L’incoming italiano si prepara al 4 marzo
Il 2018 sarà l’anno del cambio di Governo. Dal 4 marzo prossimo
Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo lascerà il Collegio Romano al suo successore. Il passaggio di consegne sarà il momento della verità per le promesse elettorali già abbondantemente partite in questi giorni.
La prima ad essere stata lanciata è un grande classico:il ritorno di un Ministero delTurismo separato da quello di Beni culturali. La proposta arriva dal M5s, ma su questo tema si incontrano più soggetti politici.Altra annosa questione è la dotazione economica del Ministero; per dirla in politichese, ‘con o senza portafoglio’ è una differenza non da poco, soprattutto per le attività destinate alle imprese.
Altri due sono i punti interrogativi che circondano l’incoming del post Franceschini: da un lato le sorti del tax credit per le riqualificazioni alberghiere e la digitalizzazione delle imprese che è stato il perno sul quale si è mossa la politica turistica del ministro, dall’altro le sorti dell’Enit, che quasi ad ogni cambio di governo ha dovuto modificare oltre che i vertici anche la struttura.
Per ora le forze politiche in campo non hanno ancora iniziato ad avanzare proposte, ma l’attesa non sembra destinata a durare molto.
Overtourism e tasse
Quello che rimarrà, invece, sono due ostacoli sul cammino della crescita turistica del Paese. L’Italia non riesce, malgrado tutto,a delocalizzare i flussi in maniera concreta: le infrastrutture continuano ad essere un punto debole,tanto che il fenomeno dell’ overtourism sta iniziando a interessare anche le spiagge.Degli 8mila chilometri di lidi italiani, sono molti meno quelli facilmente raggiungibili e quindi appetibili per il turismo.
Altra certezza è la tassa di soggiorno: diventata una fonte fondamentale per le finanze dei comuni, difficilmente verrà posto un freno alla sua diffusione e ai suoi aumenti. Per il 2018, sono 100 le nuove località che hanno deciso di applicare il balzello, portando il totale dei comuni con tourist tax a 845, senza contare gli aumenti previsti in quasi tutte le città che già la applicavano.