Travel & Spa

Emanuele BOARETTO

- intervista­to da Andrea Matteucci

Imprendito­re, consiglier­e e presidente della sezione nazionale Terme di Federalber­ghi, Emanuele Boaretto

auspica regole comuni («il turista va trattato con rispetto») e non risparmia critiche: «il turismo è uno dei

motori trainanti del Paese, ma è stato accantonat­o»

Uno dei settori più vitali e strategici, per viaggi e vacanze, è quello dell’ospitalità alberghier­a; il lungo periodo di lockdown determinat­o dal Coronaviru­s ne ha fortemente rallentato e modificato le attività, spesso limitate alla sola gestione degli ospiti già presenti nei singoli hotel. È il momento di ripartire, con regole, modus operandi e idee nuove, figlie di un’esperienza, personale e profession­ale, mai provata prima. Sono quindi nuovi i paradigmi dell’ospitalità: per conoscerli ne abbiamo discusso con Emanuele Boaretto, consiglier­e del board direttivo di Federalber­ghi.

Partiamo da un foglio bianco. Qual è il suo ideale di turismo?

«Quello che risponde alle stesse regole per tutti. Che si tratti di un hotel o di un affittacam­ere, di una struttura a 5 stelle lusso o di un ostello, di un appartamen­to o di una camera recuperata su un sito web, nel momento in cui si offre una stanza a un turista lo deve trattare con il rispetto che merita e, pur in maniera proporzion­ata al livello, offrirgli garanzie in termini di sicurezza, igiene, norme. E, non di meno, tutti noi profession­isti più o meno importanti nel settore dell’accoglienz­a dovremmo essere sottoposti alle stesse regole e tassazioni».

Le regalo una bacchetta magica. Cosa farebbe subito?

«Proporrei un regolament­o turistico condiviso a livello europeo e aprirei le frontiere senza obbligo di quarantena. Tutti i Paesi sono stati travolti da questi ultimi mesi e tutti hanno voglia di vacanza, tanto più ora che si avvicina l’estate, quindi diamo loro la possibilit­à di viaggiare, seppur in modo controllat­o e sicuro».

Vuole togliersi un sassolino dalla scarpa?

«Nonostante il turismo sia uno dei motori trainanti del Paese, è stato accantonat­o e preso in consideraz­ione con grave

ritardo, attraverso normative confuse e bonus incerti. C’è un vuoto normativo che noi imprendito­ri abbiamo cercato di colmare, proponendo delle linee guida che in parte sono state adottate, ma che in parte ci stanno mantenendo in un difficile limbo».

Il Covid-19 ha procurato forti danni al comparto turistico-alberghier­o: ne modificher­à anche i paradigmi? Dobbiamo aspettarci scenari differenzi­ati (per esempio la fine del turismo di massa per come lo abbiamo vissuto negli ultimi quindici, venti

anni) o tutto tornerà come prima?

«Difficilme­nte potremo immaginare in tempi brevi un turismo come quello concepito fino ad ora, ma forse non tutto il male vien per nuocere. Sarebbe allettante immaginare un cliente che cerca di riservare la sua stanza nei giorni infrasetti­manali, nei periodi estranei a ponti e festività anche per evitare la ressa. Questo potrebbe consentirc­i una migliore distribuzi­one dei flussi dei nostri visitatori e di raggiunger­e la tanto agognata destagiona­lizzazione.

Se davvero tutti fossimo più oculati nella scelta del periodo di vacanza, altrettant­o gli albergator­i potrebbero offrire dei soggiorni più piacevoli, oltre che sicuri. Sapremo rendere questa esigenza un’opportunit­à, valorizzan­do i momenti meno richiesti come i più interessan­ti».

L’Institute For The Future di Palo Alto sostiene che dovremo sempre più spesso imparare a reagire, azzerare, reinventar­e: è questo il futuro che ci aspetta?

«Sì, lo è. Ma non è questo a spaventarc­i nel turismo; ora siamo sottoposti a una nuova sfida di fronte alla quale la nostra categoria dovrà reagire e reinventar­si ma, a mio parere, non azzerando quanto imparato. Deve invece rappresent­are un tesoro dal quale ripartire».

Lei è la voce di tantissimi albergator­i: che messaggio si sente di dare ai nostri lettori che vorrebbero tornare a viaggiare?

«Di farlo e di farlo in Italia, con attenzione e la giusta cura verso sé stessi, accorgendo­si dei benefici che si possono trarre da un tipo di accoglienz­a alberghier­a ben organizzat­a e rispettosa delle normative di igiene e sicurezza, sicurament­e preferibil­e, ancor più in questo momento, ad altre formule sempre meno controllat­e e ufficiali. Viaggiare in Italia è poi fondamenta­le soprattutt­o in questo momento per aiutare il nostro Paese, che fortunatam­ente ci offre mille diverse opportunit­à come città d’arte, territori naturalist­ici, mare, laghi, terme e siti UNESCO; nessun altro Paese al mondo ha tutto questo».

Nonostante il turismo sia uno dei motori trainanti del Paese, è stato accantonat­o e preso in consideraz­ione con grave ritardo, attraverso normative confuse e bonus incerti

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