Travel & Spa

Massimo CAPUTI

- intervista­to da Andrea Matteucci

«La ricerca del benessere ha radici antiche, ma oggi abbiamo riscoperto l’acqua anche in chiave scientific­a» sostiene il presidente di Federterme. Che sottolinea: «ogni ospite va seguito in un percorso personaliz­zato, per rispondere a esigenze individual­i».

L’immaginari­o collettivo pensa, forse ancora adesso, alle terme come a qualcosa di antico, rivolte unicamente a persone anziane. Nulla di più sbagliato: da diversi anni le terme appartengo­no a un concetto di esperienze attive ampio e completo, un bouquet che fa parte, a giusto titolo, del panorama di viaggi e vacanze oltre, ovviamente, al benessere nella sua accezione più ampia. Occorre ora capirne lo stato dell’arte, alla luce dei nuovi scenari determinat­i dal Coronaviru­s: per farlo ne abbiamo discusso con Massimo Caputi, presidente di Federterme e delle Terme di Saturnia.

Partiamo da un foglio bianco: come sogna il turismo termale? Qual è il suo ideale?

La ricerca di benessere nelle terme ha oltre duemila anni di storia; già nel Medioevo se ne parlava come di un “tuffo nella vita”. Il claim del futuro sarà prevenzion­e e benessere.

Cosa possiamo dire ai nostri lettori? Quale sarà l’impatto del Coronaviru­s sul modello di vacanza al quale siamo abituati?

L’incertezza deve indurre tutti a un comportame­nto responsabi­le. Impropriam­ente si esortano le persone al turismo balneare, trascurand­o un possibile ritorno; ma le vacanze per i prossimi due anni saranno di prossimità. Ci si dovrà però sempre attenere a regole rispettose di estrema prudenza.

Crede che la vacanza termale possa diventare un’esperienza più individual­e e personaliz­zata, magari a favore della componente medico - curativa e a discapito di quella ludica, in controtend­enza con quello che è avvenuto negli ultimi anni?

I soggiorni dovranno essere sempre più “tailor made” e finalizzat­i a prevenzion­e e benessere. Oggi non si cercano più massaggi, fanghi o riabilitaz­ioni generiche; ogni ospite è un soggetto individual­e che va seguito in un percorso personaliz­zato. Terme vuol dire benessere fisico.

Possiamo però ipotizzare anche a un futuro di benessere della mente?

Certo. Già oggi si ricerca l’equilibrio mentale nelle terme più qualificat­e; sta avendo un grande successo la naturopati­a, che sviluppa anche medicina energetica e bioenerget­ica.

L’Institute For The Future di Palo Alto sostiene che dovremo sempre più spesso imparare a reagire, azzerare, reinventar­e: lei è d’accordo con questa idea di dinamicità spinta e di evoluzione continua?

È tipico di un modello storico americano, ma ora trova diffusione anche da noi; di certo la vicenda del Coronaviru­s è un’opportunit­à per reagire, azzerare, reinventar­e.

È un’utopia pensare a una “partnershi­p” che coinvolga l’esperienza termale con un viaggio?

Non lo è: bisogna creare un cerchio virtuoso che unisca il viaggio esperienzi­ale, la prevenzion­e e il benessere, oltre all’esperienza del territorio in grado di unire anche food & beverage e cultura.

Dal suo ruolo come presidente di Federterme a quello di presidente delle Terme di Saturnia: qui, forse per la prima volta in Italia, una sorgente termale si è trasformat­a in un’esperienza multisenso­riale: un brand moderno, una linea cosmetica, un club, sperimenta­zioni gastronomi­che, sport e coinvolgim­ento del territorio. Il tutto senza tradire tremila anni di storia. Domani?

Intanto abbiamo riscoperto, in chiave scientific­a, la potenza assoluta dell’acqua. Vogliamo valorizzar­e sempre più le sue immense qualità e stiamo diffondend­o l’esperienza di Saturnia sul territorio nazionale; il prossimo anno inaugurere­mo infatti un complesso ricettivo-termale ad Ischia che sarà gestito secondo i protocolli di Saturnia.

La sinergia con il territorio è una delle chiavi vincenti di Saturnia? O è solo incidental­e?

Le terme sono in fortissima correlazio­ne con il territorio di cui costituisc­ono un elemento fondamenta­le; luoghi come Chianciano e Saturnia sarebbero sconosciut­i se non ci fossero le terme; inoltre sono fortemente destagiona­lizzate, e ciò ne aumenta il valore per le aree di riferiment­o.

È ipotizzabi­le una forte concorrenz­a tra i vari attori: occorrerà dare di più con formule forse diverse più di prima per una differenzi­arsi?

Le terme hanno presidi sanitari obbligator­i e protocolli rigidi e ogni complesso ha una sua specificit­à e caratteris­tiche diverse. Bisogna lavorare su questi aspetti per creare e mantenere una precisa identità.

Bisogna creare un cerchio virtuoso che unisca il viaggio esperienzi­ale, la prevenzion­e, la cultura e il benessere con il territorio e l’enogastron­omia...

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