Fiere, settore cardine per l’economia italiana
Il comparto fieristico italiano è da sempre una leva di sviluppo importante per il Paese, ma soprattutto è un volano per le piccole e medie imprese italiane che trovano importanti occasioni di farsi conoscere e di aumentare le loro esportazioni. E non va
Il settore fieristico italiano è una leva di sviluppo importante per il Paese: per questo AEFI, Associazione Nazionale delle Fiere Italiane, dopo aver valutato le problematiche inerenti il settore e quelle che frenano il suo sviluppo, sta dialogando con le istituzioni per ottenere un’attenzione particolare e un intervento urgente su alcuni temi che vanno affrontati al piu presto per evitare di far soccombere il comparto. «In questi ultimi mesi abbiamo parlato con le diverse direzioni generali del Ministero dello Sviluppo Economico e del MEF portando le istanze del settore fieristico che annualmente genera affari per oltre 60 miliardi di euro e da cui nasce il 50% delle esportazioni delle imprese che vi partecipano proprio grazie ai contatti originati durante le manifestazioni - racconta Ettore Riello Presidente AEFI. I temi sul tavolo sono diversi e ora il settore fieristico italiano ha bisogno di poter contare sull’attenzione e sul sostegno del Governo per continuare a svolgere il proprio ruolo e a investire nell’interesse delle imprese. Le fiere sono infatti un vero volano per l’economia italiana e dovrebbero essere considerate un investimento per la promozione del Made in Italy nel mondo». Per molte delle PMI italiane l’export rappresenta infatti l’unico modo per sopravvivere in un’economia globale e le manifestazioni fieristiche rappresentano non solo il palcoscenico dove presentare i loro prodotti ma anche una grande opportunità di business per concludere nuovi contratti e ad aumentare le esportazioni. Le piccole imprese italiane sono da sempre il traino dell’economia del nostro Paese: i dati del Rapporto Cerved Pmi 2017 rilevano infatti che le piccole e medie aziende italiane hanno prodotto nel 2016 un giro d’affari di 871 miliardi di euro, un valore aggiunto di 203 miliardi (il 12,5% del Pil). Mentre le fiere, a livello mondiale, sono un vero motore di sviluppo, confermato anche dai numeri: secondo i dati UFI (The Global Association for the Exhibition Industry), sono 98 i miliardi di euro di spesa di espositori e visitatori e 680.000 le persone occupate che salgono a 1,8 milioni considerando l’indotto come trasporti, ricettività, ristorazione. A questo va aggiunto come, da studi effettuati anche nel nostro Paese, e che trovano conferma nella recente analisi sul commercio internazionale realizzata sempre da UFI a livello mondiale, 1 euro investito nelle fiere generi 2 euro di indotto diretto e 8 euro di indotto indiretto. Insomma si capisce come si stia parlando di un "affare" che coinvolge o può coinvolgere diverse realtà, turistiche e logistiche, ma non solo.
Così, sempre con l’intento di sensibilizzare opinione pubblica e stakeholders, lo scorso 6 giugno in occasione della giornata di celebrazione della la Giornata Mondiale delle Fiere, la stessa AEFI aveva messo in scena a Roma, nella splendida cornice della Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio capitolina, un grande evento sul tema della capacità economica del comparto fieristico e intitolato appunto “La Forza delle Fiere Italiane”. Nella quale la prima relazione dello stesso presidente Riello raccontava come «Ogni anno, in tutto il mondo, vanno in scena 31.000 eventi fieristici coinvolgono 260 milioni di visitatori e 4.400.000 imprese espositrici. Uno scenario nel quale siamo fieri di dire che anche l’Italia è protagonista: infatti è ad oggi al secondo posto in Europa e quarta a livello mondiale. Con circa 1.000 manifestazioni a calendario entro la fine del 2018, di cui 209 internazionali, il settore ha un peso rilevante nell'economia italiana. Per quanto riguarda l'economia della Penisola insomma possiamo con certezza dire che le fiere italiane sono già oggi un asset straordinario. Inoltre per il 75,3% delle piccole e medie imprese italiane le fiere sono uno strumento fondamentale di sviluppo. Sarebbe riduttivo però parlare del ruolo delle fiere, in Italia e nel mondo, considerandone solo l’aspetto economico. La valenza del loro operare va ben oltre e contribuisce alla diffusione dei nostri valori, delle nostre eccellenze, della creatività italiana che tutto il mondo ci invidia. Ecco perché questa Giornata Mondiale delle Fiere rappresenta anche un'occasione per fare il punto su un comparto solido che offre anche numerose opportunità di carriera. Un comparto in continua evoluzione che, nonostante qualche situazione di difficoltà, sa innovarsi e innovare, adeguandosi ai cambiamenti del mercato e dei consumatori, cogliendo le opportunità offerte dal mondo digitale per estendere il potenziale dell’evento oltre il momento espositivo. A questo va aggiunto il fatto che, secondo UFI, oltre il 70% dei quartieri e organizzatori di manifestazioni sta sviluppando nuove attività proprio per andare incontro a un mercato in continuo cambiamento, anche e soprattutto dal punto di vista geopolitico. L’escalation del protezionismo rischia di schiacciare la nostra economia,
che in questo momento cresce grazie alle vendite all’estero, con manovre che potrebbero pesare per 3 punti sull’export. Basti pensare che solo con l’Iran, con il quale siamo stati tra i primi a firmare un protocollo d’intesa, il nostro Paese ha diversi miliardi di export a rischio. In quest'ottica globale è comunque innegabile che le fiere siano un booster per le nostre imprese e la nostra economia. E noi come AEFI da sempre sosteniamo la necessità di "fare sistema" in Italia per essere forti e competitivi. In quest’ottica collaboriamo con associazioni e organizzazioni sia a livello nazionale che internazionale con l’obbiettivo di costruire alleanze per fare sinergie. Per questo motivo AEFI è sempre più attiva nelle iniziative volte all’internazionalizzazione delle fiere e delle aziende che vi partecipano, grazie anche al lavoro di una "Commissione" dedicata per cogliere le nuove opportunità sul mercato mondiale ed adattarsi con flessibilità ad un contesto profondamente
mutevole. Ma anche con partner istituzionali e di rilievo come l’Agenzia ICE, SACE e SIMEST, con la convinzione che le fiere rappresentino una grande opportunità di crescita soprattutto in un momento così omplesso per il nostro Made in Italy ». «Il rapporto dell'ICE con il sistema italiano delle fiere - ha aggiunto Michele Scannavini, Presidente dell’Agenzia ICE - è un asse
prioritario della promozione a sostegno dell'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. Nel 2017, l’ICE ha supportato 50 fiere, le più rappresentative del Made in Italy nei rispettivi settori, coinvolgendo 5.700 operatori stranieri e realizzando 52.000 incontri b2b. Nel 2018 l'obiettivo sarà superare i 6mila operatori stranieri con un potenziamento del numero di incontri d’affari. Contiamo anche di rafforzare la collaborazione con le singole manifestazioni per migliorare la loro
visibilità all'estero». A fine settembre la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha approvato il Calendario Fieristico Nazionale 2019 che contiene ben 200 fiere internazionali: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni nelle quali le rassegne sono maggiormente localizzate.