Oltre il muro del miliardo Il turismo non si arrende
In ascesa l’outbound dei residenti Ue, che però scelgono il corto raggio
Il turismo è più forte di qualunque crisi. Non importa che alcune aree strategiche in questi ultimi mesi abbiano dovuto fare i conti con cali di arrivi, la travel industry non vuole rallentare.
Sono i dati elaborati da Ipk International in un’analisi realizzata per conto di Itb Berlin a mettere in luce la vitalità del settore, che per il 2015 si chiude, sul fronte dei viaggi mondiali, a più 4,5 per cento per un totale di 1,024 miliardi. Un volume che equivale a oltre 1,2 miliardi di turisti internazionali, che hanno visitato una media di 1,2 Paesi per ciascun viaggio.
Spesa e durata dei soggiorni
Ma non è solo il volume dei viaggiatori a rappresentare un segnale positivo: il fatto che anche la spesa media sia cresciuta del 4 per cento a notte (pari a un raddoppio rispetto ai dati 2014) consente di dire che il turismo è un settore in ottima salute. Uno dei trend che si conferma per il 2015 è l’accorciamento della durata dei soggiorni, che mediamente si attestano a 7,3 notti: una tendenza dovuta all’au- mento dei soggiorni brevi, ovvero con pernottamenti fuori casa tra 1 e 3 notti. In questo quadro guadagnano spazio alcune specifiche categorie ricettive: gli hotel di lusso e l’extralberghiero.
Il Paese campione a livello mondiale per viaggi outbound si conferma ancora una volta la Germania, seguita dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Il Dragone cinese si posiziona, per ora, solo quarto. Ma per quanto riguarda la spesa all’estero, i viaggiatori che lasciano più entrate nei Paesi che visitano sono gli States, seguiti a ruota dai colossi cinesi; i tedeschi, in questo caso, si piazzano terzi, seguiti dai britannici.
E le stime per il 2016 restano positive, secondo quanto evidenzia Ipk: la crescita globale del turismo per quest’anno è previsto che si attesti a un + 4,3 per cento, con l’avanzata dei viaggi dall’Asia (+6,1 per cento) e dagli Stati Uniti (+5,9 per cento).
Europei, cambia la mappa
Complice la ripresa delle economie nazionali, gli europei ricominciano a viaggiare, anche se scelgono sempre più destinazioni interne al continente, a scapito degli spostamenti long haul. Ipk International quantifica in un più 4,5 per cento la progressione dei viaggi degli europei nel 2015, a fronte di un aumento di 3 punti percentuali registrato nel 2014 sull’anno precedente.
L’incremento, dunque, si consolida, ma a cambiare è la mappa delle destinazioni scelte come meta per le vacanze, e l’ago della bilancia è, oggi più che mai, la questio- ne sicurezza. “Molte destinazioni - segnala il presidente di Ipk International, Rolf Freitag - si sono trovate a dover affrontare problematiche serie sul fronte della tutela dei viaggiatori, e questa situazione ha portato gli europei a prediligere le vacanze all’interno dei confini del proprio continente, rinunciando al lungo raggio”. Se, dunque, dal 2007 al 2014 i viaggi in uscita degli europei sono aumentati di circa l’8,5 per cento, raggiungendo un totale di 444 milioni, lo share degli spostamenti intraeu- ropei è salito progressivamente, fino a toccare l’85 per cento sul totale dell’outbound.
Che gli europei siano turisti altospendenti non c’è dubbio, e i dati elaborati da Ipk sulle rilevazioni World Travel Monitor lo confermano: sul piano della ricettività gli hotel up market sono preferiti a quelli di medio livello, e la lunghezza media del viaggio - che generalmente include la visita di più città - si mantiene più alta della media planetaria anche se, dal 2007 a oggi, è passata dalle 9,5 alle 8 notti.