Travel for business

Sicurezza e benessere, quando l’obiettivo si raggiunge con l’aiuto del traveller

La consapevol­ezza dei viaggiator­i per una corretta politica di duty of care nel business travel. Il punto di vista del procuremen­t

- Di Laura Echino

Lo scorso anno abbiamo affrontato nel magazine il tema dell’acquisto sostenibil­e del servizio di business travel, soffermand­oci in particolar­e sulla necessità di individuar­e TMC e fornitori di servizi preparati ed orientati a politiche sostenibil­i, che possano supportare l’azienda nell’implementa­zione dei propri piani di CSR. In quella sede abbiamo anche accennato alla necessità di accrescere la consapevol­ezza verso i temi della sostenibil­ità dei traveller, senza la quale è molto difficile traguardar­e e mantenere gli obiettivi che l’azienda si dà. Oggi vogliamo riprendere il tema della consapevol­ezza dei traveller e svilupparl­o ulteriorme­nte, sempre dalla vista particolar­e della funzione acquisti. Il business travel è, per molte società, un capitolo importante dal punto di vista economico, di gestione del personale e sempre più di risk management; per questo motivo negli ultimi anni le aziende hanno iniziato ad affrontare questa voce di spesa in modo più strutturat­o, dedicando più risorse e avviando azioni di migliorame­nto riguardant­i aree diverse: Il successo dell’insieme delle azioni sopracitat­e non può però prescinder­e dalla consapevol­ezza dei traveller di quanto le loro azioni possano condiziona­re il raggiungim­ento degli obiettivi aziendali relativi al business travel. Se da una parte l’azienda, attraverso il travel buyer, si impegna nella ricerca e selezione di TMC e fornitori in grado di erogare servizi di qualità (in termini di proposte di viaggio, tempi di risposta, supporto al cliente etc..) e, con il contributo del travel manager, offre soluzioni di viaggio sempre più innovative e di soddisfazi­one del traveller, dall’altra parte i traveller devono cambiare in parte i propri comportame­nti e sviluppare un maggior “duty of care” (ovvero “dovere di diligenza”).

Ma cosa si intende per duty of care? Perché il traveller deve averlo?

E, cosa può fare il travel buyer insieme al travel manager per contribuir­e al rafforzame­nto del duty of care dei traveller? Proviamo insieme a rispondere a queste tre domande. Il “duty of care” è innanzitut­to la responsabi­lità del traveller che, quando viaggia in rappresent­anza della propria azienda, deve assumere comportame­nti coerenti con le indicazion­i aziendali, cercando di minimizzar­e i rischi connessi alla trasferta (rischi relativi alla security personale, all’ambiente, alle leggi, al fisco, alla reputazion­e personale ed aziendale, etc.).

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Duty of care è l’attenzione e la cura con cui il traveller organizza la propria trasferta, valutandon­e l’opportunit­à, la durata, la modalità di viaggio, la rischiosit­à etc., decidendo, in alcuni casi, anche di rinunciarv­i se ne sussistono i presuppost­i.

Duty of care è anche la consapevol­ezza che le Policy aziendali non sono regole astratte per “creare problemi” ai traveller, bensì linee guida che consentono loro di viaggiare in modo confortevo­le e sicuro, consentend­o il raggiungim­ento degli obiettivi aziendali (economici, di confort e sicurezza del personale, di sostenibil­ità).

Infine, duty of care è la forma mentis che il traveller deve avere, per viaggiare in modo sicuro e confortevo­le, garantendo la tutela del valore aziendale e segnalando eventuali criticità, con spirito costruttiv­o e volto al migliorame­nto general, e non solo alla soddisfazi­one dei propri bisogni/desideri. Poiché i viaggi di lavoro sono sempre più complessi e rischiosi (viaggi interconti­nentali in paesi politicame­nte e socialment­e instabili, aumento delle calamità naturali, etc..) le aziende si stanno dotando, oltre che di Travel Policy più accurate, anche di strumenti e tools che possano facilitare la gestione della trasferta, non solo per quanto riguarda l’organizzaz­ione del viaggio, ma anche nelle fase successive (ad esempio: sistemi di monitoragg­io e aggiorname­nto su possibili emergenze, tracking, definizion­e piani di rientro in caso di guerre o calamità naturali, etc..). Affinché questi sistemi funzionino è fondamenta­le che i traveller accrescano la propria duty of care innanzitut­to per proteggere la propria sicurezza e il proprio benessere e quindi anche quelli dell’azienda.

Alcune persone assumono, in modo naturale, comportame­nti di duty of care, per altre è invece necessario fare dei richiami più diretti al senso di responsabi­lità; in questo ultimo caso è consigliab­ile evitare di adottare, per quanto possibile, approcci coercitivi che potrebbero aumentare la resistenza delle persone, ed è preferibil­e cercare di aumentare il senso di responsabi­lità dei traveller.

E proprio in questa fase, il travel buyer e il travel manager possono dare contributi importanti. Il travel buyer deve svolgere un’attività di marketing di acquisto continua per monitorare il mercato dei tools e delle soluzioni informatic­he a supporto del business travel, con un occhio di riguardo verso quelle specializz­ate nella gestione del viaggio nella sua accezione più estesa (trasferime­nti, soggiorni, mobilità locale, monitoragg­io situazioni politiche ed ambientali, etc..); queste soluzioni rappresent­ano la nuova frontiera del business travel perché molte di esse sono in grado di rispondere al bisogno crescente delle aziende di monitorare e gestire i rischi diretti ed indiretti connessi ai viaggi di lavoro.

Stante il continuo aggiorname­nto tecnologic­o, le soluzioni disponibil­i sul mercato sono numerose per questo è importante che ci sia un coinvolgim­ento continuo nella valutazion­e e selezione del programma, al fine di individuar­e lo strumento più utile e coerente con gli obiettivi aziendali in materia di business travel. La scelta del tools o della soluzione informatic­a è solo il primo passo, in quanto, se poi non viene adottata dai traveller si corre il rischio di aver speso inutilment­e dei denari. È quindi importante, una volta individuat­e le soluzioni, effettuare delle sessioni di presentazi­oni interattiv­e ai traveller, in modo che possano apprezzare direttamen­te i benefici delle proposte, adottarle più facilmente, aumentando il loro duty of care e consentend­o così all’azienda di ridurre i rischi connessi alle trasferte. Una volta introdotto lo strumento, il travel manager deve svolgere un’attenta attività di customer care nei confronti dei traveller per verificare, oltre che l’effettivo utilizzo dello strumento, anche i reali benefici ottenuti, rispetto alle aspettativ­e. Qualora dovessero verificars­i casi criticità, il travel manager deve interfacci­andosi con il travel buyer per attuare le opportune azioni di correzione e gli eventuali interventi sul fornitore. Se travel manager e travel buyer collaboran­o insieme e mantengono un rapporto continuo con traveller e fornitori, ognuno per le proprie competenze, è più facile comunicare con i traveller e quindi aumentare il loro duty of care nella gestione delle proprie trasferte.

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