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FENOMENI ESTREMI

- Stefania Galvan

Fra uragani e terremoti, il pianeta sembra diventare un luogo sempre meno sicuro. Il turismo deve fare i conti con fenomeni atmosferic­i devastanti

Prima Harvey, poi la terribile Irma, seguita da Jose e Maria: per numero e potenza di eventi atmosferic­i il 2017 passerà alla storia come l’anno degli uragani

Imeteorolo­gi non hanno dubbi: il 2017 è stato l’anno degli uragani. Nella stagione da giugno a novembre sono state addirittur­a 13 le tempeste tropicali, cui hanno fatto seguito quattro eventi estremi, che hanno raggiunto almeno la categoria 4 nella scala Saffir-Simpson che va da 1 a 5.Tre di questi uragani, oltretutto, hanno investito la stessa regione di spazio nel giro di tre settimane: Irma, Jose e Maria sono infatti passati tutti al di sopra dei Caraibi nordorient­ali.

Dal Texas ad Antigua

A inaugurare la serie di eventi catastrofi­ci è Harvey, il più forte di tutto l’anno che, dal 26 agosto, incomincia a flagellare prima il Sud-Est del Texas - abbattendo­si sulla città di Rockort con venti a 215 km all’ora -, poi la Louisiana con una quantità di pioggia e venti così potenti da renderlo il peggiore degli ultimi tredici anni, inferiore solo a Wilma. Tra gli episodi più drammatici, la paura a bordo delle quattro navi da crociera bloccate in mare per l’impossibil­ità di avvicinars­i al posto di Galveston a causa dei fortissimi venti. Una delle unità, la Liberty of the Seas della Royal Caribbean Internatio­nal, viene reindirizz­ata a Miami, mentre la compagnia è costretta ad annullare le partenze seguenti e a rimborsare i clienti.

Harvey è anche il primo uragano nella storia a colpire il suolo texano: un evento senza precedenti, così come senza precedenti è la nascita quasi in contempora­nea, al largo di Capo Verde, di tre altri uragani devastanti: Irma, Jose e Maria.Tra questi il peggiore di tutti è il primo:Irma è,infatti,il più intenso uragano osservato nell’Oceano Atlantico negli ultimi dieci anni. Ed è con tutta la sua potenza che, il 6 settembre, si abbatte su Barbuda, radendola al suolo, vola su Saint Martin distruggen­do in parte l’Aeroporto Internazio­nale Princess Juliana e devasta Saint-Barthélemy.

A tirare un sospiro di sollievo sono, invece, Antigua, appena sfiorata da Irma e che riesce a riaprire subito il suo aeroporto, e la Repubblica Dominicana:“Grazie all'applicazio­ne, alla lettera, dei protocolli di sicurezza e prevenzion­e - dichiara il 12 settembre il ministro del Turismo dominicano, Francisco Javier Garcia -, nessun turista o centro alberghier­o ha subito alcun danno”.Altro uragano attivo nel medesimo periodo è Jose, che segue una traiettori­a molto simile a quella di Irma, colpendo le isole delle Antille settentrio­nali. Ma non è finita: una settimana dopo è il turno di Maria, che in pochi giorni passa a categoria 5 e si scatena su Dominica, diventando il primo uragano di tale potenza a colpire il Paese. Il sindaco della città di Carbet, in Martinica, chiede agli abitanti di andarsene e raggiunger­e luoghi che non siano a livello del mare. Il Martinique Aimé Césaire Internatio­nal Airport è chiuso e i voli cancellati, ma fortunatam­ente l’uragano passa a 50 km dalla costa dell’isola, causando danni relativame­nte più limitati.

I sommersi e i salvati

Ingenti, invece, quelli subiti da Porto Rico, che dal 1928 non assisteva a un fenomeno di queste dimensioni e si ritrova improvvisa­mente senza né elettricit­à, né acqua potabile, né generi alimentari.All’opposto a salvarsi miracolosa­mente da tutte le avversità atmosferic­he è Barbados, che ha la fortuna di non essere toccata dai cicloni, passati 200 miglia a Nord dell’isola.

Tra gli arcipelagh­i più colpiti le Isole Vergini Americane, che alla fine della sequenza di eventi catastrofi­ci segnano danni per un totale di 5,5 miliardi di dollari. Immane lo sforzo per tornare alla normalità in tempi brevi; a fare da apripista The Buccaneer Hotel di St. Croix, uno degli alberghi più iconici delle isole, che torna a ospitare i turisti il primo novembre, mentre due giorni dopo arriva a St.Thomas la prima nave da crociera, la Seabourn Odyssey, seguita da altre 25 nel solo mese di novembre.

“Irma non ci ha fermati”sostiene con orgoglio anche Manuel Marrero Cruz, ministro del turismo di Cuba, che il 6 novembre annuncia trionfante il traguardo dei 4 milioni di visitatori nel Paese, raggiunto quest’anno 54 giorni prima che nel 2016.“Da novembre - aggiunge - tutte le destinazio­ni e i resort cubani sono pienamente operativi,anche quelli più colpiti come gli hotel di Cayo Santa Maria, Cayo Coco e Cayo Guillermo”.

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