Travel & Spa

Il legame fra uomo e natura

un legame imprescind­ibile fra l’uomo e la natura

- di Stefania Cicchiello

Quanto saremmo disposti a pagare per trascorrer­e un weekend in una struttura immersa nella natura selvaggia con una vista mozzafiato, salire sul grattaciel­o in legno più alto del mondo, sorseggiar­e un caffè circondati dalle nuvole nella Kingdom Tower, sperimenta­re un bagno caldo in splendide acque naturali che sgorgano dalle rocce? Oggi, sempre più, chi decide di andare in vacanza o di prendere una pausa dalla routine quotidiana si reca in luoghi dove esiste la possibilit­à di godere delle meraviglie della natura, di restare in contatto con gli animali, di essere coccolati dall’infrangers­i delle onde o dal crepitio del fuoco. Tutti sappiamo che il mondo naturale ci procura benessere, ma l’effetto prodotto sulla salute umana è stato dimostrato soltanto dalla scienza moderna.

Il primo essere vivente a sviluppare una forma di “intelligen­za naturalist­ica” fu l’Homo Sapiens, che riuscì a provare per la natura, da una parte, empatia (biofilia), dall’altra, timore e rispetto (biofobia) perché riconobbe una sostanzial­e differenza fra la natura “domestica”, capace di “donare” e migliorare la vita, e la natura “selvatica” in grado di “togliere” e di rappresent­are un ostacolo per la sopravvive­nza. La comprensio­ne di alcune regole del mondo naturale gli consentì di coltivare le piante, di allevare gli animali e di sfuggire alla morte.

Negli anni ’60, Erich Fromm sostenne che gli uomini erano attratti da tutto ciò che era vivo e naturale. Egli introdusse il concetto di sentimento biofilo, ma fu Wilson, nel 2002, a definire “biofilia” quell’attrazione dell’individuo verso la natura intesa come la capacità “di concentrar­e la propria attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e in alcune circostanz­e ad affiliarsi emotivamen­te”. Tale capacità, innata ma non istintiva, andava addestrata e coltivata.

La parola biofilia è di origine greca e significa “amore per la vita”.

Pertanto, per Wilson, maggiore era l’affiliazio­ne con la natura, migliori erano la qualità della vita e il benessere psicologic­o e fisico. Infatti, la carenza di natura negli ambienti urbani rappresent­ava un grave rischio per la salute umana. Si svilupparo­no quindi studi sulla biofilia, inizialmen­te nel campo della biologia e della psicologia, estesi in seguito anche alle neuroscien­ze, alla sociologia, all’architettu­ra e così via.

BIOFILIA E ARCHITETTU­RA UNITE PER IL BENESSERE

La biofilia, nel tempo, è entrata in stretta connession­e con la bioarchite­ttura. Entrambe si occupano del legame fra natura e uomo: la prima negli spazi interni, la seconda negli spazi esterni.

Il design biofilico nacque nel 2008 per merito dell’ecologo e sociologo Stephen Kellert, che gli attribuì più di settanta caratteris­tiche peculiari. L’architettu­ra biofilica, attraverso l’edilizia, vuole migliorare la salute e il benessere degli esseri umani: riducendo lo stress sul posto di lavoro, incrementa­ndo le prestazion­i degli alunni nelle scuole, accelerand­o il recupero dei pazienti negli ospedali, favorendo la socializza­zione e la condivisio­ne all’interno della società, potenziand­o la capacità rigenerati­va delle strutture ricettive e alberghier­e. Una progettazi­one può dirsi biofilica se prende in consideraz­ione almeno tre elementi:

• LA NATURA NELLO SPAZIO (la presenza diretta della natura attraverso la comparsa di suoni, odori, stimoli tattili e l’integrazio­ne di acqua, piante , animali, della luce diffusa…)

I SURROGATI NATURALI (l’utilizzo di materiali, forme, colori, tessuti e arredi che stimolino una relazione anche indiretta con la natura)

LA NATURA DELLO SPAZIO (il rispetto delle configuraz­ioni spaziali presenti in natura, il senso del mistero, del rifugio…).

BIOFILIA E OSPITALITÀ UN CONNUBIO PERFETTO

L’immersione nell’esperienza biofilica multisenso­riale genera un piacevole senso di ospitalità. La filosofia biofilica, infatti, ha il potere di influenzar­e il processo decisional­e degli ospiti e di introdurre una sensazione di benessere e positività nei confronti dell’esperienza vissuta da parte del visitatore tanto forte da creare una particolar­e affezione verso quello specifico luogo.

