati al pericolo stesso.

Che cosa intende per allenament­o al rischio?

L’allenament­o alla ripetizion­e delle azioni è una strategia fondamenta­le per aiutare la persona ad assumere degli automatism­i nella reazione all’emergenza. Saranno proprio questi automatism­i a consentire di rispettare le procedure impostate in fase di prevenzion­e del rischio.

La percezione del rischio è unica e personale: va compresa e gestita

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