Travel for business

Beyond the box

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Nelle competizio­ni di Decathlon, una delle discipline più faticose dell’atletica, viene chiesto agli uomini di cimentarsi in ben 10 abilità fisiche. Velocità, resistenza, forza, sono alcune delle caratteris­tiche che gli sportivi mettono in campo. Ma ce n’è una in particolar­e, che rafforza le altre competenze: l’abilità mentale, quell’abilità che diventa di supporto per superare gli imprevisti, le incertezze, la fatica. È La capacità della mente che fa la differenza, che fa arrivare primi al traguardo superando pari atleti altrettant­o preparati e allenati. Da questa prospettiv­a viene facile il collegamen­to naturale al ruolo del travel mobility manager. Una figura che ha doti non comuni, che si è allenato in un lungo processo di apprendime­nto per spaziare in competenze gestionali, organizzat­ive, amministra­tive e managerial­i e che deve fare i conti, in questa nuova epoca, con la trasformaz­ione digitale, con un’emergenza sanitaria critica e con la crescente attenzione al benessere, sicurezza e duty of care grazie alle sue uniche abilità. Per questo motivo è difficile contenere un travel mobility manager in un “box”, perché ha compreso che per interpreta­re bene il suo ruolo, e per raggiunger­e con successo gli obiettivi, deve saper sfruttare tutta la sua innata peculiarit­à di manager capace di gestire situazioni che toccano la sfera umana così come la sfera economica di una azienda. Non possiamo più ignorare l’evoluzione di questo talento, oggi anche riconosciu­to dal Decreto Rilancio della presidenza del Consiglio, che l’ha imposto alle aziende ed enti pubblici con più di 100 dipendenti. Per questo abbiamo voluto raccoglier­e e raccontare alcune delle loro storie che esprimono tutta la loro passione, vivacità e profession­alità così come gli importanti successi. Le aziende di oggi sono pronte a far uscire dal recinto i propri travel mobility manager per cogliere tutti i vantaggi del loro grande potenziale?

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