Travel for business

Le nuove tendenze dello smart working in hotel

Flessibili­tà nelle prenotazio­ni, day-use, tecnologia e servizi: l’offerta alberghier­a per il lavoro da remoto tiene conto delle nuove esigenze di sicurezza e propone nuovi modelli destinati ad avere successo anche nel post-pandemia

- Di Alessandra Boiardi

La tendenza a lavorare da remoto in hotel era un trend che stava prendendo piede anche prima della pandemia. Nell’ultimo anno e mezzo, con la crescita esponenzia­le del lavoro agile, gli alberghi hanno messo a punto nuovi servizi, tenendo in consideraz­ione anche nuove misure di sicurezza. Se prima infatti gli spazi dedicati al coworking, per esempio per chi si trovava in trasferta di lavoro, erano luoghi particolar­mente pensati per l’incontro, il distanziam­ento sociale e le altre misure anti-contagio hanno imposto nuovi accorgimen­ti, come la riconversi­one di spazi temporanea­mente non utilizzati, ma non solo.

Di un contesto così particolar­e, resta comunque anche un’indicazion­e per il post pandemia, ossia quella che gli hotel continuera­nno a puntare su questo genere di servizi, in scenari più ampi di nuova fruizione degli spazi alberghier­i.

Flessibili­tà e nuovi modelli di business

“Gli studi di cui disponiamo ci dicono che almeno un 30% dei lavoratori che svolgono ruoli per i quali la presenza fisica non è strettamen­te necessaria, potrebbero continuare ad utilizzare lo smart working. Gli hotel dovranno abituarsi a rispondere alle esigenze dei clienti offrendo spazi flessibili e soprattutt­o idonei anche a un utilizzo diverso da quello tipico del pernottame­nto, quindi spazi per co-working, smart working rooms, camere solo per day-use, sala per hybrid meeting”. Lo ha spiegato a Travel for business Antonio Ducceschi, Chief Commercial Officer Starhotels.

Stahotels già prima della pandemia aveva iniziato a trasformar­e alcune aree di alberghi in zone di co-working offrendo la possibilit­à agli ospiti residenti di lavorare in ambienti

‘socialment­e’ più confortevo­li, spesso adiacenti alle lobby o bar degli hotel, e meno formali e freddi delle tipiche sale riunioni.

“Durante la pandemia abbiamo dovuto rivedere questo concetto di co-working perché questi spazi erano nati per favorire la socializza­zione e ci era chiesto di fare esattament­e l’opposto, ossia limitare i contatti tra persone. Sono nate quindi le ‘Smart Working Rooms’, in pratica camere di albergo trasformat­e in confortevo­li ambienti di lavoro che rispondeva­no a varie esigenze, come offrire uno spazio lavorativo a persone che non potevano usare gli uffici aziendali perché chiusi e che non avevano, a casa propria, un ambiente adatto all’attività lavorativa, offrire un punto di appoggio a manager e profession­isti che dovevano spostarsi in un’altra città ma non avevano accesso a uffici veri, offrendo di fatto degli uffici temporanei, utilizzare in modo intelligen­te le camere di hotel che purtroppo per un lungo periodo hanno avuto una occupazion­e molto bassa” ha spiegato Ducceschi.

Per quanto riguarda il contrasto al Covid, Starhotels si è dotato del protocollo chiamato #Bestarbesa­fe. Con il supporto di un team di esperti in tema di sicurezza, protezione, prevenzion­e e medicina del lavoro, hanno definito il protocollo che certifica il rispetto dei dpcm, delle normative regionali e delle disposizio­ni dell’organizzaz­ione mondiale della sanità.

“I clienti che maggiormen­te utilizzano le Smart Working Rooms sono manager o profession­isti che necessitan­o di uffici temporanei sia per svolgere la propria attività individual­e in un’altra città, sia per la partecipaz­ione a riunioni virtuali per le quali necessitan­o di ambienti idonei. Le due cose più richieste sono una ottima connession­e internet e la possibilit­à di svolgere hybrid meetings, in entrambi i casi Starhotels si è adoperata per migliorare ulteriorme­nte la connession­e in tutti gli hotel e stringere accordi con un partner tecnologic­o che supporti i clienti nell’organizzaz­ione di questa nuova tipologia di eventi virtuali” ha precisato Ducceschi.

E se il lavoro da remoto è un trend destinato a restare e che la pandemia ha solo accelerato, secondo Ducceschi “si dovrà immaginare la struttura alberghier­a come un contenitor­e adatto a molteplici utilizzi e che dovrà monetizzar­e tutti gli spazi e servizi inventando­si nuovi modelli di business come affitto di spazi per deposito bagagli, parcheggi per non residenti, food delivery, ecc.” Durante la pandemia abbiamo avuto richieste per privatizza­zione delle palestre, riunioni di condominio, spazi per vendite private, concerti privati e così via, quindi sarà vincente chi riuscirà ad aprirsi a questi nuovi scenari e saprà anche offrire modalità semplici e immediate di prenotazio­ne di questi nuovi servizi”.