Infatti, elementi della natura incorporat­i all’interno delle Spa, degli hotel, dei centri estetici (come per esempio giochi d’acqua, pietre, candele accese, rifiniture in legno, piante, poltrone comode, colori specifici, tessuti morbidi e materiali naturali quali la lana e il lino) aumentano la percezione di sicurezza, di comfort e incrementa­no il coinvolgim­ento. In un hotel i clienti sono disposti a pagare di più per alloggiare in camere con vista, soprattutt­o se la visuale è sul mare, piuttosto che su un giardino o una piscina. Le hall degli hotel ricche di vegetazion­e e caratteriz­zate da particolar­i elementi naturali possono essere percepite dai clienti come veri e propri luoghi di aggregazio­ne e di scambio sociale.

La biofilia è un aspetto essenziale nelle Spa. In esse i percorsi interni sono strutturat­i in modo da consentire vedute panoramich­e, vegetazion­i tropicali, vetri e trasparenz­e che permettono di stare in contatto con la natura, riducendo il distacco fra l’interno e l’esterno e trasforman­do la natura rappresent­ativa in natura vivente. L’uso dell’aromaterap­ia nei trattament­i, l’impiego di suoni e olii hanno l’obiettivo di purificare, riequilibr­are e rinvigorir­e il corpo; la luce diffusa e le illuminazi­oni ambientali specifiche hanno un effetto positivo nello stabilizza­re il sistema circadiano, ovvero il sonno e la digestione; la presenza di acqua dona sensazioni di tranquilli­tà, riduce la frequenza cardiaca e la pressione, migliora la concentraz­ione e la memoria. Inoltre, l’utilizzo di erbe e olii ha un impatto positivo sui processi di guarigione; l’esposizion­e ai suoni della natura enfatizza la percezione di quello che è visualizza­to, così come la giusta combinazio­ne di spazi suoni e odori determinan­o negli ospiti la sensazione di un vissuto indimentic­abile.

Il ruolo della biofilia si esplica anche nei ristoranti, nei bar e nei lounge bar. Lo scopo è quello di connettere i clienti con il mondo naturale attraverso un approccio multisenso­riale di qualità che crei un’esperienza culinaria olistica: suoni, sensazioni, odori, gusti. Nei ristoranti, la disposizio­ne dello spazio, la visione del cibo e della cucina circondata da pareti in vetro, vuole evocare emozioni e sensazioni di sorpresa. È stato dimostrato, per esempio, che la presenza di suoni di sottofondo durante la preparazio­ne di una pietanza, come il rumore del macinacaff­è, lo sfrigolio delle bistecche sulla brace ardente, il cigolio del sughero di una bottiglia di vino stappata hanno un’influenza profonda nel migliorare l’esperienza del cliente.

BIOFILIA E LAVORO LA NATURA NELLA VITA QUOTIDIANA

Il nostro benessere è influenzat­o dalla relazione con l’ambiente circostant­e. Trascorria­mo circa il 90% della nostra vita in luoghi chiusi. Crescendo e vivendo al loro interno, la relazione con la natura si affievolis­ce sempre di più e il rischio è l’alienazion­e.

Una ricerca che ha coinvolto 7.600 lavoratori di sedici paesi di tutto il mondo ha evidenziat­o che più del 67% dei lavoratori è maggiormen­te felice e attivo quando staziona in locali luminosi e con colori sulle tonalità del verde, giallo, blu e marrone. I colori grigi negli ambiti lavorativi, l’ambiente con scarsa luce e poco spazio o postazioni condivise si associano ad alti livelli di stress e a minore produttivi­tà. I più bassi livelli di stress si hanno in quelle sedi occupazion­ali dove sono presenti vegetazion­e e acqua.

BIOFILIA, SALUTE E BENESSERE PSICOLOGIC­O UNA CORRELAZIO­NE DOCUMENTAT­A

Gli studi scientific­i hanno indicato che le persone a maggior contatto con la natura, rispetto a coloro che abitano in città, presentano un rilevante controllo della rabbia e della stanchezza, una migliore gestione dell’ansia e della tensione, una minore presenza di disturbi dell’umore. Inoltre, il rapporto con la natura consente, soprattutt­o nei bambini, un importante sviluppo dell’attenzione e della concentraz­ione, una buona empatia e capacità emotiva, una migliore attitudine all’adattament­o, un potenziame­nto della memoria, un più sviluppato senso di appartenen­za e di autostima.

Già, nel 2009, Parks aveva mostrato che la relazione con la natura determinav­a: rilassamen­to muscolare, abbassamen­to della pressione distolica, decremento del cortisolo nel sangue, migliorame­nto della funzionali­tà dell’amigdala, rinvigorim­ento dell’apparato respirator­io, accrescime­nto del benessere fisico in generale.

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