MERIDIANA AL QATAR
Le ambizioni della compagnia sarda con il nuovo socio di Doha puntano al raggiungimento della leadership sul mercato italiano
La compagnia ha chiuso ad ottobre l’accordo con Qatar Airways, che adesso detiene il 49 per cento delle azioni; il piano industriale è in via di definizione
È
un futuro ancora tutto da scrivere quello di Meridiana sotto la nuova egida Qatar. Il
piano industriale è in fase di definizione, dopo il closing dell’accordo avvenuto ai primi di ottobre tra il vettore di Doha e il Gruppo aereo di Olbia fondato dall’Aga Khan.Un processo che ha portato nelle mani del Qatar il 49 per cento delle azioni di Alisarda, il Gruppo al cui interno rientra la compagnia Meridiana.
Allo stato attuale, alcuni passi concreti sono stati fatti: l’avvio dei collegamenti sulla Cina in livrea IG da Malpensa, con l’esplicito intento di sviluppare il segmento incoming, pare essere, per ora, la mossa più significativa.
Il nuovo marchio
Al vaglio c’è poi l’ipotesi di modificare la denominazione di Meridiana in Air Italy, marchio che fa già parte del Gruppo, a seguito dell’acquisizione avvenuta el 2011 del vettore fondato da Giuseppe Gentile da parte dell’Aga Khan. Un cambiamento che, per ora, è ancora in fase di definizione, ma che di certo avrebbe più appeal sui mercati lontani, se le ambizioni del Gruppo si confermano quelle di una crescita in ottica intercontinentale.
La futura denominazione, in ogni caso, nulla avrebbe a che vedere con gli assetti societari del Gruppo, trattandosi di una pura operazione di branding. Una puntualizzazione che in pratica significa: nessuna variazione dell’assetto societario attuale, la sede legale e amministrativa di Meridiana rimane invariata a Olbia.E che tranquillizza gli eventuali timori di chi poteva immaginarsi uno spostamento della compagnia dalla Sardegna a Malpensa.
Due hub nel mirino
Milano Malpensa, così come Roma Fiumicino, rimangono comunque i due aeroporti su cui Meridiana conta di poggiare il proprio sviluppo industriale all’indomani della fusione con Doha.
“Non abbiamo ancora deciso se puntare sull’aeroporto milanese o su Fiumicino – diceva il vicepresidente del cda Marco Rigotti a inizio ottobre -, di certo posso dire che la compagnia sarà molto più internazionale”.
Con il nuovo piano industriale verrà definito, oltre al network e al marchio, anche il nome dell’amministratore delegato che dovrà prendere la guida della compagnia in questa sua seconda vita. Il consueto totonomi che si rincorre in circostanze come queste aveva, nelle settimane scorse, fatto circolare una girandola di nominativi tra i più svariati, provenienti dal cargo o da vettori europei. Ma sino al momento di andare in stampa, il nodo non è ancora stato sciolto.
Altro tema su cui si sta concentrando il lavoro dei top manager nella definizione del programma è la flotta: è quasi certo che Meridiana vedrà aumentare il proprio parco macchine per sostenere le ambizioni di sviluppo del network, soprattutto sulla media e lunga distanza. E tra le ipotesi più accreditate,c’è il potenziamento della flotta di B737 in dotazione.
Le prospettive
Intanto, il ceo di Qatar Airways Akbar Al Baker non ha mai fatto mistero delle ambizioni di sviluppo per la nuova Meridiana. Nei giorni precedenti la firma, il top manager aveva infatti sottolineato che“Meridiana sarebbe diventata la linea aerea di bandiera", grazie ad un piano di rilancio ambizioso capace di proiettarla nei cieli europei con maggiore visibilità e una capacità di cassa invidiabile.E sulle potenzialità del network aveva invece aggiunto:“Siamo impazienti di lavorare insieme per rafforzare la posizione della compagnia, per offrire ulteriori connessioni con l'Italia, l’Europa, gli Stati Uniti ed altre destinazioni ancora”.
Con una lettera ai dipendenti Marco Rigotti aveva poi spiegato che “il progetto industriale alla base della partnership prevede investimenti e crescita, ma questi avverranno solo se accompagnati da risultati adeguati. In caso contrario, nessuno dei due azionisti continuerà a investire”.
Nel descrivere la Meridiana del futuro Rigotti ha poi rassicurato il settore del tour operating confermando la presenza del vettore nel mercato charter, mentre sul fronte del network internazionale non si è sbilanciato, lasciando la porta aperta sia a Malpensa sia a Fiumicino.