Massimo CAPUTI
«La ricerca del benessere ha radici antiche, ma oggi abbiamo riscoperto l’acqua anche in chiave scientifica» sostiene il presidente di Federterme. Che sottolinea: «ogni ospite va seguito in un percorso personalizzato, per rispondere a esigenze individuali».
L’immaginario collettivo pensa, forse ancora adesso, alle terme come a qualcosa di antico, rivolte unicamente a persone anziane. Nulla di più sbagliato: da diversi anni le terme appartengono a un concetto di esperienze attive ampio e completo, un bouquet che fa parte, a giusto titolo, del panorama di viaggi e vacanze oltre, ovviamente, al benessere nella sua accezione più ampia. Occorre ora capirne lo stato dell’arte, alla luce dei nuovi scenari determinati dal Coronavirus: per farlo ne abbiamo discusso con Massimo Caputi, presidente di Federterme e delle Terme di Saturnia.
Partiamo da un foglio bianco: come sogna il turismo termale? Qual è il suo ideale?
La ricerca di benessere nelle terme ha oltre duemila anni di storia; già nel Medioevo se ne parlava come di un “tuffo nella vita”. Il claim del futuro sarà prevenzione e benessere.
Cosa possiamo dire ai nostri lettori? Quale sarà l’impatto del Coronavirus sul modello di vacanza al quale siamo abituati?
L’incertezza deve indurre tutti a un comportamento responsabile. Impropriamente si esortano le persone al turismo balneare, trascurando un possibile ritorno; ma le vacanze per i prossimi due anni saranno di prossimità. Ci si dovrà però sempre attenere a regole rispettose di estrema prudenza.
Crede che la vacanza termale possa diventare un’esperienza più individuale e personalizzata, magari a favore della componente medico - curativa e a discapito di quella ludica, in controtendenza con quello che è avvenuto negli ultimi anni?
I soggiorni dovranno essere sempre più “tailor made” e finalizzati a prevenzione e benessere. Oggi non si cercano più massaggi, fanghi o riabilitazioni generiche; ogni ospite è un soggetto individuale che va seguito in un percorso personalizzato. Terme vuol dire benessere fisico.
Possiamo però ipotizzare anche a un futuro di benessere della mente?
Certo. Già oggi si ricerca l’equilibrio mentale nelle terme più qualificate; sta avendo un grande successo la naturopatia, che sviluppa anche medicina energetica e bioenergetica.
L’Institute For The Future di Palo Alto sostiene che dovremo sempre più spesso imparare a reagire, azzerare, reinventare: lei è d’accordo con questa idea di dinamicità spinta e di evoluzione continua?
È tipico di un modello storico americano, ma ora trova diffusione anche da noi; di certo la vicenda del Coronavirus è un’opportunità per reagire, azzerare, reinventare.
È un’utopia pensare a una “partnership” che coinvolga l’esperienza termale con un viaggio?
Non lo è: bisogna creare un cerchio virtuoso che unisca il viaggio esperienziale, la prevenzione e il benessere, oltre all’esperienza del territorio in grado di unire anche food & beverage e cultura.
Dal suo ruolo come presidente di Federterme a quello di presidente delle Terme di Saturnia: qui, forse per la prima volta in Italia, una sorgente termale si è trasformata in un’esperienza multisensoriale: un brand moderno, una linea cosmetica, un club, sperimentazioni gastronomiche, sport e coinvolgimento del territorio. Il tutto senza tradire tremila anni di storia. Domani?
Intanto abbiamo riscoperto, in chiave scientifica, la potenza assoluta dell’acqua. Vogliamo valorizzare sempre più le sue immense qualità e stiamo diffondendo l’esperienza di Saturnia sul territorio nazionale; il prossimo anno inaugureremo infatti un complesso ricettivo-termale ad Ischia che sarà gestito secondo i protocolli di Saturnia.
La sinergia con il territorio è una delle chiavi vincenti di Saturnia? O è solo incidentale?
Le terme sono in fortissima correlazione con il territorio di cui costituiscono un elemento fondamentale; luoghi come Chianciano e Saturnia sarebbero sconosciuti se non ci fossero le terme; inoltre sono fortemente destagionalizzate, e ciò ne aumenta il valore per le aree di riferimento.
È ipotizzabile una forte concorrenza tra i vari attori: occorrerà dare di più con formule forse diverse più di prima per una differenziarsi?
Le terme hanno presidi sanitari obbligatori e protocolli rigidi e ogni complesso ha una sua specificità e caratteristiche diverse. Bisogna lavorare su questi aspetti per creare e mantenere una precisa identità.
Bisogna creare un cerchio virtuoso che unisca il viaggio esperienziale, la prevenzione, la cultura e il benessere con il territorio e l’enogastronomia...