Alberto APOSTOLI
A tu per tu con l’architetto trend setter in ambito wellness. Che sogna di progettare «una Spa diffusa su un’isola del Mediterraneo» e sottolinea l’importanza del benessere: «è un concetto molto ampio, una filosofia basata su una pluralità di principi, con l’uomo al centro»
Architetto, il suo studio si occupa di mondi acquatici, SPA e design, in particolare per gli hotel: avete già in mente nuove formule o nuove soluzioni per il dopo pandemia?
«La pandemia ci impone necessariamente una revisione e un cambiamento dell’approccio progettuale, soprattutto nei contesti turistici/ricettivi. Nel caso delle SPA, stiamo studiando e articolando insieme a un comitato scientifico alcune certificazioni, più o meno ad ampio spettro, che possano essere attribuite ai centri, indicandone le caratteristiche con parametri certi. In aggiunta a queste, sarà indispensabile definire dei protocolli con la committenza, che si trova oggi a dover gestire una macchina più complessa. Si impiegheranno sempre più materiali antibatterici, impianti ispezionabili per garantire le sanificazioni, mentre gli spazi saranno maggiormente articolati: la logica sarà una probabile suddivisione dello spazio ‘macro’ in zone ‘micro’, per consentire la massima tutela e quindi il benessere delle persone, che da sempre costituisce l’obiettivo del nostro impegno progettuale».
Il progetto dei suoi sogni, ancora in un cassetto?
«Vorrei progettare una spa su una piccola isola, magari nel mar Mediterraneo, in cui le aree wellness siano diffuse su tutta la superficie e realizzate nel rispetto di quelli che sono per me i principi dell’Architettura del benessere. Questi principi sono dieci e li ho delineati in un libro che sarà pubblicato prossimamente».
Quanto l’architettura potrà incidere nel prossimo futuro sul destino del comparto turistico e alberghiero?
«Negli ultimi anni abbiamo assistito al fenomeno di architetture che sono diventate delle vere e proprie ‘destinazioni’ turistiche. Questo vale anche per le strutture ricettive: hotel spettacolari nell’interior e nei servizi offerti - anche in contesti geografici non da cartolina - hanno dimostrato di riuscire ad attrarre costantemente una clientela interessata e attenta e a fidelizzarla con la propria offerta. La progettazione, se unita a una gestione esemplare e a un buon piano marketing, può certamente incidere pesantemente e con grande efficacia sul destino del comparto alberghiero».
Come immagina il mondo nel 2021?
«Speriamo sicuramente di essere ritornati a una condizione di normalità, con la possibilità di incontri tra amici, viaggi, e con la fiducia nel nostro futuro. Anche se non dobbiamo dimenticare una lezione importantissima: il virus ha fatto ‘prendere aria’ a un pianeta stressato dall’azione dell’uomo e sempre di più la sostenibilità dovrà essere un obiettivo di tutti noi».
L’Institute For The Future di Palo Alto, sostiene che dovremo sempre più spesso imparare a reagire, azzerare, reinventare (“React, Reset, Reivent”): lei è d’accordo con questa idea di dinamicità spinta e di evoluzione continua?
«La progettazione ci insegna proprio questo. A reagire a problemi, a fare un passo indietro per poi muoverne altri avanti, ad acquisire sempre nuove competenze, a reinventare. Evolversi è un bisogno naturale dell’uomo e di noi professionisti che cerchiamo sempre soluzioni nuove, in termini estetici, tecnici, di attenzione all’ambiente e all’uomo».
Negli anni ’80 ha fatto il suo debutto il concetto di ospitalità diffusa, che utilizzava allora degli spazi soprattutto nei borghi storici per sistematizzarli al di sotto di un progetto più ampio. Ora, il concetto di diffusione territoriale - con singoli blocchi di nuova edificazione sparsi - potrebbe essere un nuovo interessante scenario per la creazione di strutture turistiche e centri benessere; nella visione di Apostoli è uno dei driver progettuali più interessanti, sul quale sta già lavorando.
Il virus ha fatto “prendere aria” a un pianeta stressato dall’azione dell’uomo. Ma questo non basta...
Un’ultima battuta: cos’è per Alberto Apostoli il benessere?
«Il benessere è per noi un concetto molto ampio che va ben oltre il tema del wellness, se inteso esclusivamente come spazio legato alla cura del corpo. È una filosofia basata su una pluralità di principi, che in fase di progettazione cerchiamo sempre di coordinare in tutti gli aspetti per restituire un luogo dove al centro ci sia l’uomo. Il benessere nasce così da un mix perfetto di componenti tecniche ed emozionali: illuminazione naturale e artificiale, fruibilità e organizzazione razionale degli spazi, capacità di orientamento all’interno degli stessi, rapporto con il contesto, utilizzo di materiali che abbiano allo stesso tempo prestazioni elevate e valore estetico, definizione di ambiti di privacy o al contrario di luoghi che promuovano aggregazione. Possiamo dire che il benessere è un contenitore infinito di dettagli - stilistici, tecnici ma anche culturali, sociali, storici, geografici, ecc. - le cui soluzioni devono essere valutate con attenzione per produrre nel senso più nobile quella che chiamiamo “architettura”».