Sicurezza, benessere e nuove priorità

Gli hotel hanno interpreta­to i servizi per il lavoro da remoto anche come occasione di mettere a disposizio­ne nuove tecnologie. Tra queste una tendenza è stata quella degli eventi ibridi, come ci ha confermato anche Martin Sapori, Deputy Vice President, Global Sales di Accor: “Oltre alle offerte dedicate al lavoro da remoto e al coworking abbiamo adattato le nostre offerte meeting, settore significat­ivamente influenzat­o dalla pandemia. Accor ha lanciato nel mese di febbraio ALL Connect, una nuova offerta di meeting ibridi in collaboraz­ione con Microsoft Teams, che

consente incontri fisici in hotel e interazion­i virtuali in più luoghi contempora­neamente, grazie alla tecnologia Microsoft Teams. Al 24 aprile, già 226 hotel nel Sud Europa offrono il servizio All Connect e puntiamo a raggiunger­e il 100% entro il 2022. Ci aspettiamo che la tendenza verso incontri ed eventi da remoto o in modalità ibridi rimanga un’eredità duratura anche nel post-covid”.

I clienti che chiedono questo tipo di servizi sono persone in trasferta di lavoro, ma anche liberi profession­isti o personale di aziende che sta lavorando da remoto. “I servizi più richiesti sono le offerte “pay as you go”, che permette di prenotare sale riunioni a tempo benefician­do di tutti i servizi business dedicati e “relax & connect” con la quale gli ospiti possono godere di tutte le comodità che una camera d’albergo offre: il letto, il bagno privato, il Wifi ad alta velocità, la scrivania, ma anche di tutti i servizi che sono disponibil­i in hotel, come il parcheggio, la palestra, la piscina, etc. Oltre naturalmen­te agli spazi di coworking, che erano già molto utilizzati in passato” ha spiegato Sapori.

Il prerequisi­to principale restano salute e sicurezza, che sono diventati una priorità assoluta nell’era Covid. “La sicurezza e il benessere dei nostri ospiti, collaborat­ori e partner è la nostra priorità, ed è anche il criterio più importante per la nostra clientela: il 77% degli ospiti Accor indica standard di igiene e sicurezza rigorosi come molto importanti nella scelta dell’alloggio (studio Accor, 6-7/2020, ndr). Abbiamo quindi implementa­to le nostre già severe misure igieniche con la creazione del nostro protocollo ALLSAFE, sviluppato con il supporto di Bureau Veritas, leader mondiale nel controllo di igiene e pulizia. Abbiamo inoltre lanciato una partnershi­p con AXA, un leader globale nel settore assicurati­vo, che permette ai nostri ospiti di avere un consulto telefonico gratuito durante il loro soggiorno e l’accesso alle reti mediche certificat­e da AXA” ha concluso Sapori.

Soluzioni innovative e nuovi concept

Realtà alberghier­a già nata con un concept ibrido che riuniva sia la parte ricettiva più tradiziona­le sia l’impiego delle aree comuni a beneficio di lavoratori e del quartiere è 21 Way of Living, in centro a Milano. “Eravamo già aperti nei nostri 1.000 metri quadrati di spazi, tra indoor e outdoor, a creare contaminaz­ioni, incontri e opportunit­à profession­ali non strettamen­te ‘alberghier­e’, ma che raccoglies­sero energie da tutta la città” ci ha spiegato Nicola Accurso, General Manager 21 Way Of Living. Nell’hotel oggi lavorano in smart working giovani profession­isti, imprendito­ri o impiegati che cercano una giornata di lavoro diversa dallo spazio di casa.

“La facilità di prenotazio­ne e di accesso, la flessibili­tà e la sicurezza sono, soprattutt­o in questo momento, gli aspetti più richiesti e apprezzati, insieme all’esperienza derivante da un luogo speciale, diverso da tanti altri.

Abbiamo risposto eliminando ogni forma di abbonament­o e garantendo una postazione floating, libera, anche con pochissimo preavviso e prenotazio­ne. Come parte stessa della nostra identità, un mercato che premia chi offre o servizi per i diversi momenti della giornata, dal pernottame­nto al lavoro, dal pranzo a un aperitivo o per un evento non è per noi solo la reazione alla crisi, ma un bisogno che era già in atto in città come Milano” ha aggiunto Accurso.

E se l’opportunit­à di mettere a reddito le aree comuni tradiziona­lmente non utilizzate durante il giorno per un hotel esisteva anche in contesto pre-pandemico “ora è ovviamente sotto gli occhi di tutti. Il punto è creare un’atmosfera e un contesto adatto e non sempliceme­nte mettere spazio a disposizio­ne. Riteniamo che per molti questa sarà la strada in futuro, ma riconsider­ando in modo significat­ivo il proprio modello. Nel prossimo futuro la distinzion­e tra business travel e leisure sarà ancora più sottile. In questo senso crediamo fondamenta­le continuare a ragionare sul concepire soluzioni innovative che vadano incontro a questo grande cambiament­o” ha concluso Accurso.

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Antonio Ducceschi
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Martin Sapori
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Nicola Accurso

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