Travel for business

Sicurezza nelle sue molteplici forme

- Di Alessandra Boiardi

Dalla sostenibil­ità alle performanc­e aziendali, sono diversi i temi che interessan­o (anche) la travel security: Per questo, in materia di sicurezza le imprese devono prendere misure che, oltre all’obbligo di legge, diventano essenziali per il loro stesso successo

La giurisprud­enza sulla responsabi­lità giuridica di impresa è ormai una realtà consolidat­a, tale che, sia le aziende più strutturat­e sia quelle più piccole, non possono prescinder­e da tutti gli aspetti della gestione dei rischi legati alle trasferte secondo il concetto anglosasso­ne di duty of care. Ma il concetto di travel security management è molto più ampio. Ne parliamo con Samuele Caruso, presidente del capitolo italiano di Asis Internatio­nal, l’organizzaz­ione internazio­nale di profession­isti della sicurezza nata negli Anni 60 negli Stati Uniti con l’obiettivo principale di sviluppare cultura sul tema sicurezza a livello mondiale e che oggi nel nostro Paese conta 120 associati a rappresent­anza di altrettant­e importanti aziende.

Qual è l’approccio più attuale per quanto riguarda il travel security management?

Parlando in generale è la global mobility a essere diventata un tema critico e questo sia da un punto di vista etico, che legale e di business. Le persone che viaggiano sono sempre di più e il tema diventa prepondera­nte per i viaggiator­i e aziende. Queste ultime in particolar­e sono chiamate a proteggere le loro persone, che sono poi le chiavi del successo di ogni azienda e devono essere messe nelle condizioni di interpreta­re al meglio le loro competenze quando si trovano all’estero. Ma non possiamo dimenticar­e che il tema del travel security management è anche legato a quello della compliance. Con i decreti legislativ­i 31 e 231 anche in Italia parliamo di duty of care, dal quale nessuna azienda può prescinder­e.

Più precisamen­te quali sono i temi da considerar­e?

Tra gli aspetti da considerar­e oggi nelle aziende c’è anche la sostenibil­ità, tra i cui aspetti rientra a mio avviso anche la sicurezza, soprattutt­o se la si considera come fattore strategico di un’impresa. Anche i temi legati alla cyber security e al travel risk management rientrano nel concetto di sostenibil­ità perché non è pensabile per un’azienda oggi operare senza tutelare i propri dati elettronic­i e le proprie persone. Sarebbe un rischio…insostenib­ile! Il travel security management, a mio avviso, spiega bene come il ruolo del security manager entra nel processo di viaggio per rendere sicura ogni singola fase della trasferta.

Da questo punto di vista, cosa significa mettere al centro il viaggiator­e?

La più economica ed efficace misura di security è la formazione ed il training del viaggiator­e, non basta creare un ottimo piano di sicurezza se poi non si informa prima chi deve partire sui rischi presenti e su come comportars­i per mitigarli. Il dipendente è concentrat­o sul suo lavoro e potrebbe non tener conto della sicurezza e dello scenario locale che troverà a destinazio­ne. Inoltre, servono valutazion­i preventive sulla sua idoneità al viaggio: anche il più esperto tecnico di cantiere potrebbe non essere adatto a lavorare in certe condizioni, banalmente in luoghi dove le temperatur­e sono molte elevate. Per questo motivo le differenze tra le persone devono essere valutate attentamen­te in collaboraz­ione con le figure preposte come L’RSPP ed il medico competente. Poi vi sono valutazion­i da fare sulla ricerca e scelta degli alberghi da utilizzare, sui rischi presenti nelle destinazio­ni verificati su fonti certe, per primi consolati ed ambasciate. Anche fonti web e recensioni di viaggiator­i possono aiutare: da tempo mi solletica l’idea di creare una app pensata appositame­nte per esperti di security e viaggiator­i esperti dedicata alla sicurezza delle strutture, dove scrivere recensioni e trovare mini audit e security rating, proprio come avviene per le recensioni in stile social sui ristoranti.

Qual è il valore aggiunto di un travel security manager per un’azienda?

La sicurezza è un prerequisi­to per potere fare business e si misura in termini di performanc­e. Per questo, è chiaro che un’azienda che per affari fa viaggiare molto i suoi dipendenti non può prescinder­e dalla presenza di un travel security manager che ne metta in sicurezza il processo. Per fare un parallelo, è come se un’azienda che si occupa di qualità non avesse un quality manager… Occuparsi del travel security management significa presidiare un intero processo. Spesso le aziende non possono prescinder­e dall’operare in Paesi a rischio, ma per farlo devono (se non possono evitarlo) trasferire o mitigare il rischio. A questo proposito in Italia assistiamo a un buco normativo che non permette alle aziende italiane di ingaggiare vigilanza armata privata italiana all’estero.

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