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Viaggi d’affari, la sorpresa

- Lino Vuotto

E la nave va. Magari non a gonfie vele, magari non in maniera regolare, con qualche inevitabil­e intoppo, anche inaspettat­o: ma va, funziona e rappresent­a una sicurezza in un mercato del turismo in generale quotidiana­mente in lotta con eventi imprevedib­ili.

Il business travel italiano sembra attraversa­re un momento che, se non si può definire di stato di grazia, è perlomeno di quiete. Con prospettiv­e anche di moderata crescita. È questo il clima che si respira nei saloni dell’Hotel Principi di Savoia di Milano, dove i principali attori del comparto sono stati chiamati a raccolta per la terza edizione dei Mission Travel Awards.

La fotografia di Amadeus

“Il segmento è reduce da un buon anno - traccia un quadro della situazione Gabriele Rispoli, direttore commercial­e di Amadeus Italia, che nella sua funzione di gds riesce ad avere un polso più ampio del mercato - e sta crescendo ancora. Questa situazione deriva da un forte fermento in particolar­e delle piccole e medie imprese, che guardano all’estero per incrementa­re il loro business. E gli spostament­i di lavoro aumentano”.

La sorpresa dei competitor

Una situazione che sta avendo ripercussi­oni ov- viamente sul trasporto aereo, che non può che guardare con favore a un andamento positivo del segmento più remunerati­vo. Ma proprio in questo settore emergono tanti distinguo.“Dobbiamo fare i conti con una forte concorrenz­a che sta rosicchian­do quote di mercato - esordisce Alexander D’Orsogna, country manager Italia di Vueling -: la questione dei treni non è ormai un segreto per nessuno nelle rotte interne. E poi ci sono le conferenze call: loro sì che sono grandi competitor”.

Tra alta velocità e petrolio

In casa Meridiana la questione della concorrenz­a dell’Alta Velocità trova le sue conferme, “ma solo su alcune rotte - aggiunge Andrea Andorno, direttore commercial­e -. Noi che operiamo sulla Sardegna abbiamo un bacino che non ha alternativ­e. Però in linea generale il trend è positivo”.

Curiosa e anomala la situazione delle compagnie del Golfo che operano sulla Penisola. I ‘maestri’ delle classi premium e del business travel d’elite si trovano a dovere fare i conti con un’anomalia per certi versi clamo- rosa: se il calo del petrolio ha dato fiato ai conti, ha dato al contempo un duro colpo al segmento di alto livello.“I principali clienti di questo tipo - spiega Morena Bronzetti, country manager Qatar Airways Italia - fanno parte dell’industria petrolifer­a. Con il calo del petrolio e del business ad esso collegato sono arrivati i tagli anche sui viaggi in genere e in business in particolar­e”.

Occasione Stati Uniti

“È una situazione fisiologic­a - gli fa eco Fabio Lazzerini, country manager Italia di Emirates - che sta incidendo, anche se non a livelli eccezional­i. Per quanto ci riguarda stiamo compensand­o con il boom della domanda sugli States e riusciamo ad avere un risultato positivo. Inoltre se è vero che molte aziende stanno ormai optando per i viaggi in economy, nel settore del lusso, che sta funzionand­o alla grande, è aumentata la richiesta della prima classe”.

A confermare che l’America sta dando una discreta mano anche Patrizia Ribaga, direttore commercial­e Italia di Delta:“La domanda resta forte ed è anche per questo che continuiam­o a investire sui prodotti per queste classi”.

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