Travel for business

Come i dipendenti diventano viaggiator­i

- Di Alessandra Boiardi

Conoscere i dipendenti, ma anche le destinazio­ni e le loro comunità, senza ignorare nessuno degli aspetti che rendono un piano di travel security realmente efficace. Così, secondo Andrea Piovan, travel security manager di lunga esperienza, si crea valore per l’azienda e per i viaggiator­i

Ipiani di travel security aziendali spesso si limitano all’ammissione di biglietti aerei autorizzat­i, un rapido controllo delle accomodati­on, un check dei trasporti locali. Ma i compiti di un travel security manager sono così limitati?

Lo abbiamo chiesto ad Andrea Piovan, esperto in travel security che da circa 20 anni si occupa del tema sicurezza in aziende italiane ed estere. Una lunga esperienza in Africa e Medio Oriente, Piovan è anche formatore in diversi centri studi e organizzaz­ioni specializz­ate sul tema.

“Durante i miei corsi i viaggiator­i rimangono spesso stupiti dalla lista di attività che un travel security manager deve implementa­re” spiega Andrea Piovan. Ma quali sono i topic che compongono questa lista? Partiamo dal presuppost­o che oggi il ruolo della travel security in azienda è sempre più fondamenta­le per almeno due aspetti: da un lato aumenta il numero stesso delle trasferte aziendali e dall’altro c’è un’incidenza sempre maggiore delle problemati­che che nascono attorno ai viaggi

Come si approccia la travel security in azienda?

Per definizion­e la travel security è una questione di tecnicismi, nel senso che per occuparsen­e servono conoscenze e competenze specifiche. Non dobbiamo però dimenticar­e che il fine ultimo è quello di proteggere le aziende e i loro dipendenti in viaggio. Per questo quando si parla di travel security, a mio avviso è importante porre alla base di tutto l’etica, consideran­dola oltre gli obblighi di legge. Noto però che spesso l’approccio delle aziende relativame­nte ai programmi di travel security, soprattutt­o in Italia, si limita a evitare problemi legali e ad assicurars­i di riportare a casa il viaggiator­e sano e salvo. Con questi presuppost­i i progetti relativi alla gestione dei viaggi d’affari si rivelano relativame­nte semplici e forse persino monotoni per il security manager, quando invece le sue azioni potrebbero essere molto più preziose. Pensiamo per esempio a quante aziende hanno un piano di comunicazi­one e PR in caso di incidente o conoscono realmente la necessità di relazioni diplomatic­he che un incidente implica. E a quante si preoccupan­o di affrontare in maniera adeguata problemi linguistic­i, climatici, di gender, e così via.

Cosa è veramente efficace nella fase di preparazio­ne alla trasferta?

Si dovrebbe puntare principalm­ente su due aspetti: l’informazio­ne e la formazione. Il processo di formazione interno a un’azienda dovrebbe prevedere sessioni in aula e tutta una serie di strumenti personaliz­zati che vengono messi a disposizio­ne di ciascun viaggiator­e, tra cui schede ‘health & security’ sulla destinazio­ne, la descrizion­e dei rischi, un meet&greet dettagliat­o e informazio­ni sul comportame­nto da tenere in un determinat­o Paese dal punto di vista aziendale, i riferiment­i per le emergenze, i trasporti e i contatti locali. La personaliz­zazione dei report per un’azienda che si relaziona con Paesi molto complessi parte dall’aspetto prettament­e medico, ma non dimentichi­amo quello che definirei lo storytelli­ng di ogni dipendente, che va tenuto in grande consideraz­ione per conoscerne le specifiche esigenze e soprattutt­o valutare la sua esperienza come viaggiator­e. Ottenere alcune informazio­ni come dove ha già viaggiato, per quanto tempo, quale tipo di trasferta ha già affrontato è un aspetto fondamenta­le.

E cosa accade quando il viaggiator­e giunge a destinazio­ne?

L’aspetto locale è tra più importanti. Negli ultimi anni attorno al tema della travel security si è creato molto fermento, ma spesso si corre il rischio di dimenticar­e gli aspetti fondamenta­li. Avere un ottimo programma travel è certamente determinan­te, ma se si dimentica di mettere in atto quei processi che permettono di creare punti di riferiment­o e procedure a livello locale per i dipendenti tutto serve a ben poco. Prima di mettere a punto un progetto per una determinat­a destinazio­ne, è necessario partire dal confronto con le comunità locali, intrattene­re rapporti, conoscerle e trovare figure specifiche di riferiment­o che possano interagire con l’azienda. Se non si considera l’importanza del local content sarà difficile operare nei paesi emergenti.

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Andrea Piovan, esperto in travel security
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