L’importanza delle Soft Skill per il ruolo di Travel Manager
Liliana Rojas, da 9 anni Travelmanagerdienereco Spa, società del settore Oil & Gas, racconta: “Per me è un ruolo molto importante e fondamentale perché porta soddisfazione al cliente interno che a sua volta porta business a casa. Ecco perché quando gestiamo i viaggiatori di un’azienda dobbiamo avere ben presente che stiamo spostando persone, che devono essere rassicurate costantemente e che devono sentire l’azienda sempre presente ovunque vadano. La cura del viaggiatore, nel mio ruolo, è quindi fondamentale e il successo del travel manager si basa molto sull’attenzione delle esigenze di chi viaggia così come la gestione degli strumenti informatici che facilitano il processo di travel management e aiutano la gestione della travel policy anche da un punto di vista di qualità, sicurezza e affidabilità”.
“Per essere potenti nell’esercizio del proprio ruolo è importante ricordarsi sempre chi si ha di fronte. Il travel manager empatico, deve saper ascoltare i bisogni impliciti dei viaggiatori ed essere capace di riconoscere l’unicità dell’individuo ed adattare pensiero e comunicazione al contesto, oggi la vera sfida è ridare fiducia ed essere interpreti principali e non controfigure di questo ruolo professionale (…) Il tema si lega anche all’attività negoziale. Il cuore della negoziazione non è solo riuscire a individuare che cosa vuole l’altra parte ma che cosa muove l’altra parte a chiedere e desiderare qualche cosa. Se io riesco a riconoscere il senso e il perché mi chiede qualche cosa sicuramente la mia risposta sarà molto più efficace”, afferma Ivano Gallino, partner e formatore di Travel for business e business coach.
Skill a confronto
Si tratta di un passaggio culturale, che porta l’orientamento dal puro problem solving a un orientamento alla creatività e pensiero critico.
Lo schema mostra chiaramente che le competenze tecnico specifiche sono meno rilevanti e che le stesse aziende chiedono ai dipendenti e alle società di recruitment competenze di carattere relazionale e legate alla intelligenza emotiva. “Non significa che il ruolo non debba avere conoscenze specifiche e tecniche, ma significa che, se si vuole portare ad un livello più alto il proprio ruolo bisogna arricchire il proprio bagaglio con competenze relazionali e metacognitive, fondamentali per poter fare veramente la differenza ed essere per tutti un valore aggiunto” continua Ivano Gallino.
Resilienza, il fattore determinante
La resilienza è una competenza a cui oggi si fa particolare riferimento per vincere le sfide, anche e soprattutto in questo momento di crisi generato da un minuscolo virus. Il modo differente di vedere le situazioni come crisi o come opportunità sta solo nel modo in cui costruiamo e vediamo il nostro futuro. “Noi esseri umani tendiamo a pensare di non essere resilienti, di fare fatica o ci scoraggiamo di fronte a delle cose. In realtà la nostra capacità di rialzarci e di fare fronte a ciò che accade e di trovare delle opportunità di trovare soluzioni anche in fase critiche è innato in noi. L’essere umano è naturalmente resiliente, non mettiamo delle barriere e non facciamoci vincere dalle paure, ma siamo i primi a considerarci capaci e lavoriamo su questa capacità che è innata. Stimolare il nostro senso di sfida, stimola l’adrenalina, i nostri ormoni e a livello di neuro recettori. Per caricarci di energia e avere uno sguardo sempre verso l’alto”, ha aggiunto Gallino.
È una questione di allenamento o sono doti che abbiamo dentro di noi?
L’intelligenza emotiva è un muscolo, come tanti altri nel nostro corpo umano. Allenare la nostra mente permette di agire sui comportamenti, perché rispondano sempre più in modo naturale ed efficace agli obiettivi dati.