Una Cenerentola e Sette Nani
Proviamo a pensare come sarebbe il nosto Paese se davvero riuscissimo a valorizzare il turismo trasformandolo in una risorsa, con infrastrutture adeguate, abbandonando una burocrazia inutilmente tortuosa e magari facendo sistema senza litigare per ogni cavillo. Immaginiamo (come abbiamo fatto nella nostra grande inchiesta “Quale Futuro?” che vi proponiamo a pag. 147) quale potrebbe essere la forza economica di un comparto ricettivo reso finalmente spina dorsale di un territorio bellissimo, la cui vastità di meraviglie è tanto estesa quanto trascurata; di un turismo in grado di innovare nel solco della tradizione, capace di non vivere solo di rendita, ma di regalare esperienze irripetibili.
Riflettiamo sulle opportunità che potremmo cogliere se solo riuscissimo ad attrarre investitori e capitali esteri, anziché respingerli con norme contraddittorie e una fiscalità insostenibile.
Fino a qualche mese fa dicevamo che nulla sarebbe stato come prima, invece tutto è rimasto come prima, anzi, peggio di prima.
È rimasto l’assordante silenzio di un ministero del turismo illusorio, sono rimasti i retaggi di una politica logora e litigiosa, sono seguitate la logica del presente e l’immobilismo. Il tutto mentre la filiera del turismo chiede a gran voce - mai come oggi - una visione, un’idea di sviluppo, un dibattito, ancora prima di una rappresentanza forte, adeguata e competente.
In passato siamo stati d’esempio, dei veri trend-setter in grado di esprimere meraviglie come il “grand tour” e la “dolce vita”.
Oggi rischiamo di diventare una Cenerentola, vittima di sette nani.